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Xian ed i guerrieri di terracotta dell'imperatore Qinshihuang
2008-11-07 10:19:37 cri     

Xian è stata la prima città cinese che ho visitato per turismo ben vent'anni fa, appena arrivata in Cina, quindi rivederla oggi è stato un vero piacere. Naturalmente è cambiata completamente anche lei, con alti edifici, quartieri residenziali di lusso, negozi di prodotti di marca, ampi viali, ben tre circonvallazioni, e una metropolitana in costruzione, insomma non è più la città grigia (per il carbone delle stufe e delle fabbriche) dalle case basse e malandate di quel lontano marzo 1987. Le belle mura di cinta di epoca Ming (1368-1644), le torri del tamburo e della campana e le pagode della piccola e grande oca (di epoca Tang) rimangono a ricordare lo splendore del passato, mentre il quartiere musulmano, sito nella città vecchia, brilla la sera di mille luci, con stradine affiancate da ristoranti e negozi artigianali tipici, affollatissimi di locali e di turisti. Non ricordo però un'animazione del genere vent'anni fa.

La specialità della cucina di Xian è musulmana, si tratta della zuppa di focacce sbriciolate e di carne di montone, che si dice inventata dai mercanti musulmani che sulla via della seta si portavano appresso delle focacce a metà cotte, affnchè si conservassero più a lungo, e arrivati nei villaggi, acquistavano della carne di montone, preparandosi un'ottima e calorica zuppa. Naturalmente oggi abbiamo gustato questa specialità, insieme a spaghetti di riso freddi con salsa di sesamo, in un ristorante accanto alle antiche mura di cinta, raggiungendo poi una meta immancabile della città, i guerrieri di terracotta dell'imperatore Qinshihuang. Nel 1987 avevo potuto visitare solo la fossa n.1, e con grande emozione, per la maestosità dello spettacolo delle file di soldati e cavalli, tutti diversi gli uni dagli altri, realizzati oltre duemila anni fa. Ora invece sono accessibili anche le fosse n.2 e n.3, riordinate in seguito, che contengono il quartier generale dell'esercito e le due famosissime carrozze di bronzo trainate da cavalli. I due nuovi musei, specie quello che ospita le carrozze, presentano una moderna struttura, riuscita anche artisticamente. Il mausoleo dell'imperatore non è ancora stato scavato per l'impossibilità di garantire un' appropriata conservazione dei reperti. Ricordiamo infatti che le statue dei guerrieri, appena dissepolte nel 1974, erano colorate, ma i pigmenti si sono subito decomposti a contatto con l'aria. Quindi ora nelle fosse i lavori di scavo procedono volutamente a rilento, per motivi di cautela.

I bellissimi guerrieri, dalle espressioni del viso serene e magnanimi, e dai costumi diversi secondo i loro gradi, sono stati scoperti nel 1974 da un contadino, Yang Zhifa, che stava scavando un pozzo. Mai avrei immaginato di poterlo incontrare oggi alla libreria del museo, seduto in un angolo con la sua lunga pipa di legno, ed un'aria seria, consapevole della portata della sua scoperta.

Ogni giorno il museo dei guerrieri di terracotta del primo imperatore cinese, dichiarati Patrimonio culturale mondiale dall'Unesco, è visitato da decine di migliaia di turisti cinesi e stranieri, che scoprono per suo tramite l'altissimo livello artistico raggiunto dalla Cina duemila anni fa.

Con i guerrieri dell'imperatore è anche terminata la nostra visita nella provincia dello Shaanxi, scandita da antico e moderno, da tradizione ed innovazione. A Yangling ci siamo avvicinati alle più moderne tecniche agricole in un centro modello di livello statale, a Luochuan abbiamo visitato avanzate coltivazioni di mele, e ad Ansai coltivazioni in serra ed esempi di rimboschimento, tutti aspetti recenti del progresso agricolo e del ripristino del quadro ecologico in atto. A Yanan e Nanniwan abbiamo visitato le sedi rivoluzionarie, ristrutturate e che attirano un pubblico sempre maggiore, viste le migliori condizioni economiche dei cinesi, e ad Ansai abbiamo goduto le arti tradizionali delle carte ritagliate, dei dipinti dei contadini, dei canti folcloristici, e dei tamburi, che permettono ai locali, soprattutto alle donne, di migliorare i loro introiti e di emanciparsi economicamente. Anche il piccolo villaggio di Aiyaocun, su un monte dell'arido altopiano del loess, ci ha presentato il suo nuovo aspetto, con case nuove, aie colme di mais e di mele, fornelli a gas e computer. Il ripristino del sito di Yuhuagong, il continuo miglioramento del museo dei guerrieri di terracotta e la valorizzazione delle varie arti popolari locali ci hanno invece introdotto la rinascita umanistica in atto. Una realtà molteplice, ma con lo stesso comune denominatore: il progresso generale, materiale e spirituale, arrecato dall'applicazione della politica di riforma e apertura, e dallo sviluppo scientifico, specialmente nelle campagne, e la conseguente emancipazione dalla povertà, che può essere toccata con mano, dei contadini dell'arido altopiano del loess.

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