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In occasione della festa della primavera, la sera del 30 dicembre del calendario lunare o la mattina del primo gennaio, le porte d'ingresso delle case cinesi vengono decorate con coppie di striscie di carta rossa recanti frasi augurali, i cosiddetti "Chuenlian". In realtà in passato le striscie erano bianche per le case nobili, gialle per i monasteri, azzurre per chi aveva avuto lutti in famiglia e rosse per la gente comune. Queste vengono fissate ai due lati della porta d'ingresso, mentre anche la trave superiore reca una frase augurale autonoma. Le famiglie di intellettuali compongono da sé i distici. Il signor Yan Zhenyue, un nobile mancese ottantenne, ha così scritto: Per benevolenza del cielo, la primavera regna dappertutto; la cultura letteraria governa la luce del giorno. La signora Peng Jian, una ex-giornalista del "Ta kung pao" di Hong Kong, ha invece preferito questa scritta: Il cielo concede mesi ed anni e l'uomo raggiunge la longevità; la primavera riempie l'universo, la felicità impregna la casa.
Nei vicoli della città vecchia, la felicità impregna la casa.
Nei vicoli della città vecchia, i battenti di certe porte sono ricoperti da una striscia di vernice rossa su cui spiccano i caratteri neri di distici del tipo: l'onestà si tramanda di generazione in generazione, lo studio continua nei secoli. Oppure: I beni abbondano, il Cielo è ricco, per uomini eccellenti la terra fruttifica. Un distico che ho molto apprezzato è il seguente: Ecco un altro anno di erbe profumate, come in passato i fiori rossi di albicocco coprono una lunga distanza.
Nei giorni scorsi, percorrendo il vicolo Qianqing chang hutong, nel distretto di Xuanwu, ho notato che la zona sta subendo grandi cambiamenti, vaste estensioni di case tradizionali vengono rase al suolo lasciando il posto a palazzi-uffici, supermercati ed alberghi. Così il vicolo Qian qing chang è fiancheggiato in certi tratti da distese di rovine, da cui emergono spogli alberi solitari. Un casa tradizionale ha attirato la mia attenzione: il lungo corridoio d'ingresso sbocca in un cortile, su cui veglia una vecchio albero di gingko. L'edificio rivolto a sud, quello principale, ha una parete a vetri dagli infissi in legno stile anni '30, con motivi occidentali. La padrona di casa, la signora Wen, di origini mancasi, che si prepara a traslocare in un alloggio in un condominio di periferia, quest'anno ha deciso di non scrivere alcun distico, si accontenta di una vecchia scritta lasciata qui dagli anni '60, tratta da una famosa poesia rivoluzionaria di Mao Zedong: i quattro mari sconvolti, acqua e nubi adirate; i cinque continenti squassati, tempesta di vento e lampi. Un riferimento alla nuova situazione di trasferimenti forzati cui sono costretti molti abitanti del centro storico? |
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