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Negli scorsi tre decenni, la Biblioteca nazionale di Cina ha provveduto alla ristampa di circa 30 mila volumi antichi e di altri testi rari, così da assicurare la protezione delle sue collezioni originali. La biblioteca possiede una collezione di 126mila volumi di rari testi risalenti a prima del 1911, l'anno che segna la fine della dinastia Qing (1644- 1911).
Si ritiene che in tutta la Cina 30 milioni di testi del genere siano sopravvissuti alle guerre del secolo scorso.
"Quello che abbiamo fatto per questi antichi testi è solo una minima parte di un compito urgentissimo", afferma Zhan Furui, il direttore della biblioteca. In novembre si è aperta alla Biblioteca nazionale una mostra di 15mila volumi di opere ristampate.
Della collezione della Biblioteca nazionale fanno parte quattro tesori: i Manoscritti di Dunhuang, l'Enciclopedia dei quattro rami della letteratura (Siku Quanshu), l'Enciclopedia di Yongle e il Tripitaka di Zhaocheng. Dei quattro, due sono già stati completamente stampati, fra cui il Siku Quanshu, in 36.381 volumi, risalente a 220 anni fa, e che costituisce la più grande collezione di testi della storia cinese e un'impresa editoriale di livello mondiale.
L'altro è l'Enciclopedia di Yongle, in 30mila volumi, risalente a 6 secoli fa, considerata la più vecchia enciclopedia del mondo.
Il Tripitaka di Zhaocheng sarà ristampato presto. Si tratta di un'opera in 6.980 volumi, che costituisce una delle tre maggiori enciclopedie buddiste della storia cinese, compilata in 30 anni da una seguace del Buddismo vissuta al tempo della dinastia Jin (1115-1234). L'opera viene chiamata Zhaocheng perchè scoperta solo nell'anno 1933 nel tempio di Guangsheng, nella contea di Zhaocheng, nella provincia dello Shanxi.
Contemporaneamente alla ristampa degli antichi testi, gli esperti della Biblioteca nazionale sono anche impegnati nel loro restauro. |
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