Li Xiaocong (Professore del dipartimento di Storia dell'Università di Pechino e del Centro Studi sull' antichità cinese):
1. Ci potrebbe illustrare il significato di questa mostra?
La mostra parla attraverso le mappe. Le opere originali qui presentano un preciso panorama della straodinaria produzione scientifica cartografica europea fra il 16° e la fine del 18° secolo. In questo ambito, un esempio di alto livello filosofico e concettuale sono le opere di Martino Martini, che portò in occidente le carte geografiche cinesi, permettendo agli europei di avere idee più precise sulla Cina. Matteo Ricci invece introdusse in Cina la scienza, la tecnica e la concezione del mondo degli occidentali, quindi i due grandi missionari promossero i rapporti tra Cina e Europa tramite le mappe.
2. Quali sono le differenze più evidenti fra le mappe cinesi e straniere?
Nelle prime mappe, la comprensione dei cinesi e degli occidentali è unanime, ma i metodi del tracciato diversi. Le due parti pongono entrambe sè stesse al centro delle raffigurazioni, il che ha poco di scientifico. le mappe cinesi sono precise, con dei metodi tipici.
3. Quante mappe sono esposte nella mostra?
La parte italiana ha portato 42 mappe, mentre la Bibilioteca nazionale di Cina espone una decina di opere di grande valore.
4. Qual' è la più antica?
Per quanto riguarda la parte italiana, l'opera più antica è la riproduzione di una mappa di Mercatore del 16° secolo, mentre nella nostra parte spicca la prima edizione originale di "Guang Yu Ji" del 16° secolo.
5. La mostra è accessibile sia al pubblico che agli specialisti?
Credo che la mostra sia accessibile a entrambi. Tramite le 40 mappe esposte, gli specialisti possono conoscere i progressi della cartografia occidentale, mentre i dilettanti, attraverso le differenze tra le mappe cinesi e quelle occidentali, possono rendersi conto di come si sono svolti gli scambi fra Cina ed Europa. |