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La Cina, un Paese che con costanza si apre al mondo, rispetto a 20, forse 10 anni fa, l'attuale problema che impedisce gli scambi fra Cina nei suoi vari settori con altri Paesi del mondo non è la sua chiusura, ma l'insufficienza di canali adeguati, in particolare quelli personali; il motivo principale che ha causato queste deficienze è la differenza fra i metodi lavorativi, di pensiero, e in origine il divario fra le culture. Ad oggi pertanto, in un Paese come la Cina che necessita molto di comprensioni reciproche con il mondo, come realizzare gli scambi e contatti senza ostacoli è diventato un tema accademico affrontato dal Paese e dal mondo.
Cina e Italia, due Paesi con una storia fra le più antiche alle proprie spalle, con forti tradizioni, benchè si assomiglino molto, il divario fra i due Paesi è ancora rilevante, di fronte a questo, molti esponenti, sia cinesi che italiani si stanno impegnando a colmare questo gap.
Il pomeriggio del 29 novembre ho avuto l'onore di partecipare ad una cerimonia d'inaugurazione di un importante progetto di scambio fra i due Paesi, l'Associazione Monserrate, un'impresa molto influente in Cina che da molti anni lavora nello svolgimento dei dialoghi internazionali nel settore culturale, educativo, formativo, sanitario. Questa volta ha scelto la Cina, una terra piena di occasioni per attivare un progetto molto interessante dal titolo "Hai Qiao", che in cinese significa "un ponte sul mare"; la missione del progetto consiste nelle analisi dei contatti fra le diverse culture e nella ricerca delle capacità individuali fra le due nazioni, al fine di promuovere azioni culturali e commerciali di altissimo valore.
In occasione della cerimonia d'avvio del progetto, il rappresentante dell'Associazione a Pechino, Dott. Carlo d'Imporzano e altri esponenti della società hanno illustrato, nei loro discorsi i temi più curiosi del loro progetto, come l'approccio sintetico e sistematico fra le aziende commerciali e pubbliche, nuove opportunità di scambi commerciali. Fra questi, il discorso della signora Lan Mei, Preside della scuola Hong Yu di Pechino, in cooperazione con Monserrate, ha suscitato in me profondo interesse. La sua scuola ha aperto il corso di formazione della lingua italiana due anni fa, Lan Mei ha pronuciato un discorso dal tema "la scuola Hong Yu, un esempio di nuova cooperazione fra Cina e UE", e dopo la cerimonia, ho avuto una conversazione sulla sua scuola, in particolare sul corso di lingua italiana:
Il motivo che ci ha spinto ad aprire il corso d'italiano è la domanda del mercato, ci troviamo in un periodo nel quale la richiesta di persone che sappiano parlare italiano sta crescendo. Anche se è molto ridotta la dimensione del mercato della formazione della lingua italiana in Cina, auspichiamo di ampliare costantemetne i nostri affari in questo settore, ossia in questo mercato in corso d'ampliamento ed occupare il primo posto nella competizione commerciale."
In Cina, ci sono poche università che hanno aperto corsi di lingua italiana, che non possono ovviamente soddisfare la richiesta delle varie società, e qui entra in gioco la scuola Hong Yu diretta da Lan Mei, parlando dei suoi studenti, e delle caratteristiche della sua scuola, ha detto:
Prima di tutto, la scuola Hongyu è una scuola privata e quindi i suoi studenti sono generalmente persone che accettano l'istruzione senza il rilascio del diploma, tra cui la maggior parte è costituita da persone che già lavorano.
Il principio della nostra istruzione può riassumersi in "partire dagli uomini, facendo perno sull'elemento umano".
Il corso d'italiano è iniziato due anni fa, e da allora sono stati formati molti studenti, secondo Lan Mei, gli studenti che entrano nella sua scuola si possono dividere in due tipi, l'80% sono persone che vogliono studiare un'altra disciplina in Italia, e il resto, meno del 20% sono dipendenti di aziende italiane in Cina, abbiamo una cooperazione con l'ICE e molte imprese italiane, e sono loro a mandare i loro dipendenti alla scuola per studiare la lingua, e infine, ci sono pochi elementi che studiano la lingua italiana solo per hobby e passione per la cultura e la lingua.
Diversamente dal corso universitario, quello privato è più aggiornato, e forse un po' più particolare per l'atmosfera che si respira nelle aule, Lan Mi ci ha illustrato:
"Il nostro corso di formazione della lingua italiana si svolge in cooperazione con l'Istituto Dante Alighieri italiano e secondo i criteri stabiliti dall'UE, per ciascun studente di diverso livello, insegnamo loro ad ascoltare, parlare, leggere e scrivere, a seconda delle capacità richieste dal livello. Per imparare una nuova lingua attraverso un metodo più naturale, riteniamo che per uno studente, l'ambiente di insegnamento gradevole sia molto importante, ci impegniamo proprio a creare quest'atmosfera, e la realizziamo con due metodi, uno è l'utilizzo dei mezzi multimediali, e l'altro è l'insegnamento in una classe di dimensione molto ridotta; tutti i nostri insegnanti sono italiani, affinchè i nostri studenti possano apprendere più conoscenze pratiche e funzionali nel minor tempo possibile. In precedenza, molti mi avevano richiesto dei "corsi di lingua parlata", ma mi sono rifiutata perché a mio parere, per studiare una lingua bisogna studiarla in modo completo, leggere i giornali o testi e scrivere articoli, certamente bisogna saper parlare e scambiare opinioni con altri. Ritengo che se si vuole raggiungere un certo livello nello studio di una lingua straniera, bisogna saper scrivere, ascoltare, leggere, ma anche parlare, ognuno di questi elementi è necessario.
Secondo gli standard dell'Istituto Dante Alighieri italiano, abbiamo diviso i corsi della lingua italiana in 6 livelli, e per facilitare l'insegnamento e per conoscere in ogni momento i livelli degli studenti, abbiamo diviso ulteriormente in 12 sottolivelli. Analizzando la situazione attuale del mercato cinese, la domanda conoscitiva dell'italiano non è molto grande, quindi portiamo generalmente gli studenti al 7° livello, ossia al 4° della Dante, livello medio della lingua italiana. Secondo i criteri, per raggiungere un certo livello, si chiedono certe ore d'insegamento, e il tempo dello studio dipende anche dalle situazioni personali di ogni studente. Chiediamo inoltre agli studenti che per ogni ora di lezione in classe, studino un'ora e mezzo a casa per confermare e digerire le conoscenze apprese dagli insegnanti."
Visto che anch'io sono un linguista, l'idea della creazione di un'atmosfera particolare all'interno delle classi ha sucitato il mio interesse:
Per creare un'atmosfera liguistica, a parte i mezzi multimediali, abbiamo stabilito anche una regola molto rigida, non appena lo studente entra in aula, non può parlare altra lingua all'infuori dell'italiano. Dal canto loro, i nostri insegnanti, tutti italiani, adottano tutti i loro mezzi per guidare e stimolare gli studenti a parlare l'italiano in modo da innalzare i loro livelli, e durante le lezioni, non permettiamo loro di guardare i libri di testo né consultare i dizionari, persino nel corso di grammatica, perché chiediamo loro di scoprire le regole grammaticali, e di comprendere le conoscenze ottenute con le loro forze, abbiamo visto che rispetto alle conoscenze dettate dagli insegnanti, le migliori sono quelle ottenute dagli studenti attraverso la riflessione nei constesti più interessanti. Lo studio nell'aula occupa solo un terzo del tempo totale dello studio e nei due terzi restanti, loro devono praticare la lingua, pertanto i nostri studenti, sia quelli di livello alto come quelli di basso livello, riescono a praticare agevolmente la lingua italiana nell'arco del loro studio."
Alla fine della nostra conversazione, la Preside mi ha illustrato la sua ambizione futura, lei ha detto che in futuro, svilupperanno prima di tutto l'istruzione della lingua italiana, vistio il miglioramento attuale della didattica, e inoltre stanno cooperando anche con l'Istituto Cervantes spagnolo e l'Ambasciata spagnola in Cina per aprire anche il corso di spagnolo, il mercato è pieno di occasioni e quello che stanno per fare è aspettare l'occasione più appropriata. Inoltre, hanno pianificato di combinare lo studio della lingua alla formazione professionale per l'occupazione e per i lavori concreti, perché il singolo studio linguistico ha una funzione molto limitata e inoltre la lingua è solo un mezzo di lavoro
"Vogliamo realizzare l'obiettivo che, dopo aver studiato con noi, gli studenti possano praticare la lingua nel lavoro, combinando la lingua e il lavoro nel modo più adatto." |
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