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Cari amici della Sezione Italiana di Radio Cina Internazionale, aderisco volentieri alla vostra richiesta di raccontarvi qualche momento interessante nella mia storia di ascolto delle vostre trasmissioni anche se non è una cosa semplice. Bisogna infatti, andare a scavare nella memoria ed in qualche pezzo di documento conservato nel tempo ma, credo, tutto ciò non aiuta completamente a far capire l'emozione che si può provare in certi momenti particolarmente significativi per se stessi.
Nel lontano mese di agosto del 1980, rimasi coinvolto, insieme a tante altre persone, nel soccorso prestato subito dopo l'attentato terrorista che distrusse la Stazione Ferroviaria di Bologna e che provocò molti morti e feriti. Per ore ed ore trasportai con il mio autobus (ero autista nell'Azienda pubblica di Trasporti di Bologna) i corpi delle persone decedute. Per ore ed ore mi trovai al centro di un avvenimento che avrebbe lasciato un segno incancellabile nella mia vita.
A quei tempi ero già un appassionato di radioascolto. In conseguenza delle mie idee politiche, avevo però alcune stazioni radio straniere che seguivo più di altre: Radio Mosca, Radio Havana e -quella sicuramente meglio seguita- Radio Pechino. Ognuna di queste, durante i notiziari, parlò di quanto era successo nella mia città ma solamente una seppe trasmettermi una emozione particolare al punto di trascinarmi ancora -nel corso della trasmissione- tra quelle macerie dalle quali pensavo di essere uscito.
Per il rilievo dato alla notizia, per il modo di raccontarla, per il timbro della voce di chi raccontava il fatto a tutti coloro che ascoltavano la radio, ebbi la netta sensazione che, anche in uno studio lontanissimo geograficamente, tra persone che non conoscevo e non immaginavo chi potessero essere, si provava una emozione ed un dispiacere forte. I redattori ed i giornalisti di Radio Pechino, in quel momento, li sento molto vicini e più di una volta ho pensato al motivo di questa mia sensazione. Forse -ho pensato- il motivo stava nelle enormi sofferenze che il vostro popolo ha dovuto affrontare nel corso della sua storia recente: quando un popolo anela alla propria libertà c'è sempre chi vi si oppone, anche usando i mezzi più barbari e provocando la morte di tanti innocenti. Questo è successo in Cina. Questo è successo in Italia, a Bologna, città da sempre alla testa delle lotte per i diritti e l'emancipazione dei propri cittadini.
L'emozione che provai ascoltando quelle trasmissioni della vostra radio non le provai ascoltando altre radio: da loro sentii lo stesso tono che viene usato per trasmettere i normali bollettini informativi ogni giorno. Nessuna differenza.
Quella cosa mi rimase impressa. Se sono (e rimango) affezionato alla vostra trasmissione, un po di merito io lo do' a quei momenti di 26 anni fa quando -da un lontano microfono- i redattori di Radio Pechino dimostrarono che non è la lontananza che separa le persone. Ancora oggi credo sia giusto ringraziarvi di questo.
......ed è un ringraziamento che si rinnova perché lo spirito con il quale le vostre trasmissioni vengono redatte non è cambiato. Ancora adesso, durante l'ascolto delle vostre rubriche, mi capita di fermarmi a pensare di fronte ad un metodo di comunicare cose interessanti che provoca sensazioni a volte commoventi.
Grazie per avermi dato questa piccola opportunità dimostrativa della mia stima per voi.
Agide Melloni - Imola
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