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All'alba del 18 ottobre scorso, il famoso regista cinese Xie Jin è mancato nella sua terra natale di Shangyu, nel Zhejiang, all'età di 85 anni.
È difficile per noi stabilire se il cinema sia stato un sogno di Xie Jin oppure se sia stato il cinema a farlo sognare all'infinito. Forse la sua vita può essere riassunta come una vita nel cinema o per il cinema.
Ogni secolo ha la propria cultura, ma nel XX secolo il cinema è sicuramente diventato un punto forte della cultura. Fra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, quando il pubblico cinese è tornato a ricercare l'elemento umano e a riconsiderare le memorie storiche, Xie Jin ha presentato i film "La leggenda del Monte Tianyun", "Il mandriano" e "Il villaggio di Furong"; quando la società perseguiva ottusamente l'idolatria per l'esotico, ha girato il film "L'ultimo nobile", che esalta la nostalgia per la terra natale e per la patria dei discendenti dell'imperatore Yan e dell'imperatore Giallo; e nel 1997, con il ritorno di Hong Kong alla madrepatria, ha presentato il film "La guerra dell'oppio", che osserva un secolo di storia della nazione cinese.
Il presidente dell'Associazione degli scrittori della provincia del Zhejiang, Chen Weidong, afferma che in molti periodi chiave dopo la fondazione della nuova Cina, le opere di Xie Jin hanno superato i tabù, ispirando la simpatia del pubblico dell' epoca. I 36 film da lui diretti sono come un riassunto dei grandi fatti che hanno segnato gli alti e bassi della società cinese.
"Ogni paese, in ogni epoca, deve modellare un'immagine tipica della propria nazione. Se nel XX secolo il cinema cinese non lascia alcuna bella immagine, accettabile dal mondo intero, i cineasti della nostra generazione non hanno onorato le loro responsabilità." Così si è espresso Xie Jin, facendoci percepire il peso della sua responsabilità: come inserire le riflessioni lasciate dalla storia nelle opere d'arte, lasciando nel pubblico delle impressioni indimenticabili? Quindi egli ha continuato a punzecchiare i giovani cineasti, osservando che per fare i registi, occorre prima studiare bene la storia.
Sulla strada del cinema, Xie Jin ha sempre portato questo senso di missione storica e di dolore nel registrare nelle sue pellicole la politica, i cambiamenti delle tendenze storiche e il sorgere dello spirito epocale della società cinese, tra cui " Il n.5 della squadra di pallacanestro femminile", "Il distaccamento rosso femminile", "Sorelle sul palcoscenico", "Culla", "La leggenda del Monte Tianyun", "Qiu Jin", "Il mandriano", "Il villaggio di Furong", "Le ghirlande ai piedi del monte", "L'ultimo nobile" , "La guerra dell'oppio", ecc.
Nei sui 60 anni di lavoro cinematografico, Xie Jin, il pioniere del realismo cinematografico cinese, ha sempre mantenuto una rigorosa e profonda analisi della società, ed assorbito le esperienze altrui e le nozioni moderne, superando coraggiosamente sé stesso. |
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