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Due settantenni, marito e moglie, stanno quietamente trascorrendo la loro vita di pensionati in un quartiere popolare del distretto Chaoyang di Beijing. Vanno al vicino mercato ortofrutticolo per comprare gli ortaggi, intervengono con l'ufficio del condominio per le infiltrazioni d'acqua sulla parete dell'alloggio, leggono molti giornali ogni giorno, e apprendono dalla TV i grandi eventi statali. Tuttavia non sono assolutamente dei comuni anziani in pensione, ma degli esperti stranieri venuti in Cina 30 anni fa per lavorare. Da trent'anni Juan Morillo Ganoza e la moglie Giorgina vivono a Beijing come dei comuni cinesi, riflettendo tuttavia continuamente con la mente degli intellettuali occidentali sugli enormi cambiamenti della Cina attuale.
Juan Morillo è nato in Perù nel 1939, ha studiato letteratura e filosofia nelle università di Perù, Ecuador e Cile, ed è stato professore universitario, giornalista e redattore professionista in patria. Nel 1978 è venuto in Cina ad insegnare all'Università di Lingue Straniere di Beijing. Nel 1982 ha iniziato a lavorare come esperto a Radio Cina Internazionale, continuando fino alla pensione. Come testimone dei 30 anni di riforma e apertura della Cina, Juan Morillo naturalmente conosce a fondo i vari tipi di cambiamenti avvenuti accanto a lui. Ma questo intellettuale con un background di educazione tradizionale occidentale non è affatto soddisfatto di fare solo da osservatore. Sta infatti riflettendo su come sono avvenuti i cambiamenti radicali di questi 30 anni in Cina e sul loro significato.
"Com'è cambiato il modo di pensare dei cinesi? La chiave sta nello stabilimento dell'economia di mercato. Finalmente è arrivato il giorno in cui tutti possono scegliersi liberamente il lavoro, quindi molti hanno rinunciato alle stabili posizioni negli organismi statali, 'gettandosi nel mare' della sfida del mercato. L'espressione cinese 'gettarsi in mare' significa penetrare nell'incertezza. Quindi sia per cominciare una propria attività, che per ottenere un posto migliore, occorre essere pieni di fiducia nelle proprie capacità e nelle opportunità presenti."
Juan Morillo ha aggiunto che la riforma significa anche che le aziende o enti pubblici hanno dovuto procedere al riaggiustamento del personale. Tuttavia in un mercato aperto, chi ha perso il lavoro ha ancora l'occasione di ricominciare in varti modi un'attività. Alcuni hanno fallito, mentre altri hanno creato delle possenti aziende non statali. Egli lo definisce un "fenomeno straordinario". "Il meccanismo di mercato ha stimolato l'entusiasmo del pubblico per l' innovazione. La riforma del sistema economico ha così cambiato il modo di pensare dei cinesi." Questa è la sua conclusione.
D'altro canto, secondo Juan Morillo, la libertà di pensiero permessa ai cinesi dalla riforma e apertura è anche un importante motivo degli enormi risultati ottenuti oggi dalla Cina.
"L'apertura ha portato un atteggiamento di assorbimento generale, ma anche uno spirito di innovazione e progresso al passo con l'epoca. Una mente chiusa è favorevole al mantenimento dei valori tradizionali, ma non riesce ad adattarsi alla società odierna. Per sopravvivere e svilupparsi in quest'epoca, occorre emancipare il pensiero, stando al passo con i rapidissimi cambiamenti mondiali. La riforma e apertura, lo sviluppo economico e l'emancipazione del pensiero sono interattivi: un'apertura irrazionale non avrebbe permesso la realizzazione dello sviluppo economico, mentre a sua volta lo sviluppo economico ha aperto nuovi orizzonti al pubblico."
Giorgina era una studentessa di Juan Morillo, e alla fine degli anni '70 ha seguito il marito in Cina, dove per trent'anni ha insegnato all'Istituto di lingue straniere dell'Università di Magistero della Capitale e all'Università di Lingue Straniere di Beijing. Ella è molto felice di essere rimasta con i giovani per tutta la vita.
"Ho insegnato in molte università di Beijing, il che è stata un'esperienza molto bella. Infatti questo tipo di lavoro mi ha permesso di stare con i giovani, e di capire, tramite la crescita di varie generazioni, i cambiamenti ed i progressi politici, economici e ideologici della società cinese."
Secondo Giorgina, 30 anni fa i giovani cinesi studiavano per "costruire un paese migliore"; gli universitari degli anni '90 sono diventati più autonomi, privilegiando la realizzazione del valore personale; nel 21°secolo, i giovani dispongono di condizioni ancora migliori per arricchire il tempo libero e la vita. Lei osserva che oggi ad essere aperto non è solo il mercato, ma anche i completi scambi a livello sociale e culturale. Molti stranieri che ora risiedono in questa città hanno portato i loro modi di vita e di pensiero. Una miriade di cose straniere sono penetrate a casaccio in Cina, ed i cinesi hanno trovato che molti valori occidentali si scontrano con i concetti tradizionali locali.
"Ritengo troppo forte chiamarla un' 'aggressione culturale'. Tuttavia, in Cina, una nazione che mantiene da migliaia di anni la sua cultura e tradizione, con pochi cambiamenti, negli ultimi decenni i mutamenti a livello ideologico e culturale sono stati realmente straordinari."
Giorgina, piena di affetto per la Cina, teme molto per certi fenomeni, come l'ascesa del consumismo tra i giovani. Ella osserva che ora anche in Occidente è in corso un esame di coscienza su questo modo di vivere. A rammaricarla è anche il fatto che molti giovanni non amano cucinare e vanno al ristorante. Continuando così, a scomparire non sarà solo la grande e formidabile cucina cinese, ma anche il bel modo di vita delle riunioni di parenti e amici a casa per mangiare. I coniugi Giorgina e Juan Morillo ritengono che il concetto di famiglia e la solidarietà e aiuto reciproco siano la parte più ammirevole dei valori tradizionali cinesi, quindi vadano energicamente protetti e diffusi.
Circa gli aspetti in cui la Cina aperta deve continuare ad imparare alla grande dall'Occidente, i due hanno detto francamente che la Cina deve prendere a prestito l' esperienza dei paesi europei nei diritti e interessi delle donne, nel welfare sociale, nella previdenza dei lavoratori e nella sorveglianza dell'opinione pubblica. |
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