Il film italo-cinese "Little Red Flowers" di Zhang Yuan, presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama Special, ha vinto l'International Confederation of Arthouse Cinemas Award.
Il film è prodotto da Marco Mueller per Downtown Pictures in associazione con Rai Cinema, Istituto Luce e la cinese Good Tidings, e verrà presto distribuito nelle sale italiane dall'Istituto Luce.
Dopo il consenso ottenuto al Sundance Film Festival, dove il film è stato presentato il mese scorso, anche Berlino gli ha riservato una buona accoglienza, non solo di pubblico ma anche di critica.
Titolo film: Little Red Flowers
Anno: 2006
Data di uscita: 14/02/2006
Durata: 92
Origine: Cina, Italia
Genere: commedia
Formato: 35 mm
Regia: Zhang Yuan
Sceneggiatura: Zhang Yuan
Musiche: Carlo Crivelli
Montaggio: Jacopo Quadri
Scenografia: Huo Tingxiao
Trama: Nella Cina pre-rivoluzionaria dell'inizio degli anni '50, il piccolo Fang Qiangqiang viene mandato all'asilo a tempo pieno. A soli quattro anni ha già sviluppato un'indole ribelle e fatica ad abituarsi alla vita in comune con gli altri bambini. Nonostante tutto, però, cerca di fare del suo meglio per ottenere i tanto desiderati fiori rossi che le maestre danno in premio agli alunni più meritevoli, anche se lui fallisce in ogni occasione. Fang Qiangqiang comunque ha ottenuto il rispetto dei suoi compagni ed è riuscito a convincerli che la direttrice è un mostro mangia bambini che deve essere assolutamente catturato, ma quando il piano per prendere prigioniera la donna fallisce, Qiang si ritrova solo e abbandonato.
Tratto da un romanzo di Wang Shuo, che visse l' esperienza dell'asilo nei primi tempi dopo la rivoluzione, è il romanzo di formazione di un bambino costretto a confrontarsi con una educazione militaresca. Sulle prime Fang Qiangqiang sembra subire passivamente la dittatura delle maestre e aspira ai rossi fiori di carta assegnati ai migliori. Poi, però, nel fanciullino monta irrefrenabile la ribellione per cui suscita un putiferio inventando che la direttrice è un mostro e mangia i bambini: e lo lasciamo che è fuggito in un ospedale, convinto che per non obbedire è meglio darsi malato. La figura metaforica di questo bambino che Brecht avrebbe definito un Bastian Contrario è delineata con tanta forza da suscitare forse nelle alte sfere del suo Paese gli stessi malumori che da noi indussero il sottosegretario Andreotti a indirizzare la famigerata reprimenda a De Sica. Aveva ragione chi ha scritto che i bambini fanno paura ai grandi perché sono i soli capaci di inventare una rivoluzione al minuto. |