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Qing Qing, artista della canapa e dei fiori
2008-04-01 10:38:24 cri     

Immaginate una donna di mezz'età, di notte, in un vicolo di Pechino, intenta a raccogliere da terra rami e foglie di asacia, pioppo, giuggiole, gli alberi più comuni della città vecchia, quando questi vengono potati dagli operai del comune?Oppure mentre raccoglie fiorellini e steli selvatici nei prati di periferia?Immaginatela ancora mentre scorre cogli occhi un cumulo di rifiuti, vi scorge un vecchio scaffale e una scatola in legno rovinata, e vinta la vergogna, si avvicina e se li porta via alla chetichella?

Ebbene, questa è Qing Qing, un'artista cinquantenne di Pechino, dallo spirito chiaramente ecologico e fautrice di un'arte povera, vicina alla gente, ma al tempo stesso poetica e nobile. Coi suoi rami, foglie e fiori disseccati, inseriti su un supporto di canapa, Qing Qing realizza allestimenti molto particolari, quali abiti, mobili e decorazioni, presentati in questi giorni nel superbo ambiente della Galleria Red Gate, situata alla Dongbianmen, la torre sud-est delle antiche mura della capitale. Alta e robusta, ma dai toni molto gentili, l'artista mi ha illustrato parte delle sue opere: il materiale di base che ella utilizza è la canapa, di cui lavora gli steli, ricavandone fibre sottili che riunisce in fogli, sistemati poi a strati inframmezzati da fiori e steli secchi. In questo modo realizza abiti, pannelli, mobili, insomma oggetti di uso quotidiano, trasformati dal linguaggio magico dell'arte. Ecco una tunica lunga, dalle ampie maniche, ed ancora dei pantaloni vecchio stile: toccandone la struttura trasparente, questa si rivela consistente, poiché gli strati di fili di canapa e fiori sono icollati fra loro in un sandwhich compatto. I colori sono molti armoniosi: sullo sfondo avorio della canapa, spiccano il giallo, bianco e rosa dei fiori e degli steli vegetali, in un insieme di grande delicatezza. Nella struttura spesso sono inserite strisce di carta ricanti delle scritte: chi mai avrebbe pensato che si tratta di annunci matrimoniali? In diverse lingue, gli annunci esprimono il desiderio molto umano di trovare un partner per la vita. Tuttavia nella realtà raramente hanno successo, rivelandosi una risorsa piuttosto naif ed anche umoristica, secondo Qing Qing, che fra l'altro ha accumulato tre mariti e? tre divorzi. Ecco quindi la serie "Zhao duixiang", ossia "Cercare un partner", che ha fatto scalpore qualche anno fa, costituita da abiti di canapa, fiori secchi e annunci matrimoniali.

La serie "La dote" consta invece di mobili immaginari che una fanciulla porta come dote di nozze: una sedia avente come supporto rami e canapa, con inserite delle rose rosse secche; uno scaffale sempre di rami e fibre di canapa, con inseriti steli di rosa, colle loro grosse spine, ed un paio di scarpine del passato, quelle che indossavano le donne cinesi coi piedi fasciati; una specie di madia, sempre in canapa e rami, illuminata da tenui lampadine, contenente dei bozzoli di seta, ad espressione del detto cinese "Zuo jian zi fu", avvolgere un bozzolo intorno a sé, tutti chiari simboli della schiavitù a cui si riduce la donna tradizionale col matrimonio. Ecco anche una culla che pende dall'alto, simbolo della vita, ed addirittura una bara, presentata all'Expo mondiale di Hannover di qualche anno fa.

Il committente tedesco voleva un simbolo del folklore funebre cinese e Qing Qing, unica donna fra i sette artisti cinesi prescelti, si trovò allora costretta a toccare l'argomento della morte, spesso tabù in Cina. "La gente è così poco seria in vita, eppure guarda così solennemente alla morte", commenta polemica l'artista, che ha quindi realizzato una bara di canapa, rami e rose, inserendovi all'interno due busti, il suo e quello di un amante, realizzati con pagine di testi di medicina. Ricordiamo a questo punto che Qing Qing è in realtà un medico che una decina di anni fa ha deciso di dedicarsi professionalmente all'arte, una scelta coraggiosa e riuscita. Si è quindi trasferita per circa cinque anni all'estero, avendo come base Vienna, e nel 1999 ha deciso di tornare in patria. La sua è un'arte tridimensionale, poiché, ella spiega, la vita moderna è pluridimensionale per cui la sua rappresentazione deve andare di pari passo.

La pittura è ormai superata. Un tema di attualità che Qing Qing ha toccato recentemente è quello della clonazione: a questo scopo ella ricorre a scatole in legno, in cui inserisce allestimenti mobili i cui attori sono bambole o dinosauri. Ella ricorda che migliaia di anni fa i dinosauri erano gli animali più forti della terra, ma oggi non esistono più, e questa potrebbe diventare la sorte dell'uomo, se continua a giocare con la natura. Le bambole di un allestimento sfogliano con nonchalance un grosso dizionario cantando una nenia, sono bimbi clonati, belli e paffuti, ma leggono a caso qualsiasi cosa, come non esistesse più una scala di valori e tutto si fosse appiattito. Questo allestimento è stato presentato l'anno scorso alla Città del libro di Xidan, una delle maggiori librerie della capitale, proprio per invitare le migliaia di lettori ad una scelta più accurata dei testi. Un altro tema toccato dall'artista è la memoria, rievocata nella serie "Heisejiyi xilie", ricordi neri: allo scopo ella utilizza delle scatole, di per sé apribili e chiudibili, proprio come la memoria, che possiamo attivare o meno, a piacere.

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