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Han Xucheng, il pittore degli ortaggi. Nato nel 1962, anno della tigre, in un villaggio presso l'antica città di Handan, nella provincia dello Hebei, alto e di corporatura robusta, un viso tondo abbronzato, il capo rasato, Han abita in una casa contadina in affitto, situata in mezzo ad un vasto appezzamento di orti. D'inverno il tutto ha un'aria un po' squallida, ma nelle altre stagioni il verde degli ortaggi e degli alberi imprime tocchi multicolori al giardino, fiancheggiato all'ingresso da due stagni.
Da quando si è trasferito qui da Handan, circa due anni fa, Han Xucheng conduce una vita piena, realizzata, ha ritrovato sé stesso, insomma: si alza ogni giorno alle 6 per preparare la colazione ai due figli, li manda a scuola, quindi a scuola, quindi dipinge fino alle 11, prepara il pranzo per i bimbi di ritorno da scuola, ricomincia a dipingere fino all'ora di cena, prepara la cena e finalmente riposa. A prima vista pare un ritmo stressante, ma Han ne è molto soddisfatto, vista la sua precedente esperienza di businessman di provincia, con una serie di doveri sociali da coltivare che lo estenuavano ed in fondo poca propensione per gli affari. Nato una famiglia di campagna, il padre aveva una certa cultura ed era anche un pittore, molto ammirato nella zona.
Grazie alla sua influenza, Han cominciò ad amare sin dall'infanzia la pittura, la fotografia ed il cinema, presentandosi per cinque sei volte all'esame per entrare all'Accademia dìarte, ma venne sempre scartato nelle materie culturali. Come tecnica pittorica di base, i suoi punteggi erano invece buoni. Per rifarsi dalla delusione, dopo l'ultimo tentativo fallito, nel 1986 intraprese un lungo viaggio nel sud della Cina, nelle stupende province dello Yunnan, Guizhou e Jiangxi, dove dipinse molto dal vivo.
Finiti i soldi, tornò a casa e come figlio maggiore dovette sobbarcarsi la responsabilità della famiglia, sposandosi e mettendosi a fare del commercio per guadagnare. Riuscì a comprarsi un alloggio ed anche la macchina, ma la sofferenza era tale che nel 1996 si è separato dalla moglie, che non condivideva i suoi ideali di vita, e si è dato anima e corpo alla pittura, occupandosi nel contempo dei figlioletti. Temeva, come spesso accade, che coi figli piccoli, la moglie non trovasse più marito, quindi li volle con sé entrambi. Trovo davvero ammirevole questo suo atteggiamento. Poiché altri artisti della sua città si erano trasferiti nel villaggio presso Pechino, Han ha deciso di fare lo stesso, e nel 2000 è arrivato qui coi figli, un maschietto e una femminuccia, e si è sistemato in una semplice casa contadina, dipingendo le belle distese di ortaggi che vede dalla sua ampia finestra.
Egli si sente molto legato alla realtà contadina, da cui proviene, ne ama la semplice cucina (cita il riso bollito e le verdure in salamoia della colazione, i cetrioli, il pane al vapore? egli coltiva nel suo orto sette tipi di verdura, con enorme soddisfazione?), ha inoltre un grosso affetto per gli enormi telai presso tessere usati nel suo villaggio, che sa adoperare perfettamente e che vorrebbe portarsi anche qui, l'arcolaio, i vivaci colori dei tessuti, gli orci e le giare di terracotta, gli abiti imbottiti, che indossa ogni giorno, e?il freddo, sì, perché ama dormire al gelo, e svegliarsi con l'acqua ghiacciata nella bacinella dove si lava il viso. Se fosse libero da impegni familiari, Han vivrebbe volentieri da eremita sui monti, come molti pittori taoisti del passato, nutrendosi delle bacche e dei frutti che la natura offre, spostandosi liberamente e dipingendo. Per ora, si dedica come impegno ai figli ed alle sue composizioni di ortaggi: sono ampie distese di cavoli, peperoni, pomodori, zucche, soya, piselli, dai colori armoniosi e dal ritmo piacevole, una pittura precisa, ordinata, che dà una netta sensazione di pace. Gli effetti di luce sulle varie tonalità di verde sono impressionanti.
Ricordano un po' il suo pittore preferito, Van Gogh. Belli anche gli scorci, con le zucche che coltiva egli stesso e che raggiungono anche i due metri di lunghezza. Recentemente Han ha iniziato una serie di stagni e fossati ghiacciati, circondati da canne, di grande effetto ed armonia. Egli dice che gli orti naturali, all'aperto, fra qualche anno saranno ormai spariti, con l'imperversare delle serre coperte e delle coltivazioni idroponiche, per cui intende approfittare del tempo che rimane per riprodurne la struttura, i viottoli e i cataletti per l'irrigazione, e soprattutto i colori sotto il sole, specie d'autunno.
Di fronte a casa egli coltiva anche il mais, le cui pannocchie dorate sono uno dei suoi temi preferiti. Purtroppo le sue tele contadine, alcune delle quali ampie come una parete, non sono molto amate dal pubblico cinese, uscito da troppo poco tempo alla dura realtà rurale, mentre il pubblico straniero pare apprezzare. |
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