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Ai piedi di una montagna coperta da verdi canne di bambù, alcuni ruscelli confluivano in un grande fiume. Un taoista costruì sulla montagna un tempio per le sue pratiche religiose.
Una sera una piena scese giù con tale impeto da asportare case e capanne e ingombrare i ruscelli. Alcuni dei sinistrati si aggrapparono a dei legni ed altri si rifugiarono sui tetti. Dovunque si sentivano grida di "Aiuto!", "Aiuto!" Con un impermeabile di foglio di palma e un cappello di bambù in testa, il taoista si appressò alla riva per guidare un gruppo di bravi nuotatori a soccorrere i naufraghi, salendo su una grande barca. Se qualcuno era trasportato dalla corrente, i soccorritori gli gettavano una tavola di legno legata ad una corda. In questo modo salvarono molte vite. Quando si fece giorno, il taoista notò il corpo di un animale tra le onde. La testa galleggiante sull'acqua si muoveva, come chiedesse aiuto. Il taoista disse: "Anche questo è un essere vivente, dobbiamo salvarlo subito!"
In risposta al suo appello, il barcaiolo andò incontro alla bestia e la fece salire sulla barca. Era una tigre. Appena salita in barca, la fiera era ancora incosciente, e poco dopo si leccò la pelliccia. Dopo lo sbarco, la tigre fissò con gli occhi spalancati il taoista e piombò su di lui. Lo prese e lo atterrò. Gli altri corsero subito a salvarlo ed il taoista scampò alla morte al prezzo di gravi ferite.
Yulizi osservò: "Che tristezza! E' colpa del taoista, perché pur sapendo che la tigre non è umana, ha voluto salvarla lo stesso. Non è forse questa la colpa del taoista? Nonostante ciò, Confucio concluse: 'dalla colpa del taoista si sa che è una persona virtuosa.'"
Cari amici, a mio parere, la favola vuol dimostrare che la pietà di un infelice è virtuosa, mentre quella di un nemico feroce è pericolosa. |
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