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Il 26 marzo alla Concert Hall della Città Proibità di Pechino si è tenuto un concerto di piano jazz, con protagonisti Enrico Pieranunzi e Danilo Rea. (Audio)
Non è certo pratica comune avvicinare due pianisti jazz sullo stesso palco, in un dialogo fitto di tensione creativa, estetiche differenti e linguaggi lontani che alla fine si integrano e danno vita ad una forma di espressione altra e compiuta.
Enrico Pieranunzi è un pianista e compositore enciclopedico dotato di un ottimo senso musicale, che si è avvicinato al pianoforte a soli cinque anni. Nasce a Roma nel 1949 e assorbe le influenze del padre musicista che lo introduce al mondo del jazz. Contemporaneamente studia pianoforte classico, e si diploma al conservatorio, nel quale rimarrà ad insegnare fino al 1973. Le prime esperienze nel jazz le vive nei primi anni Settanta trovandosi al fianco di diversi musicisti stranieri di passaggio in Italia, tra cui è bene ricordare il trombettista Chet Baker. Assapora incontri speciali e riesce a mescolare la musica classica, quella popolare e il blues con il linguaggio del jazz, in tutti i suoi stili: be bop, hard bob, free e swing. Contemporaneamente al jazz incontra negli stessi anni il mondo del cinema, un amore vivo ancora oggi, e che ha ultimamente approfondito rileggendo le musiche di Nino Rota e Ennio Morricone. Ha suonato persino con Morricone e Trovajoli. La sua carriera è costellata di premi e riconoscimenti, ed ha registrato più di sessanta CD a suo nome.
Prima del concerto abbiamo intervistato per voi questi due eccezionali musicisti italiani. Cominciamo con Enrico Pieranunzi:
Otto anni meno di Enrico Pieranunzi, Danilo Rea è anche uno dei pianisti che più hanno marcato la scena del piano jazz negli ultimi venticinque-trent'anni in Italia. Nato a Vicenza nell'agosto del 1957, fin da bambino ha vissuto a Roma. Condivide i primi anni di attività ? ma ancora oggi si trovano spesso vicini ? con Pietropaoli e Gatto, vale a dire il Trio di Roma, il quale debutta nel 1975. Fin da giovane dimostra un'ottima conoscenza del pianoforte, si è diplomato al conservatorio di Santa Cecilia, e un'apertura totale nei confronti della musica extra-jazzistica. Tra i suoi idoli adolescenziali vi è Keith Emerson, esegeta di moog e sintetizzatori. Tra le prime esperienze vanno ricordate le scorribande all'interno di Lingomania Fondamentali. Sempre alla metà degli anni Ottanta risalgono le collaborazioni, specie nel quintetto di Giovanni Tommaso. Collabora con Chet Baker, Lee Konitz, Aldo Romano. A lungo collabora con autori di musica leggera, tra cui Mina, Baglioni e Celentano. Grazie a questa capacità di rinnovamento e libertà espressiva si immerge nuovamente nel mondo del jazz, sia nel Doctor 3, con Pietropaoli e Fabrizio Sferra, conquistando il grande pubblico e la stampa specializzata, in una rivisitazione del repertorio jazz, rock e pop; sia in solo. Proprio in piano solo incide per l'etichetta dell'Auditorium Parco della Musica un disco dal vivo che segna la prima volta della sala Santa Cecilia alle musiche extra-colte.
Grandi musicisti dotati di una sensibilità superiore alla media. E' per questo motivo che l' incontro tra Enrico Pieranunzi e Danilo Rea non può che funzionare. Tra le personalità di maggior spicco nel panorama jazz italiano e con notorietà internazionale, sono molto differenti tra loro, ma entrambi sono accomunati dalla città di Roma dove vivono ed operano. |
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