Il 15 aprile 2006, presso la prestigiosa Sala di Concerto della "Città Proibita", si è tenuto un concerto di musica classica italiana; i solisti provenienti dal Teatro "Sperimentale" di Spoleto, Francesca Sassu, Francesco Marsiglia e Costantino Finucci, diretti dal maestro Nicholas Smith, si sono esibiti con l'Orchestra e il Coro Internazionale di Pechino in "Italian night", un programma dedicato a Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi, che ha previsto nella prima parte arie da "La Traviata" e nella seconda l'esecuzione della "Messa di Gloria" di Puccini. 

Su invito dell'International Festival Chorus di Pechino e della Municipalità di Shenyang, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto "Adriano. Belli" è giunto in Cina dal 10 al 22 aprile con un ricco programma di concerti e scambi culturali.

"L'amicizia con la Cina è radicata nella tradizione della storia italiana. Tra i nostri popoli, eredi di prestigiose tradizioni e di culture millenarie, esiste un linguaggio comune che travalica i secoli e crea affinità che si tramandano di generazione in generazione". Così scrive il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi presentando l'Anni dell'Italia in Cina 2006.

Questo concerto fa parte delle iniziative ufficiali dell' "anno dell'Italia in Cina 2006", ed è stato realizzato grazie alla collaborazione della Regione Umbria, della Banca Popolare di Spoleto, del Comune di Spoleto e di Sviluppumbria, ma anche grazie al contribuito dell'International Festival Chrous di Pechino, organizzatore degli eventi nella capitale, dell'Ambasciata d'Italia a Pechino e della Municipalità di Shenyang.

Eccovi un'intervista in dettaglio:

L'International Festival Chrous, composto da quasi 60 elementi di ventitre nazionalità diverse, è un gruppo veramente intenazionale dove stranieri e cinesi s'incontrano per condividere la comune passione per la musica. Avendo eseguito musiche in inoltre 7 lingue, tra cui inglese, cinese, tedesco, italiano e slavo ecclesiale, l'International Festival Chrous si configura come una vetrina d'eccellenza per presentare la musica mondiale.

Nel 2003 l'IFC è stato il primo gruppo di cantanti internazionali ad esibirsi in Cina con la massima opera corale del compositore cinese Xian Xinghai, la Yellow River Cantata.

Fondato a Pechino dal direttore Nicholas Smith e dai cantanti, il coro si serve della ricchezza culturale ed esperienza dei propri membri provenienti da tutto il mondo per contribuire con una diversa prospettiva allo sviluppo musicale cinese. L'IFC segue lo schema della tradizione dei cori europei da festival, che comporta una ridotta quantità di prove con un alto livello di autodisciplina, con l'obiettivo di trasformare ogni concerto in una gratificante sfida per i cantanti, quanto un apprezzabile momento di intrattenimento per il nostro pubblico.

Il 15 mattina aprile, al seguito della loro pratica del coro, ho intervistato il direttore Nicholas Smith che parla benissimo il cinese con l'accento di Pechino. Eccovi l'intervista in dettaglio:

Durante l'intervista il Signor Nicholas Smith si è presentato cosi:

Sono Nicholas Smith, risiedo in Cina da 15 anni, e adesso abito a Pechino. Partecipo il più possibile alle attività musicali nella sfera da me accessibile.

Diverso dagli altri cori, 'International Festival Chrous è composto da persone provenienti da varie nazioni, ed alla mia domanda riguardo a quale sia la più grande difficoltà nel dirigere questo coro, mi ha detto:

I componenti del coro parlano generalmente inglese, e quando incontrano difficoltà di comprensione della lingua, le persone vicine possono sempre aiutarli a capire. Durante le prove parliamo inglese, quindi non esistono molte difficoltà di comunicazione tra noi. Tutti siano provenienti da diversi ambienti linguistici e con diversi backgroud musicali, e come unire tutte le voci e conciliare tutte le esigenze rappresenta l'aspetto più difficile; in ogni caso molte persone con diverse mentalità si siedono insieme per fare una cosa, e questo è un aspetto molto prezioso.

Tutti i membri del nostro coro sono stranieri che lavorano in Cina, e quando i loro contratti finiscono partono, pertanto il coro è fluttuante, tuttavia credo che un'organizzazione debba avere una tradizione, e il nostro coro ne ha una, cioè i membri vecchi insegnano a quelli nuovi. Il nostro coro esiste da 5 anni, e la nostra tradizione si è costituita. Pertanto, per me la collaborazione con questo coro è motivo di felicità.