L'altopiano del Tibet, il tetto del mondo, si erge impotente ed altero al confine sud-occidentale della Cina, pregno della bellezza più primitiva e sognante dell'umanità. L'impetuoso fiume Yaluzangbu ed i monti innevati Tanggula hanno concepito la religione, cultura ed arte particolari di questa terra. Così vicina al cielo, questa ha generato una popolazione dalla forte fede che si prosterna ai piedi dei monti sacri. Il suono dei campanelli nei monasteri lamaisti e la lettura dei testi sacri nelle sale profumate, che continuano da secoli, si esprimono in una melodia di paradiso.
"Le voci dal cielo" di Zhu Zheqin, Dadawa, paiono il risuonare di un fiume che scende diretto dall'altopiano, e sono pregne di un calore incontenibile.
Dadawa Zhu, cantante che ha attirato l'attenzione dei settori discografici e dei mass-media di tutto il mondo, ha visitato il Tibet più volte, ascoltando le stesse canzoni dei tibetani e cantando con loro i motivi delle grandi pianure e dei fiumi impetuosi.
Yangjinma è la divinità tibetana dell'arte musicale, chiamata anche "divinità melodiosa". In Tibet, un virtuoso del canto è sempre considerato una personificazione di Yangjinma. Forse Dadawa Zhu è davvero la "divinità melodiosa" della fine del secolo!
Cari amici, avete mai sentito la leggenda dei sette tamburi, ampiamente diffusa tra il popolo tibetano? Secondo questa leggenda, una bambina sorda e cieca, recitando una serie di incantesimi, produsse due mondi fantastici: uno reale e l'altro ideale, per cui udì il suono di sette tamburi magici, chiamati rispettivamente: Nema, Dawa, Miama, Lhakpa, Phurbu, Basang e Bianpa, dai nomi delle divinità dei giorni della settimana.
"Le voci dal cielo" esprimono l'amore dell'umanità, la poesia della musica e la forza che unisce migliaia di persone. Ascoltando le canzoni di Dadawa, forse si percepisce il passo dei Lama, e le risate dei bambini tibetani che giocano nella magia mattutina. |