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Il calendario tibetano
2009-03-26 10:24:58 cri    

Malgrado il calendario solare sia il più diffuso nel mondo, non sono apariti quelli tradizionali con caratteristiche regionali. I tibetani, che vivono sull'altopiano nevoso, hanno creato un loro calendario singolare, secondo il quale, essi organizzano la produzione agricola e la celebrazione delle feste tradizionali.

Il calendario tibetano è stato formato sulla base delle particolarità della produzione agricola, della temperatura, delle esperienze pratiche delle popolazione e anche assimilazione dei vantaggi degli antichi calendari indiani e han. Il calendario tibetano è diviso in 12 mesi che durano 20 o30 giorni: ogni 2-3 anni se ne inserisce uno bisestile per recuparare l'equilibrio tra i mesi e le stagioni. Come il calendario degli han, esso ha un ciclo di 60 anni e 10 tronchi terrestri che rappresentano i cinque elementi naturali (legno, fuoco, terra, oro e acqua), ognuno dei quali ha due aspetti (yin e yang) e 12 rami terrestri a cui corrispondono i 12 segni zodiacali (topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, pecora, scimmia, gallo, cane e maiale).

Anticamente, il nuovo anno del calendario tibetano iniziava quando il grano era maturo o quando veniva raccolto, di solito in estate o in autunno. Dal 13° secolo circa, cioè dal regno di Shajia, durante la dinastia Yuan, l'inizio del calendario tibetano si avvicinò a quello han cominciando con qualche giorno, un mese al massimo di differenza su di esso. Nella zona di Gongpu nella parte meridionale del Tibet, il nuovo anno inizia ancora il primo giorno del decimo mese del calendario tibetano ed è chiamato ''nuovo anno Gongpu'', mentre nella parte occidentale, specialmente in certe zone agricole, il capodanno cade il primo giorno del dodicesimo mese del calendario tibetano ed è chiamato perciò, ''nuovo anno dei contadini.''

Il capodanno del calendario tibetano è la più grande festa del Tibet. Tutti i preparativi che riguardano il cibo, gli indumenti, gli oggetti di uso quotidiano e i giocattoli, vengono preparati a partire dall'inizio del dodicesimo mese e ogni famiglia, da allora, comincia a seminare il qingke (orzo tibetano) che verrà messo, quando spunta, davanti alla nicchia, per augurare un buon raccolto. Con l'avvicinarsi del nuovo anno, si fanno le grandi pulizie e si applicano i disegni augurali bianchi sulla veranda e in cucina. Inoltre, in ogni famiglia, non può mancare la testa di capra, perchè in tibetano, ''capra'' si pronuncia alla stessa maniera di ''capodanno'' e simboleggia la fortuna. Per di più, nel recipiente che si usa tradizionalmente per misurare i cereali si mettono la pasta di farina d'orzo, il burro e il grano, sopra i quali si collocano spighe di grano e fiori di burro.

L'ultima notte dell'anno, tutti i familiari si riuniscono in casa per mangiare insieme gli gnocchi con la carne secca, i residui del latte, la frutta e altri sei tipi di ingredienti. Dentro ad alcuni gnocchi si mettono appositamente fili di lana, carbone, pezzetti di piselli o peperoncini per determinare il carattere di chi li mangia che può essere buono, cattivo, aututo, audace o forte. Non è difficile immaginare quanto ciò sia divertente. Dopo la cena, lo ''scacciare i demoni'' è il rito che porta la festa al suo apice. Questi demoni non hanno sembianze definite, dunque, basta dare una spazzata in ogni angolo della casa e strofinare tutto il corpo con la pasta di farina d'orzo che allontana tutte le sventure. Poi si buttano la spazzatura e la pasta contaminata in un crocicchio o in un'aia fuori del villaggio e si bruciano insieme a della legna. La sera, a poca distanza dai villaggi e dalle cittadine si vedono ardere questi falò. Non appena accesi i fuochi, gli adulti indietreggiano subito per paura che gli spiriti li seguano, mentre i ragazzi giocano e gridano intorno al fuoco.

La mattina seguente, di buon'ora, la padrona di casa di ogni famiglia va al pozzo o alla sorgente per prendere l'acqua pulita per tutto il giorno affinchè i familiari si lavino e gli animali domestici si abbeverino. Si dice che la mattina del primo giorno del nuovo anno, il re degli inferi salga sulle cime nevose, dove si trovano le sorgenti dei fiumi, per bere il latte fresco del leone sul monte. Gli schizzi del latte nell'acqua la rendono sacra.

Dopo che tutti i familiari hanno indossato gli abiti nuovi, si seggono in fila in ordine di generazione. L'anziano della famiglia fa gli auguri a tutti portando un recipiente con cinque cereali. Allora, tutti prendono una manciata di pasta di farina d'orzo dal recipiente, ne spargono una parte in aria per dimostrare il loro rispetto agli dei e ne mettono una parte in bocca, mentre dicono agli anziani più rispettati: ''Salute e buona fortuna''. Dopo il contraccambio degli auguri, si mettono a tavola per la colazione, brindando.


Articolo tratto dal 12/98 della rivista "La Cina ",distribuira da Società Cinse del Commercio Internazionale del Libro

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