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L'etnia tibetana conta una popolazione di 4 milioni e 600 mila persone, che risiedono principalmente nella Regione autonoma tibetana e nelle prefetture autonome tibetane situate nelle province del Qinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan.
Molto tempo fa, gli antenati dell'etnia tibetana vivevano nel bacino del corso medio del Fiume Yarlung Tsangpo, noto al di fuori della Cina come Brahmaputra. Nel sesto secolo d.C. la zona meridionale del Tibet era già entrata nella società schiavista. Nel settimo secolo, Songtsen Gampò unificò l'intera regione tibetana, chiamata storicamente "Tufan". Il matrimonio fra Songtsen Gampò e la principessa Wencheng della dinastia Tang svolse un ruolo molto positivo per lo sviluppo dell'etnia. In epoca Yuan (1279-1368), il Tibet fu posto sotto il controllo della corte imperiale centrale, diventando ufficialmente una circoscrizione amministrativa della Cina. Durante la dinastia Qing (1644-1911), a parte l'assegnazione dei titoli di Dalai Lama e Panchen Lama, il governo centrale cinese istituì anche in Tibet un governo locale e designò un ministro residente, chiamato Amban. Fino agli anni '50 del 20esimo secolo, la regione tibetana mantenne un sistema teocratico di governo e la servitù della gleba. La riforma democratica avvenuta nel 1959 ha dato nuova vita alla popolazione locale.
L'abbigliamento dei tibetani
I tibetani amano indossare lunghe toghe, che presentano molti vantaggi per la vita nelle zone pastorizie. Le aree da questi abitate sono per lo più altipiani, e sia i campi coltivati che le zone pastorizie godono di un'ottima insolazione, con forti cambiamenti di temperatura. Nei giorni di sole fa piuttosto caldo, ma quando arrivano le nuvole, la temperatura scende rapidamente, con rapidi passaggi dal sereno alla pioggia e addirittura alla grandine. Con queste condizioni climatiche, la toga lunga si presenta ideale: quando fa caldo, i tibetani estraggono un braccio dalla manica, introducendola poi nella cintura per scacciare il calore; la sera quando fa freddo, la toga può essere anche utilizzata come una calda coperta. Poichè una delle maniche della toga non è praticamente mai usata, è quasi diventata un elemento estetico, tipico dell'abbigliamento dell'etnia. Le maniche della toga sono molto lunghe e di solito si portano arrotolate, tuttavia danzando vengono lasciate libere, volando nell'aria con un effetto spettacolare. I tibetani amano indossare toghe di pelle di capra, molte leggere, con colletti di pelle di tigre, leopardo o lontra, e bordi di pelle di cervo, velluto nero o seta nera. La toga estiva è principalmente di cotone, lunga fino ai piedi, con ampi colletti e maniche e senza bottoni.
I tibetani, sia gli uomini che le donne, portano di solito cappelli di feltro, e d'inverno di broccato e pelliccia di volpe. Amano anche indossare braccialetti d'argento e anelli d' oro o d' argento e portare al collo amuleti costituiti da contenitori d'argento con all'interno immagini o reliquie buddiste. Gli uomini portano coltelli alla cintura, con manici incastonati di pietre preziose e coralli e incisi con motivi di draghi e fenici. Le donne portano invece un coltellino lungo circa 16 centimetri.
In passato, i pastori avevano l' abitudine di farsi crescere i capelli, che poi avvolgevano in una treccia, ma ora preferiscono portarli corti. Le giovani non sposate si fanno invece numerose treccine, mentre parte delle donne sposate porta due trecce. D'inverno i tibetani indossano stivali alti fino al ginocchio, con all'interno del fieno o cotone per mantenere il calore.
I tibetani professano il buddismo della scuola tibetana, per cui sia i giovani che gli anziani portano tutti abitualmente delle corone di preghiera molto raffinate e oggetti con incisi caratteri tibetani di buon auspicio. Alcuni portano anche amuleti benedetti dai Budda viventi o dagli abati dei monasteri. |
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