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Trent'anni di collezionismo
2009-02-24 18:22:30 cri    Author: cri

Secondo un proverbio cinese, "Nella prosperità, fiorisce il collezionismo, nel caos della guerra, tutti i settori deperiscono", da cui emerge che il collezionismo è un barometro dell'epoca. A Beijing vive un collezionista che all'inizio ha svenduto le antichità di famiglia, per poi appassionarsi al collezionismo per più di 20 anni, costruendo alla fine il suo museo privato. La sua strada del collezionismo costituisce una miniatura del mondo del collezionismo nei 30 anni della riforma e apertura cinese, e anche una testimonianza del progressivo cambiamento dell'antica città di Beijing al ritmo della riforma e apertura. Nell'odierno programma, Bai Ming, un collezionista di frammenti di antiche porcellane, soprannomato "Pian'er Bai" (Bai dei frammenti), vi narrerà la storia della sua collezione.

Nel mite pomeriggio invernale in cui abbiamo incontrato Bai Ming, questo indossava una giacca scura tradizionale cinese, e teneva in mano con noncuranza un frammento di porcellana blu e bianca di epoca Yuan. Egli ci ha detto che il collezionismo è andato di pari passo con la riforma e apertura. Dopo aver vissuto l'epoca della gestione congiunta pubblica e privata degli anni '50 del secolo scorso e i disordini della rivoluzione culturale, il mercato del collezionismo cinese è entrato in un periodo di estrema contrazione. Per qualche tempo sono spariti tutti i negozi di antichità e a livello popolare, l'abitudine di collezionare tramandatasi nel tempo si è ridotta al lumicino.

"Allora, non si tenevano affatto in considerazione le antichità, trovandole solo delle cose vecchie. Ricordo che fra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, le antichità erano del tutto sconosciute, e non occupavano alcun posto nel cuore dei pechinesi, che se ne avevano, volevano solo venderle per guadagnare qualcosa. "

Primo passo: la svendita delle antichità di famiglia

Negli anni '70 del secolo scorso, quanto alla cultura tradizionale, molti avevano ancora un atteggiamento di disprezzo e addirittura di forte critica, quindi moltissime antichità vennero distrutte. Su sollecitazione di Bai Ming, all'inizio degli anni '80 le porcellane "guanyao" rimaste in famiglia vennero vendute a un regista di Hong Kong. Allora il ventenne Bai Ming, come molti altri ragazzi, amava seguire la moda, per cui ha speso i 10,000 FEC (Foreign Excange Certificate) ottenuti dalla vendita di antichità per comprare un registratore. "Allora credevo che un registratore fosse di gran lunga migliore di una porcellana 'guanyao'." Dalla satira di Bai Ming trapela un senso di impotenza. Trent'anni dopo, ancora affascinato da un frammento di porcellana, Bai Ming ricorda con emozione la sua svendita al tempo dei tesori di famiglia:

"Il periodo a cavallo fra gli anni '70-'80 corrisponde all'inizio della riforma e apertura, in cui tutti cominciavano a seguire la moda. Un motivo importante per seguire la moda è la base materiale, ossia il denaro. Al tempo, la teoria principale mia e della mia famiglia era una: vendere, per cui cercavamo in ogni modo di vendere queste cose in cambio di denaro. Ora che è passato del tempo, forse ricordo ancora dei brani o parole di canzoni, però le antichità di famiglia non potranno mai ritornare."

La riforma e apertura iniziata nel 1978 ha impresso nuovo vigore al mercato del collezionismo cinese. Negli anni '80 del secolo scorso, il settore turistico cinese si è sviluppato rapidamente, e data la predilezione dei turisti stranieri, le antichità, le calligrafie e le pitture cinesi sono diventate i principali canali per ottenere della valuta estera. Nello stesso periodo, Bai Ming si è appassionato al collezionismo, iniziando la sua fanatica ricerca di "frammenti di porcellane e tegole":

Dopo aver svenduto tutte le antichità tramandate dai nonni ad un regista di Hong Kong, un giorno Bai Ming ha ricevuto una rivista spedita dal regista, rimanendo di sasso nel vedere che quegli oggetti considerati tesori dagli esperti di antichità provenivano tutti dalla sua famiglia. Da allora, ha cominciato a bazzicare fra le bancarelle alla ricerca di cose vecchie.

"In origine le transazioni di antichità si facevano sulle bancarelle, da cui il termine 'cultura delle bancarelle', che all'inizio si tenevano insieme agli scambi di uova, arachidi e semi di melone al mercato dei prodotti agricoli, poi sono spuntate delle bancarelle speciali, ed il settore è entrato negli alberghi, ristoranti, parchi e centri di antichità, come Panjiayuan."

Secondo passo: il cercatore di tesori che raccoglie frammenti di ciotole

Bai Ming era consapevole che non sarebbe mai riuscito a recuperare le antichità perdute, tuttavia sperava ancora di ritrovare la storia perduta, innamorandosi dei frammenti di porcellane, di nessun valore agli occhi degli altri.

All'inizio degli anni '90, con la continua promozione della corrente della riforma e apertura, la città vecchia di Beijing ha visto radicali cambiamenti, con la ristrutturazione di grande dimensione del centro storico, e la costruzione della via Ping'an est-ovest nella sua area centrale. Saputo che stavano per iniziare degli scavi, Bai Ming piombava nei cantieri per cercare frammenti di porcellane e tegole sparsi per terra, che si portava a casa come fossero dei tesori.

Al tempo, i cantieri traboccavano di "raccoglitori" arrivati da qua e là, ma Bai Ming è stato il primo ad essere disposto a spendere per comprare dei "frammenti di ciotole". Alla guida di un pullmino, raccoglieva frammenti di porcellane fra i rifiuti con un erpice fatto con del grosso filo di ferro. Secondo le sue parole, ogni volta che tornava a casa, era tutto inzaccherato. Da allora, si è innamorato della raccolta di frammenti di porcellane:

"Allora, quando raccoglievo frammenti di porcellane, la gente mi ignorava, considerandomi un pazzo, e chiedendosi perchè spendessi così i pochi soldi guadagnati, rinunciando a mangiare e bere... fino che a casa non c'èra più neanche il posto per mettere i piedi, con dei frammenti ovunque."

La casa di 43 mq di Bai Ming era sommersa di frammenti di porcellane, sotto il letto, nella toletta, sul balcone e addirittura accanto al guanciale. Per lavarli, il consumo d'acqua della sua famiglia era superiore a quello dell'intero edificio, e le sue mani si sono tutte spelate. In 10 anni, ha raccolto oltre 60,000 frammenti di porcellane ed è anche diventato un esperto di ceramiche e porcellane. Secondo lui, occuparsi di questi meravigliosi frammenti equivale a toccare con mano la storia:

"Sebbene queste porcellane siano rotte, sulla loro superficie rimangono ancora informazioni sull'epoca, molto interessanti per poterle ammirare e studiare. In realtà il collezionismo è un'attività culturale molto nobile, elevata e gradevole per il corpo e per lo spirito."

Con l'ingresso della storia nel 21° secolo, anche la riforma e apertura della Cina è entrata in una nuova fase. Al seguito del rapido sviluppo dell'economia cinese, dopo avere vissuto un breve riaggiustamento, il mercato del collezionismo è tornato a sfavillare, ed il mercato delle opere d'arte cinesi è nato dal nulla, crescendo sempre più. In merito, Bai Ming ha una profonda impressione:

"Si dice spesso che nei tempi prosperi si amano le antichità, e nel caos della guerra si ama l'oro. Prima della febbre attuale per il collezionismo, non ho mai visto una dinastia o un periodo storico in cui la gente avesse una tale passione per il collezionismo."

Terzo passo: la costruzione del museo privato

L'incarico ufficiale di Bai Ming è di vice redattore generale della casa editrice di audiovisivi elettronici di Beijing, tuttavia a cinquant'anni ha ottenuto un titolo più famoso, quello di direttore del Museo Mumingtang di antiche porcellane di Beijing. Nel 2001, dopo più di un anno di sforzi, egli ha aperto questo museo privato nella parte sud della città, che contiene una ricca collezione di più di 60,000 frammenti di porcellane delle dinastie Tang, Song, Yuan, Ming e Qing. La cosa interessante è che ogni visitatore del museo può avere un contatto ravvicinato con i reperti, toccando con le proprie mani le tracce della storia e il calore restante della fornace dei 5000 anni della civiltà cinese.

Bai Ming osserva: "Non bisogna sottovalutare questi frammenti di porcellane, perchè sono i tasselli della completa periodicizzazione della storia delle porcellane."

"In realtà, non è una cosa così sublime, nè la valorizzazione della cultura nazionale a cui pensavo un tempo: la presentazione di tutti i miei frammenti, come spiego chiaramente al museo, volge a 'mettere insieme i tasselli della civiltà e collegare i geni della cultura', inoltre ho anche un mio slogan nel museo, creare un marchio umanistico del nuovo periodo con lo spirito di composizione dei tasselli della civiltà."

Alla fine del luglio 2008, Bai Ming ha realizzato una sogno coltivato da anni, utilizzando tutti i suoi migliori pezzi per costruire con le sue mani la "strada della porcellana cinese", composta da oltre 20,000 frammenti di porcellana.

"I frammenti di porcellana vengono dal sottosuolo, ed io voglio sempre creare un'atmosfera del genere. Prima li sistemavo sugli scaffali. Da tempo pensavo che le porcellane e ceramiche, evolutesi dalle originarie terracotte a quelle dei periodi Tang, Song, Ming e Qing, si potessero sistemare su un percorso di vetro illuminato da lampade, che io chiamo 'strada della porcellana cinese', su cui ci si può chinare per ammirarle e paragonarle ai frammenti sugli scaffali accanto."

Vent'anni fa, il nostro protagonista Bai Ming è entrato nel mondo del collezionismo con un sogno, e vent'anni dopo, la sua passione non è cambiata, ed egli continua a perseguire la sua aspirazione.

"Di seguito, voglio trasmettere alla gente le informazioni culturali contenute in ogni frammento tramite canali pacifici e personalizzati. Ritengo che la nostra società debba avere un minimo di spirito di combinazione dei frammenti di civiltà. Nella mia vita, voglio sistemare al meglio questi tasselli, con un ordine sempre migliore e con sempre maggiori contenuti. Questa è l'impressione che voglio trasmettere agli appassionati di collezionismo, questo è il mio sogno."

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