In Cina, ogni anno, i neoiscritti all'università sono alcune centinaia di migliaia. L'esame di ammissione è molto severo e, anche a causa del numero chiuso, solo i più bravi e determinati riescono a centrare l'ambito obiettivo.

Nel settembre 1995, ho visitato alcuni atenei per incontrarmi con alcuni di loro.

Emozione per la nuova casa

A settembre, cade la festa delle matricole, e all'università l'atmosfera è lieta e festosa. Le matricole con il viso sorridente prendono visione dei nuovi alloggi con curiosità cercando di immaginare la fatura vita universitaria. Una di loro, dell'Università cinese del popolo mi ha detto: ''La mia speranza di studiare all'università, finalmente, si è realizzata.''

Allo scopo di acquisire più conoscenze, i giovani studenti convengono da tutti gli angoli della Cina e si uniscono nelle università. ''Ho lasciato il mio paese natale e comincio a vivere in un mondo sconosciuto, sarà molto difficile. Fra di noi, ci sarà chi prevarrà nell'uno o nell'altro campo, ma, sicuramente, avremo molto da imparare, l'uno dall'altro,'' ha detto uno dei nuovi arrivati.

Attualmente, in Cina, solo una piccola parte dei giovani può iscriversi all'università. Ciò per essi, non solo rappresenta una buona opportunità per ricevere un'educazione di alto livello, ma è anche l'inizio di una vita indipendente, staccata dai genitori.

I figli unici entrano all'università

Lo stato di famiglia delle matricole del 1995 offre un aspetto interessante: negli schedari dell'archivo di molti di loro, sono segnati solamente i genitori, senza i fratelli e le sorelle, perchè sono figli unici. Secondo una statistica, la percentuale dei figli unici fra le matricole in questi ultimi anni aumenta progressivamente e, quest'anno, ha già raggiunto un sesto del totale della popolazione studentesca.

I figli unici all'università hanno portato nuovi problemi agli educatori: i vantaggi di avere maggiori conoscenze in diversi campi e la facilità di apprendimento hanno come rovescio della medaglia alcune debolezze, che si manifestano nella incapacità di vivere indipendentemente, nella difficoltà di coordinare il rapporto con gli altri e nella presunzione.

Però questi figli unici sono coscienti del loro difetti e ne parlano liberamente. ''Da quando sono arrivato all'università, non mi sono ancora preparato psicologicamente ad affrontare chi mi sta di fronte,'' ha detto una matricola dell'Università pedagogica di Beijing.

Il ''Progetto speranza''

Gli studenti provengono da diverse situazione economiche. Quelli che vengono dalle campagne e dalle zone remote e meno sviluppate, sono contenti di frequentare l'università ma hanno problemi economici.

La Cina è un paese in via di sviluppo, molte famiglie non sono ricche e tra queste alcune non sono in grado di sostenere le spese universitarie dei figli. A partire dal 1992, è iniziata la riforma del sistema educativo che prevede una diminuzione delle spese universitarie, una volta, tutte a carico dello stato. Ora i fondi necessari, oltre che dallo stato vengono forniti dalle offerte sociali. La spesa rimante deve essere sostenuta dagli studenti, ma per quanto esigua, alcuni di loro non riescono a sostenerla.

Tang Yongtao, uno studente della facoltà di Fisica dell'Università Beida, viene dal distretto di Linchang dello Yunnan. Tutta la sua famiglia, formata dal padre, la madre, un fratello e una sorella, compreso lui stesso, si regge sullo stipendio di insegnante del padre che equivale a 400 yuan (80.000 lire) al mese. La somma occorrente al completamento degli studi è di circa 20-30 mila yuan. Per il momento, Tang non ha trovato una soluzione al problema, ma il papà è fermamente deciso a fargli completare gli studi. Un'altro studente, Zhao Chuanfeng, ha risolto il problema lavorando durante il tempo libero.

Per aiutare gli studenti in difficoltà finanziarie, lo stato ha stabilito varie misure. Per esempio, l'Università Beida concede prestiti agevolati agli studenti, ha introdotto il sistema delle borse di studio, organizza il lavoro degli studenti nel tempo libero, ecc. Inoltre la Commissione statale per l'istruzione ha deciso di diminuire o dispensare dalle spese universitarie quelli che hanno più difficoltà.

Anche la società civile non dimentica di dare il suo contributo. Dalla ditta della città di Yinchuan, che ha offerto 1000-3000 yuan a testa a 22 matricole in difficoltà economiche, alla distilleria Shehong del Sichuan, che ha istituito un fondo di 400.000 yuan per borse di studio , a singoli individui come un signore di Beijing che ha assegnato 50 yuan al mese a testa a 100 studenti fino al termine dei loro studi, gli esempi non si contano e ci mostrano una società piena di solidarietà.

''Grazie alla politica della riforma e apertura all'estero, quelli della mia generazione hanno avuto l'opportunità di esprimersi nella società. Però , noi siamo solo una piccola parte, una pietra sulla costruzione della strada e, al massimo, possiamo creare le condizioni per voi, che siete i protagonisti della società futura,'' ha detto Chen Zhangliang, vice rettore dell'Università Beida e giovane professore di biologia, nel suo discorso inaugurale alle matricole.


Articolo tratto  dal 1/96 della rivista "La Cina ",distribuira da Società Cinse del Commercio Internazionale del Libro