Jigong era un famoso monaco della Cina Antica; datosi alla vita religiosa nel Tempio dell'anima nascosta, acquisì il nome religioso di Daoji e il soprannome di Jigong. Come un vero santo, ovunque andasse, alleviava i dolori della gente e apportava felicità. Si dice che Jigong fosse anche veggente: infatti un giorno, predisse che un monte stava per arrivare da lontano. Temendo che il monte volante potesse schiacciare I contadini, entrò in un villaggio per esortarli a fuggire. Ma poichè I contadini sapevano che Jigong amava scherzare, nessuno credette alle sue parole, pensando fossero un presa in giro. Sentendo che il monte stava per arrivare, il monaco si precipitò in una casa dove si stava festeggiando un matrimonio e rapì la sposa novella. I contadini dopo aver visto ciò, presero a inseguirlo. Durante il cammino, il cielo si coprì e comminciò a tirare un forte vento, quindi con un rombo, un monte volò davanti al Tempio di Lingyin, ricoprendo l'intero villaggio. Allora, i contadini capirono che l'atto di Jigong mirava a salvarli, per cui chiamarono il monte 'Feilai' che significa 'arrivare volando'

La guida locale ci ha detto: Poichè il monte Feilai si trovava accanto al Tempio, i monaci temevano che rivolasse via, per cui scolpirono numerose statue di Buddha per fissarlo ed impedirgli di andarsene e far del male alla gente.

Il Monte Feilai è chiamato anche Lingjiu ed in realtà è alto solo 168 metri, tuttavia ospita numerose rocce strane e fitte foreste. Si può dire che ad ogni passo si incontra un panorama diverso ed i turisti hanno l'impressione di viaggiare in un grande bonsai. Sul monte si ergono 300 statue buddhe delle 5 dinastie e delle dinastie Song e Yuan che costituiscono un tesoro d'arte rupestre, molto raro nella parte meridionale del paese. Tra le statue la più amata dalla gente è un Maitreya sorridente con un enorme ventre rotondo. Scolpita durante la dinastia Song, la statua ha più di mille anni di storia ed è affiancata ai due lati da 18 arhat o santi discepoli.

Sotto i piedi del monte Feilai si trova una pagoda costruita in onore del primo abate del tempio Huili. Al tempo della dinastia Jin, cioè più di 1600 anni fa, il monaco Huili giunse al monte Lingjiu e costruì il Tempio dell'anima nascosta, di cui divenne il primo abate.

Guardando dal monte si vede il tempio immerso nel verde e nella bruma e se ne ricava un'impressione di grande pace ed armonia.

Entrando nel cortile, i visitatori sono numerosi e non pochi provengono da ogni parte della Cina e anche da vari paesi dell'Asia sud-orientale. Davanti alla sala del Re celeste è apparsa una tavola recante 4 caratteri calligrafati personalmente dall'imperatore Qianlong della dinastia Qing, ossia Yunlinchansi che significa 'Tempio Zen della foresta delle nuvole, un altro appellativo del tempio. Questa tavola calligrafata dall'imperatore dimostra l'importante posizione del Tempio di Lingyin nel Budismo cinese.

All'interno del tempio c'è una nuova costruzione, la sala degli Arhat, costruita con le offerte dei monaci e dei fedeli. All'interno si trovano 500 Arhat in grandezza naturale con diverse espressioni ed atteggiamenti.

Il monaco che si occupa degli ospiti ci ha spiegato che la sala originale è stata distrutta da un incendio nel 1943 e negli ultimi anni è stata ricostruita. I 500 arhat precedenti erano scolpiti in legno, mentre gli attuali sono di bronzo uguali per il resto agli originali.

Il monaco ha ricordato che durante la rivoluzione culturalem negli anni '60-'70 c'è mancato poco che il tempio venisse distrutto.

Dopo la rivoluzione, nel 1976, il tempio di Lingyin è stato aperto ai turisti e non molto dopo ha accolto i monaci, ripristinando le attività religiose. Dal 1985, per risolvere il problema dell' autofinanziamento, il tempio è visitabile a pagamento il biglietto costava allora mezzo yuan . In questo modo oltre a risolvere i problemi di indipendenza finanziaria, si sono anche potuti raccogliere capitali per restaurare i vari edifici del complesso. Ora il tempio dell'anima nascosta, tesoro millenario del sud del Fiume Azzurro si erge di nuovo nella sua magnificienza di fronte ai visitatori.