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L'abbigliamento è un simbolo che rappresenta lo sviluppo sociale, economico e culturale.
Anni '80 del 20° secolo
Nella Cina degli anni '80, il vento della riforma ed apertura soffiò in tutte le famiglie, seguito anche dal vento della "moda". Per le strade emersero allora l'abbigliamento di stile occidentale, gli abiti interi, e gli occhiali da sole, che si diffusero in un attimo in tutto il paese, rendendo tutti uguali uomini, donne, anziani e bambini, e operai, contadini, commercianti e studenti. Questa cosiddetta moda che perseguiva l'uniformità e non la personalizzazione, si può dire che rappresenti l'apertura della Cina, dimostrando nel frattempo l' insufficienza di questa apertura, e il mancato ingresso del concetto di "moda" nel cuore dei cinesi. Nel 1984 Pierre Cardin ha organizzato a Beijing la prima sfilata nella storia cinese di una griffe straniera. La signora Zheng Siti, che allora è venuta a contatto con lo stilista, ci ha detto in merito:
"Sono stata una delle prime modelle scelte per la prima coraggiosa sfilata in Cina di Pierre Cardin. In quella situazione, la società cinese era ancora molto chiusa e i cinesi capivano poco cosa fosse questa cosiddetta sfilata di moda portata da questo stilista capitalista venuto dall'Europa."
Il Palazzetto dello sport degli operai di Beijing, in grado di ospitare più di 20 mila persone, era al completo, e questa presentazione sul tema della moda produsse una sensazione senza precedenti sulla terra cinese.
La Cina del tempo, per Cardin, era un paese sconosciuto. Tramite i colori, i modelli e la musica, metodi di trasmissione che non richiedono parole per essere espressi, egli ha portato il concetto di "moda" e di "abbigliamento alla moda" a Beijing, sulla Grande Muraglia, ma soprattutto negli orizzonti e nel cuore dei cinesi.
Se Pierre Cardin ha illustrato ai cinesi i concetti di "moda" e "abbigliamento alla moda", la rivista "Elle" ha collegato ancora più strettamente la moda all'economia e alla vita dei cinesi. Nel 1988 la rivista di moda internazionale "Elle" arrivò in Cina, la prima del genere nella storia cinese. La signora Yi Yan, che è stata capo redattore della rivista, ci ha detto:
"La prima edizione di 'Elle' era molto interessante, visto che conteneva una serie di foto cinesi, come quella di una comune ragazza cinese con addosso una semplice T-shirt, ma con sulle spalle una maglia di lana, e in più una borsetta di paglia, e accanto una bicicletta. Insomma ha utilizzato una scena cinese, ma riaggiustando completamente gli elementi della moda cinese del tempo, e creando una figura piena di freschezza. La rivista voleva dire al pubblico che la moda è una questione di occhio e di buon gusto, e che utilizzando gli elementi più comuni, si può creare una figura molto fashionable."
Yi Yan osserva che la Cina del tempo si poteva ancora definire un bellissimo deserto per cui ogni goccia d'acqua era molto preziosa. Sotto questo sfondo, il ruolo svolto da "Elle" superò ben presto quello di semplice rivista di moda, diventando un'energica nota nell'intero processo di riforma ed apertura cinese. Visto che i vestiti preparati per le modelle esprimevano delle caratteristiche locali, naturali e alla moda, ma non all'avanguardia o trend, "ELLE" diventò subito un modello di coordinamento e taglio di abiti per i cinesi del tempo.
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