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Cosa mangiano i cinesi di oggi
2008-09-04 10:29:02 cri    

Quasi tutti gli stranieri che vivono in Cina da poco, rimangono perplessi, la prima volta che sentono una frase di saluto in uso tra i cinesi: ''Hai mangiato?'' E'chiaro, che bisogna mangiare per vivere. Ma come mai i cinesi danno tanta importanza al mangiare? Perchè fino agli anni'80, quello del mangiare era un problema abbastanza grave da affrontare per la maggior parte dei cinesi che dovevano procurarsi ogni giorno 7 cose: legna, riso, olio, sale, salsa di soia, aceto e tè.

A dire il vero, non solo per gli stranieri, ma anche per i cinesi nati dopo la rivoluzione culturale, è difficile capire quello che raccontano gli anziani sulle dure condizioni di vita degli anni'60. I giovani non sanno cosa significa il razionamento di quasi tutti i generi alimentari, come cereali, olio, carne, uova e del tessuto, perchè hanno sempre visto tutti i negozi pieni di merci. Comunque, per loro l'acquisto con i buoni è impensabile.

All'inizio degli anni'60, a Shanghai, il cibo era molto scarso. Anche per comperare la verdura, bisognava avere la tessera di razionamento. Negli anni'70, i giovani intellettuali che erano stati mandati in campagna a ''farsi rieducare'', avevano riportato a casa tutti i cibi trovabili: carne e pesce sotto sale, frutta secca e verdura essicata.

Anche i contadini vivevano in condizioni non migliori di quelle dei cittadini, benchè potessero procurarsi qualcosa dalla terra. Suini e pollame dovevano essere venduti prima di tutto allo Stato, perchè dovevano soddisfare il piano statale. In mancanza di un'entrata fissa, essi non potevano fare altro che ricavare qualche soldo, barattando le uova sottratte alla loro tavola con il sale e l'olio. Le galline, per i contadini, erano molto pregiate, come se fossero un conto in banca. Pertanto, non le mangiavano neanche durante il capodanno lunare, la più grande festa tradizionale cinese.

Ma, a partire dalla riforme e apertura, la vita dei cinesi ha conosciuto un cambiamento senza precedenti. Prima del 1978, la produzione di cereali pro capite era rimasta a lungo sui 300 chili all'anno. Grazie all'iniziativa dei contadini, risvegliata dalla riforma rurale, già nel 1978, primo anno della riforma, al produzione di cerali del paese aveva raggiunto 300 milioni di tonnellate, ossia, 318,74 chili a testa. Negli anni seguenti, essa è aumentata costantemente e, nel 1997, ha ammontato a 443,49 milioni di tonnellate, ossia 401,74 chili a testa. Pertanto, la storia della scarsità di cereali che aveva afflitto per un lungo periodo la Cina, si era finalmente conclusa. Per di più, la Cina aveva creato il miracolo di nutrire il 22% della popolazione mondiale con solo il 7% dei terreni coltivabili.

Nel 1988, per aumentare la varietà di cibi dei cinesi, il Ministero dell'Agricoltura aveva lanciato il progetto ''cesto di verdura'', che a tutt'oggi, si è dimostrato molto efficace. Nei 30 anni precedenti al 1978, il consumo di pollame pro capite in Cina non era stato superiore a 0,4 chili l'anno. Ma, a partire dal 1994, la produzione media di carne per abitante ha superato quella mondiale. Nel 1997, la produzione di carne ha raggiunto 59,15 milioni di tonnellate, ossia, 50 chili a testa, e quella della frutta, 41,37 chili a testa. Oggi, nei piatti dei cinesi, i vegetali freschi hanno sostituito quelli convenzionali come cavolo, patate, verdura salata ed essiccata al sole. Prima, i pechinesi si dovevano fare lunghe file per comprare il cavolo razionato per tutto l'inverno, ma, all'inizio degli anni'90, era tanto abbondante, che essi hano comperato centinaia di chili di cavolo, chiamato ''patriottico'', per aiutare i contadini. Nel 1997, la produzione di uova in Cina era arrivato a 33,2 chili a testa, perciò le contadine anziane non pensavano più di guadagnare vendendo uova.

In città, la colazione va occidentalizzandosi, perchè oltre al succo di soia, alle frittelle, alla minestra di riso e alle tagliatelle, tutti cibi tradizionali, comprende anche latte, pane, marnellata, burro e formaggio.

Il rapido sviluppo dei ristoranti negli ultimi 10 anni è la testimonianza più evidente del miglioramento del tenore di vita dei cinesi. In città, dovunque vai, trovi ristoranti, grandi e piccoli, di lusso e popolari. Per quanto riguarda la gastronomia, ce n'è per tutti i gusti: cucina del Sichuan, cantonese, dello Shandong, di Huaiyang e anche francese, italiana, giapponese, coreana e brasiliana. Nei giorni di festa, di solito, gli amici si riuniscono in un ristorante, invece che in casa per evitare la fatica di preparare le pietanza. In questi ultimi anni, una nuova moda si è affacciata nelle grandi città come Beijing, Shanghai e Guangdong: la sera della Festa della Primavera, tutta la famiglia va al ristorante.

Con il ritmo della vita che aumenta sempre più, sono proliferati i fast food. La catena McDonald ha avuto un successo incredibile. Quando, nel 1992, ha aperto il ristorante N.12.747, il primo in Cina, molti stranieri avevano asserito che sarebbe fallito. Il fatto è, che ognuno dei suoi ristoranti è pieno di gente, specialmente nei giorni di festa. Anche le tavole calde alla cinese si sono sviluppate molto rapidamente. In molti centri commerciali si trova il fast food alla cinese con specialità di varie regioni.

Oggi, i cibi pronti, surgelati e semilavorati hanno una diffusione senza precedenti. Ad esempio, gli spaghetti pronti erano apparsi in Cina nel 1970, ma si sono affermati solo negli anni'80, Attualmente, questo alimento, per la sua praticità, è indispensabile ai cinesi, sia in casa che in viaggio. La produzione di questi spaghetti, nel 1995, aveva raggiunto 17,33 miliardi di confezioni, vale a dire 14,4 confezioni a testa l'anno. Ci sono anche salumi, minestra babaozhou, fiocchi d'avena e di granturco. La maggior parte dei surgelati si esporta all'estero. Con la diffusione del frigorifero, anche i surgelati vengono accolti dai cinesi.

A questo proposito, vogliamo aggiungere qualche parola sugli elettrodomestici. In passato, in cucina c'erano solamente un coltello e una padella, mentre oggi non mancano il frigorifero, l'aspiratore, la pentola e il termos elettrici, il forno elettrico e a micronde, la lavastoviglie, ecc.

Ma, da quando i cinesi non sono più in ansia per la sopravvivenza, essi sono angosciati da un altro problema: l'obesità. La gente dà molta importanza ai cibi nutrienti, igienici, non inquinati e lavorati in modo scientifico. Anche le bevande non servono solo a estinguere la sete. Oggi, la gente beve latte, acqua purificata, succhi di frutta e di soia. Man mano, si cominciano a sostituire i tradizionali liquori di cereali ad alta gradazione, con altri più leggeri ricavati dalla frutta, più nutrienti e raffinati, come il vino. Nel 1995, la nuova moda di bere vino rosso, cominciata nel Guangdong, ha preso piede in tutta la Cina. Una delle cause di questo successo, è stata la notizia, che il vino abbasserebbe il colesterole e amorbidirebbe le vene. Ai cantonesi piace il vino rosso mescolato alla Sprite.

Il mutamento delle concezioni culinarie, a partire dagli anni'80, ha favorito la nascita di una gran quantità di cibi ricostituenti e salutari. L'industria alimentare verde, con oltre 1.000 tipi di prodotti e una produzione annua di 4,5 milioni di tonnellate è molto fiorente.

La Cina è entrata in un'epoca in cui la vita materiale è considerevolmente migliorata e la cultura gastronomica si è oltremodo sviluppata. Scuole antiche e moderne, cinesi ed estere si scambiano le loro esperienze e si integrano a vicenda. Paradossalmente, i cittadini ricercano alimenti naturali e verdure selvatiche, mentre i contadini, quelli conservati e industriali. Chi va al ristorante, chi nelle sase da tè, comunque, ognuno fa la sua scelta, secondo l'interesse e il gusto propri, a dimostrazione che la vita dei cinesi ha conosciuto un cambiamento radicale.

Arriverà presto il giorno in cui questa frase di saluto: ''Hai mangiato?'' non sentirà più.

Articolo tratto  dal 08/1999 della rivista "La Cina ",distribuira da China International Book Trading Corporation

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