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Avvicinandosi la conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico, che si svolgerà a fine anno a Copenhagen, capitale della Danimarca, il problema relativo sta suscitando un'attenzione straordinaria da parte dei governi e delle opinioni pubbliche dei vari paesi. Il 5 agosto a Beijing, nel corso di un'intervista concessa a giornalisti cinesi e stranieri, il rappresentante speciale del Ministero degli Esteri cinese per i negoziati sul cambiamento climatico, l'ambasciatore Yu Qingtai, ha ribadito che durante la conferenza la parte cinese persisterà nel sostenere che i paesi sviluppati debbano assumere un ruolo guida sulla riduzione su larga scala di emissioni di gas serra, promuovendo congiuntamente con le varie parti l'ottenimento di positivi risultati.
Il prossimo dicembre, si terrà a Copenaghen, capitale della Danimarca, la conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico; per l'occasione i paesi partecipanti raggiungeranno all'unanimità un'intesa sull'obbligo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica dopo il 2012. Ciò rappresenterà un altro accordo globale sul clima dall'importante significato dopo il "Protocollo di Kyoto", reso operativo nel 2005. Più di due mesi fa, la Cina ha avanzato un documento che illustra la propria posizione a riguardo. Questo afferma che, in quanto obiettivo di riduzione delle emissioni a medio termine, i paesi sviluppati dovranno tutti, entro il 2020, farle diminuire di almeno il 40% rispetto al livello del 1990.
Durante un'intervista concessa il 5 agosto, Yu Qingtai ha affermato che la posizione della Cina non cambierà.
"Sulla dimensione della riduzione delle emissioni da parte dei paesi sviluppati, la posizione cinese non ha subito cambiamenti. Riteniamo da sempre che, a causa di responsabilità storiche da parte di essi nell'ambito del cambiamento climatico, dovranno, dopo il 2012, continuare il ruolo guida relativo. Questa non è solamente la posizione e punto di vista della Cina, ma riflette quelle di tutti i paesi in via di sviluppo."
Ha affermato che il 40% è una cifra equa, ragionevole, poiché sul problema del riscaldamento globale i paesi sviluppati hanno delle responsabilità storiche. I paesi in via di sviluppo sperano di vedere che questi non riconoscano solamente a parole le comuni ma differenti responsabilità e quelle storiche loro proprie, ma che lo dimostrino anche con azioni concrete.
Yu Qingtai ha illustrato che, in qualità di paese in via di sviluppo, la Cina negli ultimi anni ha compiuto enormi sforzi per rispondere al cambiamento climatico globale. In particolare, secondo l'obiettivo di riduzione di consumo energetico per unità di PIL del 20% dal 2005 al 2010, avanzato dal governo cinese, il Paese diminuirà le emissioni di biossido di carbonio di 1.5 miliardi di tonnellate in 5 anni.
"Solamente attraverso tale obiettivo e sforzi, abbiamo la possibilità di realizzare la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio di 1.5 miliardi di tonnellate in 5 anni, vale a dire 300 milioni l'anno. Possiamo paragonare questa cifra con la riduzione delle emissioni che stanno mettendo in atto gli altri paesi, compresi quelli sviluppati, e scopriremo che gli sforzi e i successi a riguardo della Cina non sono inferiori rispetto a nessun paese al mondo."
Nel contesto dell'influenza della crisi finanziaria globale, i vari paesi, compresa la Cina, hanno subito forme di resistenza a vari livelli nell'ambito della risposta al cambiamento climatico. Yu Qingtai ha affermato che, a causa dell'importanza attribuita alla tutela del clima globale, la determinazione nella risposta al cambiamento climatico da parte del governo cinese non oscillerà e le iniziative non saranno allentate.
"Per fare un esempio, nel piano di stimolo economico da 4 mila miliardi di RMB avanzato nel 2008, 580 miliardi erano stanziati per progetti relativi al cambiamento climatico. Basandosi sulle statistiche dell'HSBC, una tale proporzione fa sì che la Cina occupi il secondo posto al mondo nei progetti di tutela ambientale in risposta al cambiamento climatico e per l'innalzamento dell'efficacia energetica. Recentemente il governo cinese ha avanzato una serie di politiche e misure, ad esempio sui condizionatori, frigoriferi e cellulari a risparmio energetico, portando le persone ad utilizzare prodotti ad alta efficienza energetica." |
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