Il 28 luglio, ora locale, si è concluso a Washington il primo turno del dialogo strategico-economico Cina-Usa. Gli esperti dei due paesi ritengono che il dialogo abbia offerto un nuovo quadro per lo sviluppo delle relazioni bilaterali, il che costituisce un grande progresso per i rapporti tra le due parti. Tuttavia, per via di divergenze ancora esistenti in alcuni settori, non ci si deve aspettare che raggiungano importanti progressi sui problemi sensibili. Ecco di seguito un nostro servizio in merito:
Il vice presidente responsabile per le ricerche sulla Cina del Centro statunitense di analisi navali, il dottor David Finkelstein, ritiene che un motivo dell'organizzazione del dialogo strategico-economico sia la necessità di cooperazione tra i due paesi per rispondere all'attuale crisi finanziaria globale. Secondo Finkelstein, il ruolo della Cina nelle relazioni bilaterali svolge anche un'importante funzione per la ripresa dell'economia mondiale.
"L'attuale sistema finanziario mondiale sta vivendo dei cambiamenti a causa della crisi finanziaria. Tutte i paesi, compresi gli Usa, hanno visto che la Cina ha ormai occupato un seggio nelle organizzazioni finanziarie a livello globale, come la Banca mondiale ed il Fondo monetario internazionale."
Il professor Mei Renyi, proveniente dall'Università di lingue straniere di Beijing, ritiene invece che, in qualità di maggiore ente economico al mondo, gli Usa abbiano la responsabilità di aiutare gli altri paesi a superare la crisi economica. Ha osservato che, per quanto riguarda gli enormi investimenti del debito pubblico statunitense, la Cina si appella alla stabilità del dollaro.
"Gli Usa hanno più volte affermato che il dollaro non si svaluterà, ma questa è solamente una promessa che chiunque potrebbe fare. Per far sì che si realizzi, è necessaria la cooperazione concertata di tutte le parti interessate per creare un'atmosfera di cooperazione e di amicizia nel settore economico. Le azioni concrete sono più significative di vuote promesse."
Parlando del problema della lotta al terrorismo in Afghanistan, Pakistan ed altre regioni, il professor Mei Renyi ritiene che, sebbene l'obiettivo sia comune a Cina ed Usa, le misure concretamente messe in atto dalle due parti sono ancora differenti. Ha osservato:
"Indubbiamente, i due paesi dovranno rafforzare la cooperazione nel problema della lotta al terrorismo. Tuttavia, ciò che voglio mettere in rilievo, è che per quanto riguarda le misure concrete applicate dalle due parti, ad esempio nella soluzione del problema pakistano, tra Cina ed Usa esistono enormi divergenze, ed il motivo principale consiste nel fatto che la Cina persiste coerentemente nel principio di non ingerenza negli affari interni degli altri paesi."
A riguardo, il dottor Finkelstein ha espresso una diversa opinione.
"Anch'io ritengo che le misure applicate dai due paesi nella lotta al terrorismo non abbiano molto in comune. Le misure più dirette messe in atto dagli Usa contro il terrorismo preoccupano la Cina, soprattutto perché le truppe statunitensi stanziate in Asia sono in continuo aumento. Forse la Cina deve applicare più misure di sostegno alle operazioni militari delle forze alleate in Afghanistan. Ritengo quindi che le divergenze suddette provengano da ambo le parti e siano provocate dalle diverse aspettative dei due paesi."
Gli esperti dei due paesi hanno inoltre espresso un ottimismo prudente sul problema della risposta ai cambiamenti climatici. Le due parti si sono dichiarate convinte che la relativa Conferenza dell'Onu a Copenhagen, in programma il prossimo dicembre, raggiungerà dei sicuri risultati.
Sebbene sussistano divergenze su alcuni problemi tra Cina ed Usa, gli esperti dei due paesi ritengono il primo turno del dialogo strategico-economico sino-americano un meccanismo efficace per risolvere congiuntamente le questioni internazionali che favorirà lo sviluppo di relazioni bilaterali ancora più strette. |