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Il 22 luglio a Singapore si è conclusa la conferenza dei ministri del commercio dell'APEC 2009, provenienti dai 21 paesi membri, durata due giorni; si è discusso della promozione dei negoziati del Doha Round, dell'opposizione al protezionismo commerciale, della risposta alla crisi economica ed ottenuto risultati positivi. Dopo la conferenza, sono state pubblicate la "Dichiarazione presidenziale della conferenza dei ministri del commercio" e la "Dichiarazione sulla risposta alla crisi economica e sulla realizzazione della ripresa economica dei ministri del commercio dell'APEC".
La conferenza si è tenuta nel contesto di continua espansione della crisi economica, di un aumento del protezionismo commerciale e della sconfitta del processo dei negoziati del Doha Round; si ritiene sia un punto importante prima della convocazione del Summit del G20 a Pittsburgh. La conferenza mira ad una profonda discussione, scambio di opinioni e ricerca di consenso su importanti problemi commerciali ed economici regionali ed internazionali, preparandosi per la riunione non ufficiale dei leader dell'APEC in programma a novembre a Singapore.
Per quanto concerne la risposta congiunta alla crisi economica, è stato raggiunto il consenso sui problemi della promozione dei finanziamenti commerciali e della realizzazione della crescita inclusiva, nonché dello sviluppo sostenibile, ritenendo che la promozione del commercio sia un importante canale di ripresa economica. I ministri intervenuti credono che l'APEC debba rafforzare la cooperazione regionale basandosi sulla collaborazione dei crediti bilaterali, già portata avanti, classificando la promozione dei finanziamenti commerciali come un lavoro a medio e lungo termine; nel frattempo, porranno l'applicazione della ristrutturazione economica, l'addestramento per la rioccupazione e la costruzione del sistema di previdenza sociale ai punti principali dell'agenda.
I vari ministri intervenuti hanno affermato, nella dichiarazione post conferenza, di voler rafforzare la cooperazione tra i vari membri nello sviluppo dei settori a risparmio energetico, di aiutare i membri in via di sviluppo ad innalzare la capacità di sviluppo delle imprese che rispettano l'ambiente, evitando allo stesso tempo la promozione del protezionismo commerciale con il pretesto della risposta ai cambiamenti climatici.
Proprio quest'ultimo punto rappresenta la richiesta comune delle varie parti ed un importante consenso raggiunto nel corso della conferenza. Attraverso discussioni di due giorni, si è raggiunta l'intesa di prolungare la promessa di non applicare nuove misure di protezionismo commerciale e nel campo degli investimenti, già resa nota nella riunione non ufficiale dei leader dell'APEC a Lima nel 2008; se ci sarà la necessità, si prolungherà ulteriormente. Nel frattempo, i ministri del commercio dei paesi membri ritengono all'unanimità che la promessa politica di chiusura dei negoziati del Doha Round debba diventare un negoziato concreto ed hanno acconsentito ad estendere l'obiettivo della conclusione dei negoziati nel 2010, determinato precedentemente dai leader del G8+5, a quello congiunto dei membri dell'APEC.
Il capo della delegazione cinese, ministro del Commercio cinese, Chen Deming, durante la conferenza ha fatto appello ai membri affinché, nella difficile situazione attuale, continuino a sollevare la bandiera della liberalizzazione e della facilitazione degli investimenti e del commercio, opponendosi al protezionismo commerciale. Ha dichiarato che la parte cinese continuerà ad applicare fermamente la strategia aperta di dialogo di mutuo vantaggio e a sostenere energicamente l'ampliamento del consenso sull'opposizione al protezionismo commerciale, raggiunto tra i leader del Summit di Londra del G20, a tutti i membri dell'APEC.
Ha aggiunto che i membri sviluppati dell'organizzazione devono, secondo gli "Obiettivi di Bogor", stabiliti nel 1994, prendere la guida e mettere in atto la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti nel 2010 e non deviare dalla loro direzione o ritardarne la realizzazione a causa della crisi finanziaria.
Secondo gli "Obiettivi di Bogor", i membri sviluppati dell'APEC, prima del 2010, quelli in via di sviluppo prima del 2020, devono mettere in atto la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti. Gli analisti ritengono che non è lontano il tempo stabilito per realizzare gli obiettivi dei membri sviluppati, tuttavia alcuni di essi non si sono preparati al meglio; quelli in via di sviluppo richiedono loro di onorare per primi la promessa. In tali circostanze, è ancora un grande punto interrogativo la loro realizzazione in tempo o meno. |
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