La sera del 5 luglio, ad Urumuqi, capoluogo della Regione autonoma del Xinjiang Uygur, si sono verificati diversi incidenti criminali con gravi percosse, assalti, rapine e incendi. Le notizie del 7 luglio riportano 156 morti e 1080 feriti, inoltre sono stati incendiati molti veicoli e la superficie degli edifici incendiati ha superato i 56 mila metri quadrati. Ad Urumqi, l'inviato speciale della nostra Radio ha osservato che grazie alle misure di sicurezza adottate tempestivamente dal governo locale, la situazione è già sotto controllo, come pure la produzione e la vita delle popolazioni sono tornate alla normalità. Tuttavia, continuano le paure e la gente ha espresso il loro forte disappunto per certi gravissimi gesti come le percosse, gli assalti, le rapine e gli incendi.
Ecco di seguito il servizio dettagliato in merito:
Ad un giorno dai crimini violenti di Urumqi, la calma nella città è stata ripristinata, ma nei pressi delle aree teatro dei crimini, ci sono ancora dei poliziotti che vigilano per tutelare la sicurezza pubblica.
Li Jixiang ha 42 anni ed è il responsabile di un cantiere edile. Alle 23,00 della sera del 5 luglio, dal suo luogo di lavoro ha visto con i suoi occhi tutto quello che è accaduto.
"Stavamo all'ingresso del cantiere edile per difenderci, arrivavano decine di persone, erano troppi, incendiavano i veicoli e colpivano le persone, uccidendone anche alcuni, tutti cittadini. La situazione era spaventosa. Dato che gli operai erano già tutti tornati negli alloggi, non abbiamo potuto far altro che serrare la porta di ferro del nostro cantiere."
Mentre si auto proteggevano, Li Jixiang ha immediatamente denunciato il fatto alla questura. Egli ha detto al giornalista che abita e lavora ad Urumqi da 26 anni e la sicurezza pubblica è stata sempre buona, non ha mai pensato che potevano accadere incidenti del genere.
A causa della violenza, i negozi e i ristoranti lungo una parte delle strade sono stati costretti a serrare gli ingressi. I centri commerciali che in passato erano molto animati sono subito diventati freddi e desolati. Il cittadino Enver ha detto al giornalista che la sua vita è stata gravemente influenzata da questi incidenti incidenti.
"Gli aspetti generali della nostra vita sono stati influenzati. Impauriti, molti non hanno il coraggio di uscire la sera. Quei luoghi devastati erano molto animati, ora le porte degli esercizi sono chiuse. Per esempio, ci piace mangiare una focaccia che chiamiamo "nang", ieri sera, sono andato a comprarla, ma i negozi che la vendono avevano tutti chiuso in anticipo, non lavorano più. Insomma, la nostra vita e il lavoro sono stati gravemente colpiti."
Enver ha fatto notare al giornalista che il governo ha adottato delle misure tempestive ed efficaci, riuscendo ad avere subito la situazione sotto controllo, ora lui si sente sicuro. Tuttavia ha aggiunto che l'ombra di questi crimini violenti è rimasta sulla gente e non è del tutto scomparsa.
In Piazza del popolo a Urumqi, una delle zone che è stata scenario dei crimini, la gente passa di fretta e i loro volti sono cupi. Il cittadino Liu Chao ha raccontato al giornalista che quella sera, si era recato a Dabazha, il luogo più animato della città, per partecipare ad un party con degli amici. Dieci minuti dopo aver lasciato il party, sono accaduti i crimini violenti. Attraverso le parole del discorso televisivo del presidente della Regione autonoma di Xinjiang Uygur, la verità degli incidenti gli è stata chiara e si è sentito molto indignato per i gesti dei separatisti.
"Noi normali cittadini, l'unica cosa che possiamo fare è di stare in silenzio nelle case e seguire la guida del governo. Ci sentiamo molto indignati, le politiche del paese per il nostro Xinjiang sono molto vantaggiose, siamo una sola famiglia. E non sarà mai possibile che quei pochi dei separatisti all'estero che agiscono affinché il nostro paese si separi, raggiungano i loro obiettivi. Il governo deve punirli in modo severo, questa è la mia opinione."
Negli ultimi anni, i tentativi di danneggiare la sicurezza e l'unità del Xinjiang da parte dei separatisti sia all'interno che fuori dai confini non sono mai cambiati. Quest'anno, nell'approssimarsi della celebrazione del 60° anniversario della fondazione della Nuova Cina, loro hanno sicuramente premeditato e progettato dei crimini. Tuttavia i loro complotti sono destinati a fallire. Le popolazioni delle varie etnie del Xinjiang sono fiduciose delle capacità che ha il governo locale di tenere la situazione sotto controllo e garantire la stabilità del Xinjiang. |