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Cina: il dolore del ritiro dei capitali esteri
2009-06-03 17:47:15 cri     Author: cri

Sotto i contraccolpi della presente crisi finanziaria internazionale, alcune aziende a capitale estero si sono ritirate dalla Cina per la cattiva gestione o le difficoltà operative, con influenze negative sullo sviluppo economico e sull'occupazione delle zone abbandonate da queste aziende, suscitando anche varie congetture della comunità internazionale sull'ambiente d'investimento cinese. Recentemente i giornalisti di RCI si sono recati nella zona costiera est del paese, dove si è verificato in maniera piuttosto massiccia il ritiro di capitali esteri, per un'indagine circa la situazione reale del ritiro delle aziende estere. Ecco di seguito il servizio in merito.

Yantai, nella provincia dello Shandong, è una delle prime città costiere cinesi aperte all'estero, separata dal Giappone e dalla Corea del Sud dal mare e nella quale sono stanziate oltre 50 imprese delle top 500 mondiali e più di 60 aziende multinazionali. Per l'influenza della crisi finanziaria, ha cominciato a verificarsi a Yantai il fenomeno del ritiro di alcune aziende a capitale estero.

La Segang Textile Co.Ltd è un'azienda a capitale sudcoreano di Yantai. All'inizio del 2008, per evitare enormi debiti, i 40 gestori sudcoreani dell'azienda sono scappati dalla Cina con i propri familiari a bordo di 4 pullman e da diversi aeroporti, abbandonando oltre 3000 addetti cinesi e lasciando 54 milioni di RMB di debiti. Dopo che si è verificato il caso, il governo locale ha pagato per l'azienda i salari arretrati, tuttavia, il problema dei debiti nei confronti dei fornitori e delle banche non è stato ancora risolto.

Zhang Xiuchun, avvocato dello Studio legale Gaotong di Beijing, che ha trattato alcuni casi simili di ritiro di capitali, ha affermato che il ritiro improprio di capitali, come il caso Segang, è "distruttivo".

"I contraccolpi sono enormi. Il ritiro improprio ha come conseguenza beni non liquidati e debiti non pagati. La chiusura di un'azienda arreca sicuramente perdite ai dipendenti e ha contraccolpi sull'occupazione, provocando dei fattori di instabilità per la società e danneggiando nel frattempo i creditori. Insomma, il suo ritiro lascia i diritti di alcune unità e delle persone senza garanzie."

Zhang ha anche dichiarato che il ritiro improprio delle aziende a capitale estero potrà avere contraccolpi su molti fornitori, banche ed operai. Certamente, il ritiro improprio è solamente una minoranza dei casi, la maggiore parte del ritiro dei capitali esteri è stato effettuato secondo la legge. Recentemente, per l'influenza del riassestamento delle strutture settoriali cinesi e della crisi finanziaria internazionale, il fenomeno del ritiro dei capitali esteri è ormai diventato la preoccupazione di molti addetti del settore. Il funzionario dell'Ufficio di cooperazione economica e commerciale con l'estero di Yantai, Zhang Miao, ha dichiarato ai giornalisti che la gestione delle imprese a capitale estero locali ha sicuramente subito l'influenza della crisi finanziaria.

"Dall'anno scorso, la scarsità della manodopera, il rincaro delle prime materie, l'apprezzamento del RMB e la crisi finanziaria nel secondo semestre hanno apportato grandi contraccolpi alle aziende di commercio estero. La gestione è giunta ad una situazione estremamente difficile."

A causa della contrazione della domanda estera, il commercio estero cinese ne ha subito i contraccolpi, il che ha aumentato il costo operativo di numerose aziende a capitale estero orientate all'esportazione, rendendone la sopravvivenza sempre più difficile, mentre la crisi finanziaria ha aggravato la situazione di quelle aziende già in difficoltà. Per tutti questi motivi, casi di ritiro di capitali esteri si sono verificati frequentemente.

Secondo i dati statistici pubblicati recentemente dal Ministero del Commercio cinese, da gennaio ad aprile 2009, la Cina ha attirato investimenti diretti di capitali esteri per 27.67 miliardi di USD, con un calo del 21% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. I dati dimostrano che si sta accelerando il ritiro dei capitali esteri. Precedentemente la Dogana generale cinese aveva reso noti i rischi del ritiro su larga scala di capitali esteri dalla Cina secondo i dati d'import-export di lavorazione e di commercio dell'anno scorso.

Il portavoce stampa del Ministero del Commercio cinese, Yao Jian, ritiene che vari fattori abbiano provocato il continuo ribasso degli investimenti esteri diretti, compresa la riduzione degli investimenti globali, l'intensificazione della concorrenza internazionale ed i contraccolpi della crisi finanziaria. Secondo quanto appreso, nel prossimo futuro, i dipartimenti cinesi adotteranno misure più forti per l'incoraggiamento ed il sostegno al miglioramento ed upgrading del settore degli investimenti esteri, per l'approfondimento della riforma istituzionale e la devoluzione dei poteri di esame ed approvazione, e per il perfezionamento delle leggi e dei servizi, in modo da creare condizioni migliori per attirare gli investimenti esteri.

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