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Il mondo intero impegnato nella prevenzione dell'influenza suina
2009-04-30 12:57:10 cri     

L'epidemia di influenza suina, iniziata in Messico, si è ormai estesa nel mondo intero. Finora, dieci paesi del mondo hanno rapportato casi diagnosticati, fra cui casi di morte in Messico e negli Usa. L'Organizzazione mondiale della Sanità ha già innalzato al quinto grado il livello d'allarme di una pandemia. Molti paesi hanno via via adottato misure per impedire l'ulteriore proliferazione dell'epidemia.

La sera del 28 aprile il ministero della Sanità del Messico ha comunicato che dal primo caso sospetto di morte nel Paese per contagio di influenza suina il 13 aprile scorso, a livello nazionale il totale dei morti per influenza suina confermati e sospetti è salito a 159, con 2498 casi di infezione sospetta, e 1311 persone in ospedale per le cure. Il giorno 29, il direttore ad interim del Centro Usa di controllo e prevenzione delle epidemie Richard Besser ha affermato che nel territorio nazionale, i casi diagnosticati sono già saliti a 91, fra cui un bambino messicano di 23 mesi ormai deceduto. Gli Stati Uniti sono quindi diventati il secondo paese con casi di morte per influenza suina. A parte ciò, anche in Canada, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Germania, Israele, Spagna, Austria, e Costa Rica sono stati scoperti casi confermati.

In una sola settimana, l'epidemia di influenza suina si è già diffusa dagli Usa e dal Messico in dieci Paesi del mondo. La sera del 29 aprile, nel corso di una conferenza stampa telefonica a Ginevra, il direttore generale dell'OMS Margaret Chan ha annunciato l'innalzamento dal quarto al quinto grado del livello d'allarme di una pandemia. L'allarme dell'OMS si suddivide in sei gradi, il quinto significa che lo stesso tipo di virus epidemico si è ormai trasmesso a livello umano in almeno due paesi della stessa regione, provocando un'epidemia persistente. E' la seconda volta in tre giorni che l'OMS innalza il livello di allarme sin dall'inizio della proliferazione dell'influenza suina.

Di fronte alla proliferazione dell'epidemia, i vari paesi del mondo e alcune organizzazioni internazionali hanno via via adottato delle misure preventive. Il Messico è la zona più gravemente colpita. Il giorno 26, il presidente Felipe Calderon ha emesso un decreto presidenziale, annunciando l'ingresso dell'intero Paese nello "stato di emergenza sanitaria" per almeno 10 giorni. A partire dal 27, tutti gli asili, le scuole elementari e medie e le università del paese hanno interrotto le lezioni. La capitale Città del Messico ha chiuso musei, cinema e altre sedi pubbliche già il 25. Dal 28, i 35mila ristoranti della città possono offrire ai clienti solo il servizio di consegna esterna del cibo. In seguito alla severa applicazione di queste misure, il ministro della Sanità messicano Jose Cordova all'alba del 29 ha sottolineato via Radio e TV che al momento nel Paese l'aumento del numero dei morti per influenza suina ha già registrato una tendenza al rallentamento. Il 28, il presidente americano Barack Obama ha chiesto al Congresso uno stanziamento di 1,5 miliardi di USD, mirato all' aumento delle riserve di farmaci antivirali, allo sviluppo del vaccino dell'influenza suina, al rafforzamento delle misure pubbliche di risposta al morbo e all'aiuto alle organizzazioni internazionali per contenerne la proliferazione. Il giorno 29, l'Ue ha tenuto una riunione speciale dei ministri della Sanità per valutare le possibili minacce arrecate dall'epidemia di influenza suina al suo interno e le misure di risposta da adottare. Il 28, la riunione urgente dei ministri della Sanità dei paesi membri del sistema di integrazione dell'America centrale ha approvato una risoluzione, secondo cui la regione istituirà un meccanismo congiunto di prevenzione e controllo dell'influenza suina.

Gli esperti osservano che la condivisione delle informazioni è la chiave della risposta all'epidemia di influenza suina, più rapidamente si condividono le informazioni, più velocemente si può controllare e contenere lo scoppio dell'epidemia. Il governo messicano ha già negoziato con Usa e Canada l'istituzione di un meccanismo di cooperazione, secondo cui i funzionari degli organismi sanitari dei tre paesi dell'America settentrionale, esperti e studiosi terranno incontri periodici per coordinare le iniziative di prevenzione e cura e i piani di ricerca scientifica, e scambiare le ultime informazioni accademiche, così da evitare al massimo l'ulteriore proliferazione del virus. Anche la FAO, l'Organizzazione della Sanità Pan-Americana (PHAO), ecc. hanno inviato gruppi di esperti in Messico e negli altri paesi colpiti, per aiutarli a individuare le fonti del contagio ed evitare la proliferazione dell'epidemia. Il giorno 29 la portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Yu ha annunciato che il governo cinese ha deciso di offrire a quello messicano un'assistenza umanitaria urgente di 5 milioni di USD. La parte cinese si prepara anche a fornire a quella messicana la sua esperienza di prevenzione e controllo della SARS.

Il 29 aprile il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha detto che la situazione dell'epidemia di influenza suina è già diventata una sfida globale, di conseguenza è necessario il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento della comunità internazionale, ivi compresi i paesi membri del Consiglio di Sicurezza, per una risposta comune. Ha promesso che l'Onu offrirà un completo sostegno agli sforzi dei vari Paesi per la lotta in merito.

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