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------Intervista al presidente dell'Associazione Italia-Cina Vittoria Mancini
Il 9 febbraio la municipalità di Roma ha conferito al Dalai Lama il titolo di "cittadino onorario", quest'iniziativa ha rinscontrato non solo l'energica condanna ed opposizione dell'intero popolo cinese, ma anche il dissenso della comunità internazionale e degli esperti lungimiranti. Durante un'intervista a RCI, il presidente dell'Associazione Italia-Cina, Vittoria Mancini, ha affermato che il conferimento della "cittadinanza onoraria" al Dalai Lama da parte della municipalità di Roma non era necessario e danneggerà le relazioni amichevoli fra l'Italia e la Cina.
Come in altre città del mondo, a Roma, il titolo del cittadino onorario è conferito alle persone che hanno conseguito straordinari successi in vari aspetti e in particolare correlati strettamente all'Italia e Roma. Tuttavia, il Dalai Lama si è sempre impegnato in attività scissionistiche dalla patria in veste religiosa ed ha tentato invano di realizzare la sua cospirazione politica. È evidente e inadeguato che una figura come lui ottenga il titolo del "cittadino onorario" di Roma. La sig.ra Mancini ritiene che:
"Solitamente, quest'onorificenza per cittadino onoraio di Roma, viene data a personaggi di tutto il mondo, e che si sono distinti per meriti, o intellettuali, o culturali, o di ricerca scientifica, persone che in qualche modo con la loro vita hanno testimoniato delle cose di interesse internazionale e nazionale dell'Italia, da chi ha collaborato per la liberazione durante l'ultima guerra contro il nazzismo, per chi si batte per i diritti umani, per chi ha fattto delle scoperte scientifiche particolari, o persone che il loro sistema di vita in qualche modo si è distinto, per essere attento a tutte quelle che sono problematiche dell'umanità, oppure il grande scrittore, il grande personaggio culturale, politico od artistico, può essere un regista, un attore. Per cui, se una persona, gli viene dato per questi motivi, è una scelta che può essere condivisa; se invece viene dato per situazioni politiche, di patteggiamento, perché può in qualche modo cercare di creare delle situazioni di distacco da una nazione piuttosto che da un'altra, a quel punto, non credo proprio che sia necessario dare questa onorificienza."
É noto che dopo l'abolizione del sistema dei servi della gleba e l'applicazione della riforma democratica, grazie alla grande attenzione del governo centrale cinese per lo sviluppo e per la costruzione della regione tibetana, in Tibet si sono registrati cambiamenti radicali nello sviluppo sociale e nel tenore della vita del popolo. La sig.ra Mancini ritiene che sia ingiusto e sfavorevole che la gente ascolti solo l'opinione della parte del Dalai Lama e ignori il grande sviluppo e i cambiamenti del Tibet ed ha sottolineato che si devono apprezzare molto i risultati ottenuti dal governo centrale cinese in Tibet.
"La mia documentazione sul Tibet la tengo molto aggiornata, e perché faccio questo? Perché io nella prima degli anni '70, ho avuto occasione di vedere quel famoso documentario "Servi della gleba", dove c'erano queste immagini del Tibet, del Tibet povero, del Tiber grigio, triste, dove si vedeva veramente la miseria della popolazione, dopo l'evento poi della liberazione ecc., mostrava anche alcuni primi cambiamenti che cominciavano. Ho avuto la fortuna però di parlare con tantissime persone, che sono andate in Tibet, che io ho sempre aspettato che tornavano perché mi potessero descrivere le loro sensazioni. E devo dire che tutti, anche quelli critici, dovevano alla fine dire che ammettevano che il grande cambiamento era nato e che si vedeva che c'era un cambiamento anche nel tenore della vita e la cosa che colpiva più di tutti era quella delle donne e dei bambini. Perciò voglio dire che tutte le cose che si cerca di fare, vanno bene"
Secondo Mancini, molti italiani si interessano molto alla storia e ai cambiamenti del Tibet, sperando di conoscere e paragonare, tramite l'esperienza sul posto, il passato e il presente del Tibet, invece di ascoltare una sola versione. Nel frattempo, alcuni esponenti sperano di poter far conoscere meglio, attraverso l'esperienza sul posto, le bugie del Dalai Lama. Attualmente, l'Associazione Italia-Cina sta preparando un viaggio da Kathmandu a Lhasa, con l'obiettivo di far conoscere in modo oggettivo ai partecipanti la situazione di sviluppo del Tibet.
"Noi stiamo preparando un percorso che entra da Kathmandu e fino a Lasha che viene fatto questo percorso con le soste nelle città importanti perchè devi comunque dormire, devi mangiare, devi fare però i trasferimenti sono prevalentamente fatti a piedi ma non nelle mantagne ma all'interno delle strade per cui dove ci sono le abitazioni e dove ci sono le costruzioni con la scuola, la sede sanitaria, queste cose, ed è un gruppo di persone italiane, molte sono del nord, e che praticamente si farà questo viaggio che terminerà a Lasha. "
Attualmente, questa attività promossa dall'Associazione Italia-Cina ha visto positive reazioni di molte persone e sarà realizzata a breve. Attraverso questa attività, si potranno smascherare le bugie di alcuni, mostrando il vero Tibet. Mancini ha detto:
"Loro con questo viaggio, e fatto a punto prevalentemente a piedi, e significa essere anche una testimonianza loro ritorno, di tante formazioni che circolano sul Tibet, allora loro vogliono vedere con i loro occhi per potere parlare e essere coerenti con quello che loro credono che si stia avverando." |
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