A partire dall'applicazione della politica di riforma e apertura, l'economia non pubblica della Cina ha registrato un rapido sviluppo: il numero degli operatori industriali e commerciali individuali è cresciuto dai 100.070 del 1978 ai 27 milioni 590 mila e 900 attuali; quello delle imprese non statali è cresciuto dalle 90.500 del 1989 alle 6 milioni 238 mila e 700 attuali, mentre le imprese di investimento straniere si sono sviluppate da zero alle attuali 419 mila e 100.
I suddetti dati sono stati comunicati recentemente dall'Amministrazione statale dell'Industria e del commercio cinese.
Nell'arco dei 30 anni dall'applicazione della politica di riforma e apertura, la crescita media annua dell'economia non pubblica del paese ha superato il 20%, mentre la sua percentuale nel PIL è aumentata dal meno dell'1% del 1979 all'attuale più di 1/3. In particolare, in certi settori a normale competizione, la percentuale dell'economia non pubblica ha ormai superato l'80%. Si prevede che nel 2010 l'economia non pubblica contribuirà al 50% delle entrate tributarie dell'intero paese.
A partire dalla riforma e apertura, circa il 70% delle innovazioni tecnologiche, il 65% dei brevetti d'invenzione interni e oltre l'80% dei nuovi prodotti si devono alle PM imprese, oltre il 95% delle quali non sono di proprietà pubblica.
L'economia non pubblica è ormai diventata un'attiva partecipante alla costruzione di una società armoniosa. A partire dalla metà degli anni '90 del secolo scorso, oltre il 70% dei nuovi posti di lavoro nelle città e cittadine sono stati forniti dall'economia non pubblica, e oltre il 70% della forza lavoro trasferita dalle campagne è occupata nelle imprese non pubbliche. |