Il 17 settembre le 13° Paralimpiadi di Beijing si è conclusa con successo. Durante la cerimonia di chiusura, ai 12 volontari in rappresentanza dei 30 mila volontari di gara e centinaia di migliaia di volontari urbani, sono stati offerti un mazzo di fiori dai membri del Comitato Internazionale Paralimpico. Si tratta dei ringraziamenti per i loro raggianti sorrisi e sinceri servizi. Queste meravigliose Paralimpiadi, senza di loro, non sarebbero mai state tali. Tra i solerti volontari ci sono molti stranieri venuti da lontano, i quali, insieme ai cinesi, hanno felicemente offerto i loro servizi.

"Ciao a tutti, mi chiamo Sylvia, sono italiana e sono una volontaria paralimpica."

Sylvia Assler ha 62 anni e tra la miriade di giovanissimi volontari, attira grandi attenzioni. Ha dato i suoi servizi non solo alle Paralimpiadi ma anche alle Olimpiadi. In realtà non è la prima volta che Sylvia è a contattato con tali eventi, ha già fatto la volontaria nelle Olimpiadi invernali di Torino 2006. nel 2006 Beijing reclutò i volontari. Sylvia si sentiva in dovere di continuare a fare qualcosa per le Olimpiadi, quindi si iscrisse.

La richiesta di Sylvia fu approvata e il 31 luglio di quest'anno è arrivata a Beijing, cominciando il suo cammino da volontario olimpico.

Durante le Olimpiadi Sylvia è stata in servizio nel centro linguistico del villaggio olimpico, mentre nelle Paralimpiadi ha lavorato nel dipartimento ai servizi per i volontari dell'Università delle Scienze e Tecnologie di Beijing, diventando una volontaria al servizio dei volontari di gara. Distribuire le uniformi, fornire la preparazione e garantire la salute dei volontari, sono dettagliati i compiti del dipartimento. Sylvia ha detto che prima delle Paralimpiadi ci sono state tante cose da fare, tuttavia con l'inizio dei Giochi la funzione dei volontari è entrata nella giusta modalità e il lavoro del dipartimento non è stato più così faticoso. Secondo lei, il lavoro è importante ma la sua presenza è forse più importante del lavoro stesso.

Durante il servizio alle Paralimpiadi si sta a contatto con molti disabili. Sylvia ha detto che di solito le persone normali si prendono "eccessivamente" cura dei disabili, pensando che questi siano diversi dagli altri. Tuttavia nei campi di gara e nel villaggio paralimpico i protagonisti sono i disabili e le persone normali sono i "diversi".

Grazie allo stretto contatto con i disabili, Sylvia ha percepito le loro grandi capacità e forza di volontà, ma il loro essere "normali" è quello che le ha lasciato l'impressione più profonda. Proprio come tutti, negli stadi loro mirano alla vittoria e godono del divertimento derivato dallo sport, mentre nella vita quotidiana cercano di fare proprio il meglio. I disabili hanno, come tutti, una vita normale.

È giusto così, bisogna comprendere veramente il senso del rispetto e della parità, non bisogna prendersi eccessivamente cura dei disabili in quanto "diversi", ma bisogna trattarli come persone normali, questa è la vera integrazione.

Servire le Paralimpiadi non è solo un'esperienza indimenticabile, la cosa più importante sono gli insegnanmenti che ne derivano circa il giusto modo di trattare i disabili. Sylvia ha detto che dopo tali esperienze, cambiano i precedenti propri punti di vista e si comprendono tante cose fino a quel punto sconosciute. Grazie alle Paralimpiadi di Beijing lei ha assistito a delle meravigliose gare, assaporando, insieme agli entusiasi volontari cinesi, la gioia derivata dai loro compiti. I nostri giovani volontari hanno ringraziato Sylvia per esser venuta in Cina dall'Italia, condividendo con loro i risultati dei propri servizi per le Paralimpiadi.