La sera del 10 maggio il governo sudanese ha comunicato di aver sventato l' attacco lanciato alla capitale Khartoum dalle organizzazioni armate antigovernative del Darfur. Di seguito il presidente Omar Al-Beshir ha annunciato la rottura del relazioni diplomatiche con il Ciad, dovuta all' appoggio del paese alla suddetta iniziativa delle milizie antigovernative Ciò dimostra l' urgenza del portare quanto prima le milizie antigovernative ad entrare nel processo politico di soluzione del problema del Darfur.
L'11 maggio il presidente sudanese Beshir ha annuciato la rottura delle relazioni diplomatiche con il Ciad, affermando che il Ciad deve assumersi la responsabilità della penetrazione a Khartoum per svolgervi attività di sabotaggio dei membri delle organizzazioni antigovernative del Darfur. Lo stesso giorno il governo del Ciad ha rilasciato una dichiarazione di profondo rammarico per la decisione "sconsiderata" del governo sudanese. Il giorno precedente, il Ciad aveva negato il suo sostegno all'attacco a Kharthoum delle organizzazioni armate antigovernative del Darfur.
Gli analisti osservano che si tratta del primo attacco alla capitale delle milizie antigovernative sin dallo scoppio del conflitto nel Darfur nel febbraio 2003, il che intensificherà l'antagonismo tra le organizzazioni armate antigovernative e il governo, radicalizzando le contraddizioni tra le due parti. D'altro lato, ciò dimostra anche l'estrema urgenza della rapida promozione del processo politico di soluzione del problema del Darfur, inducendo le milizie antigovernative a tornare al tavolo dei negoziati.
Dopo l'evento, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha lanciato un appello alle organizzazioni armate antigovernative del Darfur affinchè si impegnino di nuovo a risolvere le dispute tramite canali pacifici. Anche il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto di sperare che le milizie antigovernative entrino quanto prima nel processo politico e riprendano i negoziati con il governo sudanese, sottoscrivendo quanto prima un completo accordo di pace nel Darfur, così di realizzare la pace, stabilità e sviluppo della regione.
Circa la soluzione del problema del Darfur, la comunità internazionale conferma generalmente la strategia del "doppio binario", ossia la promozione dell'avanzamento simultaneo delle operazioni di peacekeeping e del processo politico della regione. Dal punto di vista dell'attuale situazione, il processo politico risulta evidentemente arretrato rispetto a quello del peacekeeping. Le truppe miste del peacekeeping dell'Onu e dell'Unione africana hanno iniziato in gennaio ad applicare la missione, e grazie agli sforzi delle parti interessate, il governo sudanese ha sottoscritto con l'Onu l' "Accordo sulla posizione delle truppe miste del peacekeeping dell' Onu e dell'Unione africana", il che giocherà un ruolo molto importante per migliorare il quadro di sicurezza della regione del Darfur. Tuttavia il processo politico è sempre rimasto in uno stato di stagnazione.
In un'intervista del febbraio scorso a RCI, il ministro degli Esteri sudanese Deng Alor ha affermato che il motivo principale è la presenza di numerose fazioni fra le milizie antigovernative, da cui la difficoltà di raggiungere una posizione unificata. Inoltre una minoranza di forze occidentali che sostengono le organizzazioni armate antigovernative esercitano anche la loro influenza. Pertanto tutte le parti interessate devono eliminare quanto prima gli ostacoli alla promozione del processo politico, portando le milizie antigovernative ad entrarvi quanto prima.
Attualmente anche se le relazioni diplomatiche fra Sudam e Ciad sono interrotte, le due parti non hanno adottato ulteriori iniziative, il che dimostra che esistono ancora spazi di miglioramento dei rapporti tra i due paesi. Gli analisti osservano che Sudan e Ciad devono procedere ad un dialogo positivo per sradicare i malintesi, al fine di applicare concretamente l'accordo di pace, favorendo la soluzione del problema del Darfur. |