Il Quotidiano del Popolo del 21 aprile ha pubblicato un articolo firmato in cui si rivelano le varie bugie falsificate recentemente dalla cricca del Dalai Lama.
Prima, l'Ufficio della cricca del Dailai Lama in Australia ha reso pubblico la cosidetta "lista dei 40 morti" durante i disordini del 14 marzo a Lhasa. Tuttavia, alcuni nomi in questa lista non corrispondono agli indirizzi e alle unità di lavoro pubblicate, in fatti non si può cercarli; e cinque dei cosidetti "morti" della lista sono tuttora viventi.
Seconda, il Dalai ha detto che la Cina ha travestito dei soldati come dei Lama per girare una scena in cui sono i tibetani che tramano i disordini. E c'è una foto per "verificar ciò".
Ma l'indagine indica che questa foto dimostra una scena in cui nel 2001 i miliziani cinesi hanno partecipato ad un film.
Terza, il Dalai ha affermato che le percosse, assalti e rapine della banca sono per l'"intercettazione dello stanziamento centrale". Secondo l'indagine del giornalista, lo stanziamento centrale è coerente con quelli dei fondi speciali per uso speciale, le parole del Dalai sono infondate.
Quarta, il Dalai ha affermato che i negozi incendiati negli incidenti del 14 marzo a Lhasa "sono dei comuni bordelli".
Le indagine dimostrano che si tratta di calunnie.
Nell'articolo si scrive anche che queste bugie sono molto ingannevoli, soprattutto per le persone che non conoscono la Cina e la situazione concreta. Tuttavia quando la gente chiede al Dalai di far chiarezza sulla verità, egli sta zitto. |