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Prima del ritorno alla madrepatria, molti cittadini di Hong Kong non la conoscevano, quindi temevano per il futuro della città dopo il ritorno, al punto da creare un'ondata di emigrazione. A dieci anni di distanza, l'atteggiamento dei cittadini di Hong Kong ha visto grandi cambiamenti, la cosa più notevole è l'evidente innalzamento del senso di appartenenza alla madrepatria, per cui sempre più locali sono orgogliosi di essere cinesi.
Dai dati statistici emerge che a partire dal 1997, sempre meno hongkonghesi hanno deciso di emigrare all'estero, passando dai circa 30 mila del 1997 ai 9 mila del 2005, mentre a partire dal 2000 ogni anno circa 10 mila persone hanno fatto ritorno a Hong Kong.
Come gli emigrati, anche i cittadini che hanno scelto di restare a Hong Kong hanno temuto per un attimo per il suo futuro. Il CEO del Gruppo Lotus di Hong Kong Eugene Yau è uno di loro. Egli afferma che molti locali temevano che dopo che la Cina avresse ripristinato la sua sovranità su HK, il sistema sociale e il modo di vita locali sarebbero cambiati in modo imprevedibile.
Tuttavia questi timori sono durati poco, in particolare dopo che il governo centrale ha appoggiato Hong Kong a vincere le difficoltà, liberandosi dalla crisi finanziaria asiatica, dall'influenza aviaria e dall'epidemia di Sars, gli hongkonghesi hanno percepito sempre più l'importante significato dell'appoggio del governo centrale per lo sviluppo locale, realizzando che se la Cina progredisce, progredisce anche Hong Kong
Eugene Yau ha detto:
"Siamo fiduciosi, perchè ora siamo diventati una parte della Cina, cresciamo e avanziamo insieme a lei, progredendo, quindi il futuro sarà sempre migliore; in questo senso nutriamo una fiducia incrollabile."
Nel decennio dal ritorno alla madrepatria, il continuo rafforzamento della Cina e il costante sviluppo di Hong Kong hanno innalzato il senso di appartenenza alla madrepatria dei cittadini di Hong Kong, rendendoli sempre più orgogliosi di essere cinesi.
La signora Liang Cuishen lavora in un supermercato di Hong Kong: nata e cresciuta nella città, per molto tempo non aveva chiara la sua nazionalità. Parlando ad amici stranieri, diceva di essere di Hong Kong. Oggi, dopo aver percepito personalmente i cambiamenti della città dopo il ritorno alla nadrepatria, ella osserva:
"Da bambina, avevo la sensazione di non avere un Paese, ma piuttosto una regione. Dopo il ritorno di Hong Kong alla madrepatria, sento di avere un Paese; tornando all'entroterra, sentiamo di essere tornati alla propria terra, una sensazione straordinaria".
La signora Liang aggiunge che ama molto visitare e lavorare nell'entroterra. Ha visitato Pechino, Shanghai, Tianjin, il Guangdong e lo Hunan, dove si è fatta molti amici. Ella trova che molti fatti acaduti nell' entroterra hanno stretto rapporto con Hong Kong.
Nel decennio dal ritorno alla madrepatria, l'Università Cinese di Kong Hong ha continuato a portare avanti indagini sul senso di appartenenza alla patria, distribuendo ogni anno questionari da compilare a migliaia di locali. Secondo i dati dei rapporti collegati, rispetto al periodo precedente il ritorno, la fiducia dei cittadini nel governo centrale si è di molto innalzata. Attualmente molti locali, come la signora Liang, parlano un fluente cinese standard, ritenendo che lo studio del cinese possa approfondire la loro conoscenza della cultura cinese, permettendo loro di farsi molti amici dell'entroterra, a tutto vantaggio del loro sviluppo a Hong Kong o nell'entroterra.
Il ritorno di Hong Kong alla madrepatria ha permesso di provare un senso di appartenenza anche agli sportivi locali. Le Olimpiadi del 2008 di Pechino li renderanno per la prima volta orgogliosi di partecipare a Giochi olimpici tenuti in casa.
"Dal ritorno alla madrepatria, non abbiamo più l'impressione provata ai Giochi del Commonwealth, al contrario le Olimpiadi del 2008 di Pechino ci daranno un maggiore senso di appartenenza, rendendo orgogliosi ed eccitati sia noi che i nostri allenatori." |
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