Gli scontri fra Libano e Israele il 22 luglio sono entrati nell'undicesima giornata; le truppe israeliane hanno continuato a bombardare la regione meridionale libanese e attaccato alcune centrali di telecomunicazione e torri televisive.
Lo stesso giorno la fanteria di Israele ha varcato di nuovo il confine e aperto il fuoco contro gli Hezbollah. Le truppe israeliane hanno affermato che la loro fanteria ha già il controllo del villaggio Maroun al-Ras, al confine meridionale del Libano.
Sempre lo stesso giorno il primo ministro libanese Fouad Siniora ha reso noto che attualmente il governo del Paese si sta mettendo in contatto con gli Hezbollah, facendo il possibile per persuadere il Partito di raggiungere il cessate il fuoco con le truppe israeliane. Tuttavia Siniora ha affermato che se le truppe libanese dovessero subire degli attacchi da parte israeliana, queste risponderebbero agli attacchi.
Nel contempo l'Iran ha affermato che il Paese non interverra' negli attuali conflitti fra Libano e Israele con mezzi militari, ma che continuerà a fornire sostegno politico e diplomatico al Libano. La Giordania e la Francia si sono appellate di nuovo al Libano e Israele affinché realizzino immediatamente il completo cessate il fuoco, rendendo noto che solo in questo modo potrebbero reprimere l'ulteriore deterioramento del quadro. La Germania ha affermato di impegnarsi a risolvere il problema attraverso la ricerca di un canale politico, facendo il possibile per creare le condizioni adatte per la realizzazione del cessate il fuoco fra Libano e Israele.
Inoltre l'Ue, la Giordania e la Russia hanno affermato di fornire al Libano un urgente sostegno umanitario. Lo stesso giorno i cittadini dei paesi come Francia, Gran Bretagna, Olanda e Australia hanno tenuto delle manifestazioni contro la guerra, chiedendo a Israele di sospendere immediatamente le iniziative militari in Libano. |