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L'unificazione delle imposte sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri e gli investimenti italiani in Cina
2007-03-05 16:13:33 cri    

La sessione annuale della 10° Assemblea Popolare Nazionale cinese ha discusso il disegno della Legge sull' imposta sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri, che ne unifica l'aliquota al 25%, il che è considerato un evento simbolico della tendenza alla maturità e standardizzazione del sistema dell' economia di mercato cinese. Quale sarà l'influenza di questa riforma fiscale sugli investimenti delle imprese italiane in Cina? In merito abbiamo intervistato per voi alcune personalità interessate cinesi e straniere. Di seguito vi invitiamo ad ascoltare un servizio dettagliato in merito.

All'inizio degli anni '90 il nostro paese ha via via completato l'unificazione delle imposte sul reddito delle imprese a capitali stranieri e di quelle delle imprese a capitali cinesi, formando un sistema di tassazione duplice secondo cui per le imprese a capitali esteri era applicata la "Legge della RPC sull' imposta sul reddito delle imprese con investimenti stranieri e delle imprese straniere", e per quelle a capitali cinesi si applicavano i "Regolamenti temporanei della RPC sull' imposta sul reddito delle imprese". Durante una conferenza stampa del 24 gennaio scorso dell'Ufficio statale di statistica, il vice direttore dell'Ufficio Wang Li ha detto:

"E' noto che a partire dalla riforma e apertura, per corrispondere alle esigenze dell'apertura all'estero e della riforma del sistema economico, per quanto riguarda l' imposta sul reddito il nostro paese ha applicato il sistema della legislazione separata secondo la natura delle imprese, originando così l'attuale quadro di applicazione di diversi sistemi di imposizione fiscale .per le imprese a capitali cinesi e stranieri. La pratica dimostra che in passato l'applicazione di tale politica fiscale è stata indispensabile, svolgendo un importante ruolo per l'apertura all'estero, l'attrazione dei capitali e la promozione dello sviluppo."

Nel 2006 gli investimenti italiani in Cina hanno superato i 400 milioni di USD. Il primo rappresentante dell'Ufficio dell'ICE a Pechino La Spina ci ha detto giorni fa che a parte la crescita degli investimenti, anche la tipologia delle imprese investitrici ha visto dei cambiamenti. Egli ha detto:

"E' importante che questi investimenti riguardino sostanzialmente una gamma più ampia di settori. Quindi siamo usciti dai settori tradizioinali del tessile, della meccanica, per coinvolgere altri settori tipici dell'eccellenza del Made in Italy. In questo senso mi riferisco per esempio agli investimenti nel settore del packaging, agli investimenti nei settori tecnologicamente più sofisticati. 2:01 Quindi questo significa che tutto il sistema d'Italia comincia a leggere in maniera più tempestiva quelli che sono certi flussi e certi fenomeni economici che si vanno determinando sul grande territorio della Cina."

Gli imprenditori italiani più attenti si sono accorti dei cambiamenti del mercato cinese, mentre il sistema di diversificazione degli standard di riscossione dell'imposta sul reddito per le imprese a capitali cinesi e stranieri non corrispondeva più a tali mutamenti. Il vice direttore dell'Amministrazione tributaria statale Wang Li ha detto:

"In seguito all'adesione cinese alla WTO e allo sviluppo della globalizzazione economica, e con la progressiva costituzione e perfezionamento dell'economia di mercato socialista, nell'ambito della legislazione sull' imposta sul reddito delle imprese a capitali interni ed esteri si sono verificati molti problemi e contraddizioni, per esempio il sistema precedente non corrispondeva al principio del trattamento nazionale e non giovava alla concorrenza imparziale tra le varie imprese, provocando facilmente casi di evasione fiscale con la trasformazione dai capitali cinesi in stranieri, da cui l'urgente necessità di una riforma."

L'economia del nostro paese ora sta vivendo un periodo di rapida crescita, visto che negli ultimi anni gli introiti finanziari hanno mantenuto una buona tendenza all'aumento. Nel 2006 il PIL cinese è stato pari a 20.940,7 miliardi di RMB, con un aumento del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2005, con un'accelerazione dello 0,3% rispetto al 2005. Il 24 dicembre 2006, illustrando il disegno della "Legge sull' imposta sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri" durante la 25° sessione del comitato permanente della 10° Assemblea Popolare Nazionale, il ministro delle Finanze cinese Jin Renqing ha osservato che sono ormai maturi i tempi per la legislazione sulla riforma del sistema dell' imposta sul reddito delle imprese, e che è assolutamente necessario unificare quanto prima l'imposta sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri.

Uno dei lavori in agenda della sessione annuale della 10° Assemblea Popolare Nazionale tenutasi il 5 marzo è stata la discussione del disegno della "Legge sull' imposta sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri". Ren Yuqi, delegato dell'Assemblea Popolare Nazionale e presidente del Gruppo Jinqiao della provincia del Hunan, ha espresso il suo appoggio all'approvazione della legge. Egli ha detto:

"E' giusto agevolare gli investitori permettendo loro maggiori riscontri economici, ma è anche giusto il nostro attuale riaggiustamento della politica fiscale, perché la Cina possiede la maggiore fonte fiscale del mondo. Molte imprese a capitali stranieri hanno ottenuto notevoli sviluppi in Cina e il grande mercato cinese ha formato anche molte società internazionali. Secondo me, primo, per il buon quadro generale dell'economia cinese, gli investitori ed amici non lasceranno la Cina per il riaggiustamento dell' imposta sul reddito delle imprese, e la maggior parte delle imprese a capitali esteri appoggerà l'unificazione dell'aliquota dell'imposta sul reddito delle imprese. Secondo, il riaggiustamento è favorevole alle imprese a capitali interni. Con la stessa aliquota per i capitali interni ed esteri, le imprese a capitali cinesi avranno maggiore fiducia."

Durante la riunione, quando il comitato permanente dell'Assemblea Popolare Nazionale ha proceduto al primo esame e discussione del disegno della "Legge sull' imposta sul reddito delle imprese", ossia l'unificazione delle due imposte, il ministro delle Finanze Jin Renqing ha affermato che l'aliquota del 25% internazionalmente si trova ad un livello medio- basso e giova a mantenere la competitività del sistema fiscale del nostro paese, in modo da promuovere ed assorbire ulteriormente gli investimenti stranieri.

Il primo rappresentante dell'Ufficio dell'ICE a Pechino La Spina ha affermato che il mercato cinese presenta ancora una forte attrazione per le imprese italiane, che non dipende semplicemente dalle agevolazioni della politica fiscale. Egli ha detto:

"Oggi il sistema economico cinese non ha solo la capacità di attrazione solo semplicemente basata sul fattore delle tasse, la capacità di attrazione del sistema cinese si basa su altri fattori che possono essere ancora una volta la disponibilità di manodopera, relativamente a buon mercato, ma comunque una manodopera qualificata per un certo tipo di lavori che si possono fare. C'è una capacità, per esempio il sistema cinese può offrire territori per l'insediamento, di offrire migliori servizi di tipo trasporti, infrastrutturali. C'è la capacità di attrazione del sistema cinese, comunque di continuare a garantire una serie di insentivi. Quindi in un qualche modo, diciamo che i fattori di attrazione del sistema cinese non risiedono più in questo sistema di tassazione privileggiato o di favore. E quindi oggi insediarsi in Cina, questo vale per le aziende italiane come per altre aziende, può essere una scelta detata da logiche di mercato. Logiche che evidenziano la possibilità di venire a produrre in Cina in condizioni probabilmente migliori di quelle di qualche anno fa, soprattutto potendo di godere anche di un mercato che sta attorno in un qualche modo la fabbrica."

In realtà, a parte l'unificazione delle aliquote dell' imposta sul reddito delle imprese a capitali cinesi e stranieri, la nuova legge unifica e riduce anche in modo appropriato l'aliquota stessa; unifica e standardizza la metodologia e gli standard di sottrazione pre fiscale ed unifica le politiche fiscali agevolate. L'opinione pubblica ritiene in generale che ciò indichi la tendenza alla maturità e standardizzazione del sistema dell' economia di mercato cinese.

Secondo Fabio Cavalera, corrispondente a Pechino del Corriere della Sera, il nuovo sistema fiscale non cambierà le prospettive degli investimenti in Cina delle imprese italiane. Egli ha detto:

"Credo che per quanto riguarda l'Italia le prospettive di investire in Cina siano sempre molto forti. In linea di principio credo che sia assolutamente corretto porre sullo stesso piano dal punto di vista fiscale le imprese cinesi e le imprese straniere. Non vedo quali difficoltà possano essere poste alle aziende italiane che vengono in Cina a investire. Vi sono spazi enormi. E questa legge non cambia certamente questo giudizio di fondo. "

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