Il programma ha consentito di esaminare il tessuto sociale e non soltanto quello produttivo. I cambiamenti registrati sono molto rilevanti. le strade sono larghe, la circolazione è affollata ma non caotica. la motorizzazione della città è stata veloce e possente ma non ha condotto al caos. Non ci sono infrazioni alla regole della circolazione e le auto sono parcheggiate in ordine. Mi hanno colpito i grattacieli: molti, slanciati, curati, con un design moderno.

La visita all'azienda aeronautica ha evidenziato la collaborazione della città di Harbin con i poli produttivi del settore, soprattutto con l'europeo Airbus. Molto importante è stato scoprire che grazie alla produzione locale di composite (che sostituisce le tradizionali strutture in metallo) gli aerei possono diventare più leggeri ed efficienti e capaci di percorrere distanze più lunghe. Anche la visita all'impianto di produzione di birra e del relativo museo ha sottolineato la diversificazione produttiva della città. Evidentemente il maggior reddito disponibile della popolazione - unito alla tradizione degli impianti russi - ha promosso una cultura della birra che si esprime in quantità massicce. Molto interessante è stato infine, negli stessi locali, la presentazioni delle specializzazioni tecnologiche e produttivo dell'area metropolitana di Harbin.

Estremamente importante è stata la visita al Museo dell'Unit 731, il luogo dove i militari giapponesi che hanno invaso la Cina hanno condotto degli esperimenti biologici sulla popolazione. Si è trattato di un crimine immenso, fuori di qualsiasi regola del diritto internazionale. Il museo è interessante, ben costruito e spiegato, commovente nella sua organizzazione. Si tratta di un ricordo indelebile che deve essere trasmesso alle future generazioni.