Pier Luigi Pizzi: l'uomo, l'artista
  2016-11-16 17:41:46  cri

 

di Piero Cellarosi,Bai Yang

文/Piero Cellarosi,白旸

Dopo il grande successo dell'Aida nel 2015, quest'anno la stagione teatrale del Grande Teatro Nazionale di Beijing si è aperta con La Gioconda, opera di Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito, messa in scena per l'occasione dal regista e scenografo italiano Pier Luigi Pizzi.

La Gioconda messa in scena per il pubblico cinese

Nell'intervista concessa a Cinitalia, il grande maestro del teatro Pizzi, 86 anni, ha detto: "Sebbene La Gioconda sia un'opera non molto famosa e diffusa, data la difficoltà nel metterla in scena, merita sicuramente di essere conosciuta anche in Cina, poiché è un'opera molto significativa nel repertorio della grande opera italiana".

Nel suo intervento, il regista ha anche tenuto a precisare che, in passato,Pizzi ha già messo in scena quest'opera in altri teatri italiani e internazionali, ma questa produzione è stata specificatamente pensata per il pubblico cinese e per il Grande Teatro Nazionale di Beijing.

In questa versione, vista la distanza culturale che separa il pubblico cinese dalla tradizione operistica italiana, c'è stata la volontà di "rendere tutto più chiaro, esplicito, essendo una presentazione a un pubblico di un'altra cultura e di un'altra conoscenza" - ha chiarito il regista - "nelle edizioni precedenti, avevo presentato uno spettacolo con un dispositivo scenico molto semplice e funzionale". Nel caso della Cina, il regista e scenografo italiano ha preferito, invece, raccontare un po' più i luoghi, rendendo più espliciti i riferimenti a Venezia e i suoi simboli - come ad esempio il Leone di San Marco, la Punta della Dogana, et cetera– per dare all'ambientazione un carattere più preciso e riconoscibile.

Al fine di rendere più accessibile l'opera al pubblico cinese, il maestro Pizzi ha cercato di inserire, inoltre, alcuni elementi che maggiormente l'hanno colpito nella recente produzione artistica cinese– nello specifico la produzione cinematografica, di cui si dice un estimatore -, in particolare per quel che riguarda l'utilizzo della cromaticità.

"Ho seguito abbastanza un certo tipo di evoluzione che è avvenuta in Cina, più attraverso il cinema che non il teatro. Del cinema cinese ho apprezzato molto tutti i lavori di Ang Lee e di Zhang Yimou, in particolare, il loro ritmo, la fantasia, il tono irreale, favolistico. Del teatro cinese conosco poco, poiché tradizionalmente l'Opera di Pechino rappresenta un modo diverso di fare teatro, fatto anche di danzatori e giocolieri.

"Nell'immaginare questa produzione ho tenuto conto di una certa cromaticità. In questo spettacolo ricorre molto il tono rosso, per quanto fosse già presente nelle precedenti produzioni, poiché è un colore molto legato alla vicenda di Gioconda. – il rosso è un colore di passione, in funzione dell'amore idealizzato e legato al tema della stregoneria. Il colore ha, in questo caso, una funzione molto simbolica; nel corso di tutta l'opera è sempre un segnale – la barca di Enzo è rossa, per esempio -; curiosamente, poi, il rosso sparisce all'ultimo atto. Ci sono anche altri colori, non soltanto il rosso. La scelta di questa cromaticità è stata sicuramente ispirata anche dalla tradizione cinese. Per il resto, la scenografia è molto grafica e semplice: le scenografie sono essenzialmente prive di colori, sono tutte realizzate su tonalità di grigio per evocare l'atmosfera malinconica di Venezia".

Parlando della collaborazione con il Gran Teatro Nazionale di Beijing, il maestro Pizzi ha tenuto a sottolineare la grande professionalità e responsabilità dimostrata da tutto lo staff, spendendo parole di encomio per i cantanti cinesi, i membri del coro e ballerini della Compagnia del Liaoning. La Gioconda è un'opera molto complessa e molto spettacolare, che richiede un grande cast, un grande spazio e un grande palcoscenico per essere messa in scena. Oltre ad evidenziare i pregi della struttura del teatro, che ha definito "magnifica", il maestro Pizzi ha voluto fare i complimenti al coro, che ha rappresentato per lui una grandissima sorpresa. "Raramente, nella mia carriera" – ha dichiarato il regista - "ho trovato un coro attento, intelligente, disciplinato, concentrato come questo. Veramente una grandissima e meravigliosa sorpresa. Ogni grande teatro sarebbe fiero di avere un coro come questo".

L'impazienza

Pier Luigi Pizzi (Milano, 1930) è uno dei più grandi e importanti registi italiani e internazionali del teatro dell'Opera, con una carriera che vanta collaborazioni con i principali teatri del mondo e diverse centinaia di spettacoli, oltre che esperienze nel cinema e nella televisione. La sua carriera ebbe inizio quando, ancora giovane, decise di lasciare gli studi in Architettura per seguire il suo sogno di lavorare nel teatro come scenografo.

Come ha ricordato il maestro, la decisione presa in gioventù fu dettata dall'impazienza, attitudine che, a suo stesso dire, ha definito da sempre il suo carattere e che è stata uno dei principali motori della sua creatività, nel corso dell'intera carriera.

"L'impazienza è stata il vero motore della mia esistenza e anche della mia carriera, in qualche modo. Da un lato, questa è legata alla curiosità di scoprire: l'impazienza di scoprire sempre cose nuove, di andare avanti, di fare nuove scoperte ed esperienze. Dall'altro, l'impazienza di trasmettere. Io, appunto, ritengo che il nostro mestiere sia un lavoro di comunicazione. Il teatro fa passare le idee, ma bisogna che queste siano rappresentate in modo chiaro e che possano veramente arrivare al pubblico. Da qui l'impazienza di far presto, trasmettere, fare. Non aspettare che le cose seguano un corso lento. Questo mi ha permesso, nella mia lunga carriera, di fare tantissime esperienze. Questo è stato molto importante per me, perché ho potuto fare un enorme repertorio - ho messo in scena quasi tutte le opere di Verdi e tutte quelle di Rossini -, ma anche di scoprire altri terreni, lavorare molto sul Barocco, sul contemporaneo. Questo non sarebbe stato possibile, se avessi avuto delle esitazioni. Ho cercato sempre di lasciarmi andare all'impazienza, di realizzare".

Quello dell'impazienza è un tema molto caro al regista.

Il rapporto con il padre

Dal solo curriculum emerge poco, tuttavia, su chi sia Pizzi, come uomo, prima che come grande artista.

La scelta di fare lo scenografo fu inizialmente molto difficile e dolorosa, poiché comportò una rottura dei rapporti con il padre, che si era fermamente opposto alla sua decisione di rinunciare agli studi. Il rapporto con il padre, in realtà, non era mai stato ideale, nemmeno prima della frattura, tanto che i due non erano mai riusciti a creare un vero e proprio dialogo.

Davanti all'out out del padre, non esitò minimamente, fortemente determinato a dimostrare che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe riuscito a realizzare il suo sogno.

Pizzi è andato via da casa.

Nell'intervista Pizzi ha detto che solo in età adulta ha compreso che la dura presa di posizione del genitore fu in realtà un modo, dal punto di vista del padre, per responsabilizzarlo.

"Io sono molto grato a mio padre, perché mi ha dato modo di prendere la decisione che ho preso, ma anche di mettermi di fronte alla realtà delle cose. Cioè a non pensare che scegliere di fare il teatro sia un'avventura come scappare di casa con degli amici, poi tornare a casa, tranquilli. No, era una scelta che implicava guadagnare abbastanza per vivere. In questo modo, mi ha messo di fronte al fatto che, se io avessi detto non ce la faccio da solo, torno a casa, allora in questo caso avrebbe vinto lui. Io ho fatto in modo che fossi io a vincere".

Questo fu l'antefatto. Successivamente, il padre capì che faceva sul serio e i rapporti si sono ricuciti, però non sono mai più stati in grado di ritrovare una confidenza che, in fondo, non c'era mai stata tra loro, per quanto avessero ripreso a frequentarsi normalmente. Fu solo dopo la morte del padre, che il maestro Pizzi scoprì che, in realtà, il padre lo aveva molto amato e che aveva seguito, a distanza, tutte le fasi della sua carriera.

"Ho trovato un grande libro" – ha raccontato il maestro Pizzi con la voce rotta dalla commozione - "dove mio padre aveva raccolto tutti i ritagli degli spettacoli usciti sui giornali, dal principio, anche di quando noi eravamo in lite Io non l'avevo mai saputo; l'ho trovato alla sua morte, quando andai ad aiutare mia madre a sistemare le sue cose. Io avevo sempre avuto l'impressione che a mio padre del mio lavoro non gliene importasse nulla; in realtà, era il contrario. Ha seguito sempre tutto quello che io ho fatto".

È il rammarico per "la storia di un amore mai confessato" vissuta col padre

Nel settembre del 2015, al maestro Pizzi è stata conferita dall' Università di Macerata la laurea honoris causa, a coronamento di una carriera straordinaria. Laurea ad honorem che, forse, ha anche sancito, in maniera simbolica, la definitiva riconciliazione col padre ormai defunto.

 

 皮埃尔•路易吉•皮兹:一个普通人,一位艺术大师

2015年中国国家大剧院排演的《阿依达》获得赞许声一片,2016大剧院又把由意大利作曲家阿米尔卡雷•蓬基耶利根据波依托剧本而创作的经典意大利歌剧《歌女乔康达》作为开年大戏,搬上舞台,并请来了意大利 "三栖"歌剧大师皮埃尔•路易吉•皮兹担任导演兼舞台设计。

国家大剧院版《歌女乔康达》

在《中意》杂志专访中,这位86岁的泰斗级导演说:"这部歌剧难度颇大,因此名气没有那么大,传播也不广泛,但是非常值得介绍到中国,因为这部作品对于意大利大歌剧来说意义非凡"。

皮兹大师曾为意大利和世界歌剧院多次打造过《歌女乔康达》,但此次演出专门为中国观众、为国家大剧院而制作。

因为文化差异,中国观众不尽了解意大利的歌剧传统,在这一版本中"我希望能给有着不同文化、不同认知的观众把故事讲清楚说明白",大师强调,"过往的版本中,我都用简单、实用的设备做舞台布景。"这次,这位导演兼舞台设计在场景上下了更多的功夫:用象征物,如圣马可的狮子、三角海港来展现威尼斯的景致,所有这些都是为了更精准地描绘环境,提升辨识度。

为了能让中国观众更好地理解这部歌剧,皮兹大师在制作中加入了一些元素,这些元素,尤其是在色彩的使用上大多是他从中国艺术作品,如电影中汲取而来。

"我花了很多精力了解发生在中国的变革,但更多地是通过电影而非戏曲。我非常欣赏李安和张艺谋导演的电影,尤其是他们作品中所体现出的节奏、想象力、童话般的风格。中国的戏曲我知之甚少,而传统的中国京剧和歌剧的制作方式也完全不同,中国京剧中还有舞蹈和杂耍。但在制作过程中,我会考虑其色彩因素。我运用了很多红色,虽然这一色彩在以往的《歌女乔康达》作品中也出现过,因为红色代表激情,与理想的爱情、幻术的主题相契合。在这种情况下,颜色具有强烈的象征意义:在整部剧中,红色就是一个标志,比如恩佐的船是红的,然后在最后一幕剧中红色消失了。除了红色,剧中也有很多其他色彩。这种色度的选择当然是受到中国传统的影响。而舞台整个布景非常简单、图形化:所有的布景运用了大量的灰色调来体现威尼斯忧郁的气氛。"

说到和国家大剧院的合作,皮兹大师强调所有的工作人员都表现出了优秀的职业精神和责任心,同时表扬了中国的歌唱家,大剧院合唱团以及辽宁芭蕾舞团的舞蹈演员。《歌女乔康达》是一部复杂的歌剧,场面宏大,需要阵容强大的演员、足够的空间以及大场景。在大师眼里,大剧院结构华丽宏伟,除此,大剧院的合唱团更给他留下了深刻印象。"在我的职业生涯中,很少能见到如此勤奋、聪明、守则、专注的合唱团。这真的是一个巨大的惊喜。任何一个大剧院能拥有这样的合唱团都是幸福的。"

迫不及待地行事

皮埃尔•路易吉•皮兹(1930年,米兰人)是意大利乃至国际公认的最伟大、最重要的歌剧导演之一,他与世界上主要的歌剧院都有过合作,制作了几十部歌剧作品。除此,他还涉足电影和电视业。皮兹与歌剧的缘分早早便开始了,那时年轻的他放弃了建筑学,毅然走上歌剧舞台设计师的道路。大师说当时的选择出于他"迫不及待"的性格和行事态度,而这也是他整个歌剧生涯中创作的动因之一。

"某种程度上,'迫不及待'确实是我生命和事业的动力。一方面,代表好奇心,迫不及待挖掘新事物,获取新发现、新经验;另一方面,代表迫不及待地表达。这是关键,我认为我的职业就是一种传播工作。歌剧是用以传递思想的,但是需要用清楚明了的方式把思想准确表达给观众。所以,要迫不及待地尽早去做,不要等待事情缓慢地进展。在我60多年的职业生涯中,'迫不及待'让我积攒了许多经验。因为这种态度,我能够制作出许多气势恢宏的大剧目,包括几乎所有的威尔第、罗西尼作品,同时我也在其它领域有所作为,比如研究了巴洛克和现代艺术。如果犹疑不决,这些事都将成为不可能。我一直试图让自己'迫不及待'地去行事、去实现……。"

"迫不及待"是皮兹大师难能可贵的品质。

最终的和解

皮兹的履历光鲜,是一位伟大的艺术家,但同时他也有属于普通人的故事。

当初选择歌剧事业既难且艰辛。父亲坚决反对皮兹放弃学业,而皮兹最终的决定也激化了他与父亲的矛盾。其实在这之前,父子俩的关系也不理想,两人从未真的交谈过。

面对父亲的驱逐,皮兹没有退缩,决绝的他要证明能做到,能实现自己的梦想。

皮兹离开了家。

但采访中,皮兹说,成年后的他明白了,父母的强硬态度实际上是一种方式,从父亲的角度看,是对他负责。

"我很感谢我的父亲,他让我知道要为所做的决定负责,要面对现实。不要认为选择戏剧只是一场和朋友们逃离家庭的冒险,冒险不成又回到家,跟没发生过一样。这种选择要担负起生计的重担。所以,我意识到如果我说我无法自己做下去,回家,那我父亲就赢了。我需要证明自己。"

往事如烟。后来,父亲看到了皮兹的严肃、认真,父子关系弥合。但虽然两人恢复了往来,但内心深处却无法再寻到最初的信任。仅在父亲去世后,皮兹大师才发现,其实父亲非常爱他,远远地一直关注着他事业的每一步。

"我找到了一本书",皮兹的声音有些哽咽,"书中贴满了父亲收集的剪报,全是关于我参与制作的戏剧,从第一部开始,尽管那时我们关系紧张。对这本书的存在我毫不知情,父亲去世后帮母亲整理遗物时我才发现它。我一直认为父亲对我的工作豪不关心,但事实恰恰相反。他一直在关注我所做的一起。"

有些忧伤,这是一个再也无法弥补的关于父子之爱的故事。

2015年9月,皮兹大师被马尔切拉大学授予荣誉学位,以表彰他非凡的职业生涯。也许,这一认可,以象征性的方式表达了大师和已逝父亲间最终的和解。

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