Ettore Sequi: prospettive del G20, Road to 50
  2016-08-02 17:16:02  cri




Ettore Sequi: prospettive del G20, Road to 50, e auguri per la festa nazionale della Repubblica Italiana

 

Sua Eccellenza ambasciatore Ettore Sequi, mancano meno di cento giorni al prossimo Vertice G20, che si terrà a settembre ad Hangzhou. Il tema di questa edizione sarà la costituzione di un'economia mondiale innovativa, dinamica, interattiva e inclusiva. In veste di ambasciatore d'Italia, Paese membro del G20, qual è la sua percezione di questo tema?

 

Sono stato ad Hangzhou qualche giorno fa e, devo dire, sono rimasto molto impressionato. E' stata la mia seconda vista ad Hangzhou, ero già stato a settembre. Ho trovato una città che si sta preparando per il G20 in maniera ammirevole, molto bella. Marco Polo diceva che era la città più bella del mondo, io direi che sta diventando ancora più bella e si prepara ad accogliere questo appuntamento mondiale. Per l'Italia è molto importante, sia per i temi che saranno trattati nel vertice, sia per il fatto che l'Italia l'anno prossimo, nel 2017, assicurerà la presidenza del G7, e dunque si tratteranno temi che certamente sono in buona parte coincidenti con quelli del G20. Il ruolo della Cina è stato fondamentale, perché la Cina ha investito molto in questo appuntamento. Ha fatto degli sforzi sia in termini di organizzazione, sia in termini di contenuti, che sono assolutamente molto importanti. La Cina si è posta come protagonista nel dibattito su questioni fondamentali nel mondo internazionale. Ad esempio, stiamo affrontando e discutendo i problemi dell'economia mondiale, dopo anni di crisi finanziaria e direi che il dibattito si è concentrato sulla stabilità finanziaria globale, sulle riforme strutturali e su un problema che è quello della riduzione del livello di disoccupazione che ha colpito molti paesi, tra questi certamente l'Europa. Noi riteniamo che il fatto di concentrarsi anche su temi come la crescita economica strutturale sia assolutamente importante - stabilità finanziaria da una parte, crescita dall'altra. Su questo, direi, che la nostra partecipazione al G20 è certamente molto convinta. Ci sono stati ottimi dibattiti, discussioni tra i nostri ministri delle Finanze, sappiamo che questo vertice darà la possibilità di discutere in profondità questi temi. La Cina, ripeto, ha un ruolo fondamentale, non solo perché organizza: si è posta come protagonista, protagonista di un dibattito sulla stabilità economica e finanziaria internazionale, e poi protagonista di un tema che è fondamentale, quello del giusto bilanciamento tra la correzione degli squilibri strutturali e il sostegno all'economia anche nel breve termine. Quindi, molti auguri per questa presidenza cinese del G20, sono sicuro che sarà un grande successo.

 

Durante il prossimo vertice G20, un nuovo argomento da trattare sarà l'innovazione della modalità di crescita. Su questo tema, a maggio del 2015, il governo cinese ha pubblicato il piano d'azione "Made in China 2025" per dare una spinta all'innovazione e migliorare il livello di efficienza del settore manifatturiero. Durante la VII riunione del Comitato governativo Italia-Cina, sia il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che quello italiano, Paolo Gentiloni, hanno parlato dei punti in comune tra il piano d'azione "Made in China 2025" e il progetto italiano "Industria manifatturiera 4.0". In veste di Paese membro del G20, l'Italia come percepisce il tema "innovazione della modalità di crescita"? Secondo Lei come è necessario procedere per creare un collegamento tra il "Made in China" e il "Made in Italy"?

 

Noi siamo convinti che l'innovazione rappresenti un motore fondamentale della crescita, sempre di più. E abbiamo guardato con grande interesse, con grande attenzione allo sforzo "Made in China 2025", che effettivamente i nostri due ministri degli Esteri hanno discusso, durante gli incontri del Comitato governativo a Roma all'inizio di questo mese. Intanto, dobbiamo dire subito una cosa, ci troviamo molto d'accordo sul concetto che senza l'innovazione è molto difficile, oggi, avere una crescita. Dunque il programma "Made in China 2025" lo consideriamo estremamente interessante e fondamentale, anche perché lo vediamo come complementare a degli sforzi nella stessa direzione che sta facendo l'Italia, attraverso questo progetto di "Industria 4.0". Noi riteniamo che attraverso l'innovazione, su cui abbiamo investito molto, l'Italia possa entrare in questa quarta rivoluzione industriale, che auspicabilmente potrà avvenire in coordinamento e collaborazione con i programmi cinesi. La Cina ha investito molto, la Cina investirà ancora di più. Sappiamo che nel tredicesimo piano quinquennale cinese è previsto un aumento delle spese per ricerca e sviluppo dal 2,1% del Pil del 2015 al 2,5% del Pil del 2020. Sappiamo, ad esempio, che c'è una grandissima attenzione allo sviluppo della banda larga, cosa che in Italia sta avvenendo attraverso un programma ambizioso di digitalizzazione. Sappiamo, per esempio, che la banda larga che oggi è utilizzata dal 40% delle case cinesi, in base al tredicesimo piano quinquennale, arriverà al 70% nel 2020. Insomma, vediamo lo svilupparsi di un approccio che è molto complementare. Tenendo conto che l'Italia non è soltanto un paese che ha una storia, una cultura e una tradizione straordinarie come la Cina, ma è un paese che è culla dell'innovazione. Noi siamo il secondo paese manifatturiero in Europa, il quinto nel mondo; abbiamo una spesa per ricerca e sviluppo che sta crescendo; e abbiamo un programma di digitalizzazione dell'industria che riteniamo molto interessante anche per la Cina, perché riteniamo che esista una complementarietà non solo tra le nostre economie, ma anche una complementarietà tecnologica. Le nostre tecnologie possono offrire soluzioni adatte e flessibili, e voglio sottolineare questa parola, flessibili ai progetti e agli approcci innovativi del programma "Made in China 2025". Ripeto, guardiamo con grande attenzione, siamo convinti che la collaborazione tra i nostri paesi in questo settore non solo sia possibile, ma sia indispensabile.

 

Nel 2015, Cina e Italia hanno celebrato il 45° anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche; in quell'occasione, Lei ha avanzato il piano d'azione "Road to 50", che comprende progetti di cooperazione tra i due paesi per i prossimi 5 anni, prima del 50° anniversario dell'inizio dei rapporti sino-italiani. I campi di collaborazione toccano diversi aspetti, tra cui il settore agroalimentare, ambientale, urbanistico, aerospaziale e della sanità. Considerato che questa "Road Map" coincide con il 13° Piano quinquennale della Cina, e che bisogna tenere presente anche i contatti storici tra i due Paesi sulla Via della Seta, secondo Lei, quali sono le nuove opportunità di collaborazione su cui Italia e Cina dovrebbero concentrarsi di più nei prossimi 5 anni?

 

Noi abbiamo voluto dare il senso di un programma di ampio respiro in cui collaborare insieme nei prossimi cinque anni ed è molto importante che questo concetto della "Strada verso i cinquant'anni" – "Road to 50" – sia stato approvato in occasione del Comitato governativo che si è riunito a Roma all'inizio di maggio. Questo è un passo in avanti molto importante. Il concetto, come lei diceva giustamente, è che abbiamo una prospettiva di collaborazione di lungo periodo, ma intanto di qui al 2020 noi avremo: nel 2020 il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche, che corrisponderà con il completamente del tredicesimo piano quinquennale. Riteniamo che, tra le priorità del tredicesimo piano quinquennale, ci siano dei settori in cui l'Italia può fare molto, in cui la collaborazione tra i nostri due paesi può essere molto importante e molto proficua. Ne cito tre: il primo è quello per esempio del sistema sanitario, c'è una grandissima attenzione nel piano quinquennale per le questioni sanitarie, servizi sanitari. Pochi sanno che l'Italia è - secondo le classifiche internazionali dell'OMS, dell'OCSE, di istituzioni come Bloomberg, ad esempio - il secondo paese nel mondo come salute, i cui cittadini sono più sani, ed è il secondo paese come efficienza del servizio sanitario. Noi investiamo una parte del Pil che è tra il 6 e il 6,5%, ma l'organizzazione, la gestione dei servizi è molto più efficace di quella di tanti altri paesi che investono molto più, con dei risultati inferiori.Noi riteniamo di essere in grado di poter offrire, anche ai fini della realizzazione delle priorità del piano quinquennale, un'esperienza molto interessante. Abbiamo un sistema, per esempio, di medici di base che permette di fornire dei servizi sanitari di altissima qualità a tutti, a tutta la popolazione, e abbiamo in questo senso anche una grandissima attenzione non solo per la cura, ma anche per la prevenzione – e dunque con possibilità di risparmio di risorse. Pensiamo che la prevenzione passi attraverso l'alimentazione, e qui arriviamo ad un'altra priorità importantissima del piano quinquennale che è quella della food safety. Abbiamo certamente la possibilità di collaborare in un settore in cui l'Italia è un paese leader nel mondo. Altro settore, per esempio, sono le tecnologie ambientali. Mi ha colpito molto questa grande attenzione del piano quinquennale sull'ambiente. L'Italia è in Europa il paese che ha emissioni pericolose più basse; il paese dove c'è, tra tutti e 28 i paesi europei, la più alta spesa per la protezione dell'ambiente; il paese in Europa con il maggior numero di impianti per il trattamento delle acque – quindi purificazione dell'acque; siamo il paese in Europa che ha il minore rapporto tra produzione di rifiuti e popolazione – quindi produciamo pochi rifiuti e li ricicliamo bene; è il paese che fa maggiore ricorso, a livello mondiale, alle energie pulite. Quindi, riteniamo di avere un'esperienza nel settore ambientale che è assolutamente interessante per un paese, come la Cina, che sta diventando sempre più attento. Il terzo esempio che vorrei fare è quello che è molto importante. Lei ha citato la nuova Via della Seta. Noi siamo convinti che la nuova Via della Seta – "One Belt, One Road" – sia un'iniziativa di grande visione, un'iniziativa estremamente interessante, che non è soltanto linee di comunicazione, ma può essere ad esempio, come noi vediamo, una nuova Via della Seta sanitaria e siamo molto concentrati sulla possibilità di collaborare anche in zone che vanno verso Occidente. Una Via della Seta, ad esempio, sotto il profilo delle tecnologie verdi e così via. Quindi riteniamo che ci siano delle complementarietà importantissime che potremo sviluppare nei prossimi cinque anni ed è questo uno dei motivi per cui sto facendo delle missioni con imprenditori economici italiani in alcune città della Cina, proprio per verificare le potenzialità di collaborazione in questi settori.

 

La Festa del 2 giugno è alle porte. Che tipo di augurio desidera rivolgere per questa occasione alla comunità italiana in Cina e agli esponenti che si dedicano agli scambi tra i due Paesi?

 

La comunita' italiana in Cina e' una comunita' straordinaria, perche' e' fatta di persone che credono moltissimo nell'importanza del rapporto bilaterale con la Cina. Molti parlano la lingua cinese, molti sono anche per me un modo per conoscere meglio il paese, per avere sempre nuove idee. La comunita' italiana in Cina e' un asset, e' un protagonista di questi nostri rapporti, quindi l'augurio, e l'impegno che voglio prendere, e' mettere a disposizione il sistema dell'ambasciata, dei consolati, tutto il sistema istituzionale che e' rappresentato anche dall'ICE, dalla Camera del Commercio e dalle altre istituzione affinche' il ruolo del nostro paese sia sempre piu' importante, affinche' i rapporti siano sempre piu' stretti , e in ultima analisi questo significa una prosperita' maggiore e crescente per entrambi partner cinesi e partner italiani. Quindi questo e' l'impegno con i miei connazionali e direi questo e' anche l'impegno con i partner cinesi.


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