Contribuisce la vita alla carriera della lingua e letterattura italiana
  2016-01-19 15:50:19  cri
Sono quarant'anni che insegna l'italiano

Ha tradotto più di 20 opere letterarie italiane in trent'anni

Nel 2011, alla prof.ssa Shen Emei, è stata conferita l'onorificenza di cavaliere dell'"Ordine al merito della Repubblica italiana" per i suoi grandi contribuiti all'insegnamento e alle traduzione letteraria.

Il calice dei fiori di susino

Ogni settimana, dalle 9:00 alle 12:00, la settantenne professoressa Shen Emei va al campus est dell'Università di Beiwai (Università di lingue straniere di Beijing) per insegnare il corso di formazione della lingua italiana agli studenti che andranno in Italia per imparare arte, design o architettura. Non ostante le tre ore di lezione i suoi passi sono lenti, ma forti, è ancora molto energica.

Sono quarant'anni che insegna l'italiano, quasi due generazioni, un contributo di una vita per la lingua italiana.

Nel 1958 si diploma dal Liceo Xuhui di Shanghai, e partecipò all'esame di ammissione per la facoltà di francese dell'Istituto di Beiwai (Università di Beiwai d'oggi), perché amava la letteratura francese. Appena diciottenne conosceva bene I misabili, Papà Goriot, L'avaro ecc. Quell'anno la Beiwai reclutò 30 fra le centinaia di studenti registrati di Shanghai, "ero fra quei trenta" ha detto con orgoglio, ma non ostante tutto voleva comunque lasciare l'università.

Nel 1958 la Cina iniziò il Grande Balzo in Avanti, e gli studenti potevano frequentare le lezioni solo al mattino, invece nel pomeriggio svolgevano lavori manuali come mietere il grano, piantare le patate o trasportare i mattoni. Secondo Shen, questo non sarebbero dovuto spettare agli studenti "Allora non osavo dirlo, ma ero scontenta." Quando esitò sul da farsi, l'Istituto di Beiwai decise di sviluppare lo studio delle lingue secondarie. Shen Emei fu mandata alla Communication University of China per studiare l'italiano. Pian piano abbandonò l'idea di lasciare l'università grazie al nuovo ambiente e alla nuova lingua. "Durante tutto il mio percorso scolastico ho frequentato le scuole della Chiesa, forse sono destinata a imparare la lingua italiana".

Nel 1964 la Beiwai aprì ufficialmente la facoltà della lingua italiana e Shen Emei fu una dei fondatrici, ma lo stesso anno iniziò la Grande Rivoluzione Culturale che durò dieci anni. Shen, nata in una famiglia capitalistica, andò, essendo oggetto da rieducare, a Tanshan nello Hebei e Shayang nello Hubei con gli studenti, lì insegnava l'italiano mentre lavorava duramente. A quel tempo non c'erano altri materiali didattici oltre i tre articoli Al servizio del popolo, Yugong rimosse le montagne e In memoria del compagno Baiqiu'en, tradotti da China International Publishing Group, e Le citazioni del presidente Mao e le collezioni di Mao, da cui la prof.ssa Shen estrasse le regole grammaticali per insegnarle agli studenti. Il primo annunciatore della sezione italiana di CRI, Shan Dehai, che iniziò lo studio universitario nel 1971, ha detto che a quel tempo Shen insegnava da sola a quindici studenti per più di sei mesi. Scriveva i materiali didattici mentre insegnava, incidendo su una lastra di ferro le parole una dopo l'altra. Shan Dehai ricordava chiaramente che nei materiali ciclostilati trovarono solo due piccoli errori ortografici.

"Nei dieci anni di Rivoluzione Culturale, si è perso molto tempo, ma ho continuato a insegnare agli studenti" parlando di questo periodo, Prof.ssa Shen sente un vivo rimpianto.

A quel tempo, nel continente cinese non c'era ancora nessun vocabolario italiano-cinese, vi era solo quello redatto da un cinese d'oltremare residente in Italia, che era pubblicato a Hong Kong. Alla fine degli anni '70 alcuni italianisti cinesi iniziarono a compilare il primo dizionario italiano-cinese nel continente cinese. Senza il computer, scrissero ogni parola su un cartoncino mettendole sugli scaffali, realizzati da loro stessi. Centinaia di migliaia di cartoncini riempirono una stanza di dieci metri cubi, fra questi italianisti la prof.ssa Shen era la più giovane, ma oggi, anche lei ha più di settant'anni. Questo primo Dizionario Italiano-Cinese fu chiamato dalle generazioni successive "Mattone Verde", oggi un caposaldo per gli studenti d'italiano.

A quel tempo non c'erano molti materiali, quindi bisognava procacciarseli da soli ed ogni pezzo era un piccolo tesoro; pubblicità, previsione del tempo, foglietti illustrativi...furono raccolti e classificati in grande libro dalla Shen. Questa sua abitudine favorì la redazione dei suoi materiali didattici, che infatti sono pieni di ottimi e chiari esempi.

Nei quarant'anni di insegnamento, la prof.ssa Shen è sempre stata seria e rigorosa. Secondo lei, è insufficiente insegnare solo la lingua, ma è necessario coltivare le persone. "Sono contraria all'idea di alcune scuole che vogliono solo ricevere più studenti e guadagnare di più", ha detto schiettamente la professoressa, "La lingua è espressione della cultura di una nazione. Non si è un buon professore se s'insegna solamente la lingua; bisogna far conoscere agli studenti anche lo spirito nazionale e la storia del paese. In particolare con la lingua di un paese così antico come l'Italia, noi cinesi dobbiamo impararla con sentimento."

Gli studenti sono la maggiore ricchezza della Shen. Come il suo nome "emei (calice dei fiori di susino)", gli studenti sono i fiori di susino mentre lei è il calice che li sostiene.

La letteratura italiana è un tutt'uno con me stessa

Nel 1970 la Cina e l'Italia hanno allacciato le relazioni diplomatiche e nel 1971 la Cina è ritornata all'Onu, il premier d'allora Zhou Enlai annunciò di voler formare esperti nelle lingue straniere. Come una delle prime borsiste della lingua italiana nel 1974 Shen Emei andò in Italia per due anni. All'estero poteva così migliorare la lingua e soddisfare anche la sua fame di letteratura.

"La letteratura è la suprema espressione della lingua. Senza studiare le opere è impossibile imparare bene la lingua." La prof.ssa Shen lo dice sempre.

Prima di andare all'estero, se desiderava leggere i romanzi italiani, poteva solamente prenderli in prestito in biblioteca. Shen si ricorda bene il primo romanzo italiano che lesse "Annesi va a morire". Trascrisse parola per parola l'intero libro per poi portalo a casa e studiarlo.

"Quanto era difficile a quel tempo leggere un romanzo! Ero molto molto lieta andare in Italia per prima volta, perché potevo compare tanti libri."

Tuttavia negli anni settanta, la Cina era molto chiusa nel pensiero ed era severamente controllata l'ideologia. Nonostante gli fu concesso di andare all'estero a studiare ma cosa vedere, cosa imparare erano soggetti ad una stretta regolamentazione. Comprare i romanzi era considerato sensibile. Ma Shen non resistette e comprò segretamente, con i soldi risparmiati, il suo primo romanzo "I promessi sposi". "In copertina sono dipinti un uomo e una donna che camminano sul campo, questo stile era inaccettabile in Cina. Temevo che il libro sarebbe stato confiscato alla dogana, allora, lo avvolsi in un giornale, portandolo così nel nostro paese con gli altri materiali didattici."

Negli anni '80 fu promossa la riforma ed apertura, abolendo il controllo ideologo. La casa editrice Huacheng decise di pubblicare una serie di romanzi classici d'amore dei vari paesi, e Shen scelse L'edera, opera di Grazia Deledda, l'unica scrittrice italiana che ha vinto il premio Nobel letterario. La professoressa riuscì ad illustrare, questa storia d'amore italiana paragonandola a quella cinese di Liang Shanbo e Zhu Yingtai, questa fu la sua prima traduzione letteraria italiana.

Nel 1984 Shen Emei andò per la seconda volta in Italia per studiare letteratura all'Università di Venezia. Dopo due anni ritornò in patria prendendo il treno che passò Mosca, così fu in grado di portare più scatole di libri.

Nel 1986 signore Lv Tongliu, il direttore dell'Istituto delle Ricerche della Letteratura Straniera dell'Accademia delle Scienze Sociali organizzò gli esperti cinesi della lingua e della letteratura cinese per tradurre e pubblicare i racconti classici e contemporanei italiani. La prof.ssa Shen scelse Il fuoco di Gabriele D'Annunzio e La romana di Alberto Moravia.

Gabriele D'Annunzio era un grande scrittore italiano, simbolo dell'estetismo, che occupò una posizione preminente nella letteratura italiana, ma anche era controverso per il suo sostegno al fascismo. Il fuoco, che rappresenta l'idea estetica di D'Annunzio è difficile da tradurre. Alla prof.ssa Shen piace tradurre le opere di D'Annunzio, perché "Gli scrittori controversi rappresentano proprio i problemi in cui la loro nazione si aggroviglia. Leggendo queste opere si può trovare i focus delle contraddizioni e il confronto fra le diverse idee." Gli estremi si toccano. La promozione del militarismo e del fascismo da parte di D'Annunzio è legato all'estetismo ed eroismo rappresentanti nelle sue opere. Gabriele D'Annunzio fu un prodotto storico del suo tempo. Tramite questo scrittore controverso e il mondo sotto la sua pena, la prof.ssa Shen vuole far conoscere "quell'epoca".

Inoltre, la traduzione del romanzo La Romana, insieme a altre due di Racconti Romani e Disprezzo di Alberto Moravia, fatte dalla Shen, sono mostrati nel Museo di Moravia a Roma.

Nel 1968 Shen Emei fu interprete di Alberto Moravia durante la sua visita in Cina. Alla fine del viaggio, per ringraziarla per l'eccellente lavoro, Moravia le chiese cosa voleva come retribuzione. "Non voglio niente, tranne che le sue opere." Moravia glielo promesse e dopo una settimana il pacchetto dello scrittore arrivo a casa della Shen. Nella lettera di ringraziamento Shen scrisse che avrebbe tradotto queste tre opere in cinese. Mantenne le sue promesse. Nel 1990 Moravia morì e la prof.ssa Shen portò le sue traduzioni a casa dello scrittore, dandole alla moglie.

In più di trent'anni, Shen Emei ha tradotto più di 20 romanzi di oltre 14 scrittori italiani, incluso Il nome di rosa di Umberto Eco, difficile sia per la mole di conoscenze richieste sia per la espressioni linguistiche. Questo suo lavoro di traduzione ha usurato i suoi dizionari di lingua, religiosi e storici, nonché le sue enciclopedie. Inoltre, la maggior parte di queste traduzioni sono state redatte dopo che Shen si è ammalò.

Nel 1998 la prof.ssa Shen si ammalò di cancro al seno. Non ostante le sofferenze causate dalla chemioterapia, non smise di scrivere e tradurre. Le correzioni della bozza del libro Pagine di scrittori italiani contemporanei, in cui sono raccolti gli estratti delle principali opere dalla nascita della letteratura italiana, sono state finite in ospedale.

Parlando della prof.ssa Shen il direttore del Dipartimento di Italiano dell'Università di Beiwai, Wen Zheng, ha detto che apprezza molto lo spirito di dedizione e persistenza della vecchia generazione: "Dopo essersi ammalata, ogni volta che mi incontrava diceva sono molto debole ma ho ancora tante traduzioni da fare."

"Non so neanche io da dove provenga la mia energia, soprattutto dopo che mi sono ammalata di cancro al seno. Penso che poiché mi è rimasto poco tempo voglio fare sempre un po' di più." Per la professoressa, non c'è fine settimana, né vacanze invernali o estive. "La letteratura italiana è parte integrante di me stessa, veramente". Son passati 17 anni, Shen ringrazia Dio di darle il tempo di fare quelle che vuole.

Durante l'intervista il professore Wen Zheng è venuto a casa della Shen per farle visita. Dopo che Wen è andato via ho chiesto a bassa voce alla professoressa se Wen che aveva tradotto non pochi libri italiani sia uno dei suoi migliori studenti? La Shen ha agitato le mani, dicendo birichina: "Non te lo dico, se no sarà troppo orgoglioso", dopo poco ha continuato: "Sono più felice quando ricevo i libri tradotti dai miei studenti, veramente, loro sono i miei successori...".

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