Ambasciatore Ettore Francesco Sequi: Lavoriamo per la prosperità dei nostri due popoli
  2016-01-05 16:31:08  cri

Il 6 novembre del 1970 la Cina e l'Italia allacciarono ufficialmente le relazioni diplomatiche. Nell'arco di questi 45 anni, i due paesi hanno percorso insieme la strada che ha condotto allo sviluppo, ottenendo buoni risultati nella cooperazione in vari settori, e costituendo un rapporto di profonda amicizia. In occasione del 45esimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, l'ambasciatore italiano a Beijing, Ettore Francesco Sequi ha concesso a Radio Cina Internazionale un'intervista, nel corso della quale ha espresso la sua opinione sullo stato delle relazioni sino-italiane.

Quest'anno ricorre il 45esimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia. Potrebbe illustrarci le sue opinioni sui rapporti tra i due paesi negli ultimi 45 anni?

Si tratta di rapporti iniziati nel 1970 che da allora si sono sviluppati con grandissima amicizia, ma che in realtà erano già esistenti da secoli. Si dice che già dai tempi dell'impero romano ci fossero relazioni che poi si sono sviluppate attraverso i secoli, con Marco Polo, la Via della Seta, eccetera. Dopo lo stabilimento delle relazioni diplomatiche abbiamo continuato a lavorare insieme, abbiamo una sintonia sui molti temi internazionali e condividiamo molte idee, cito ad esempio soltanto la presenza di entrambi i Paesi alle Nazioni Unite. E' un rapporto che si sta sviluppando sempre più, come ne sono la prova anche le recenti visite di primi ministri e di ministri degli Esteri. Ricordo soltanto che il Ministro degli Esteri Gentiloni nel giro di pochi mesi ha visitato due volte la Cina, ad aprile in occasione della riunione del comitato governativo, e il 2 e 3 settembre in occasione della parata del 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Asia. Ma stiamo lavorando anche per il futuro.

Durante il suo recente viaggio in Regno Unito, il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che la Cina vuole vedere un'Europa unita, forte e sviluppata, un segnale secondo me senza dubbio positivo per lo sviluppo delle relazioni tra Cina ed Europa. Secondo Lei , quale ruolo s svolgerà l'Italia nel prossimo sviluppo delle relazioni tra l'Europa e la Cina?

Sono innanzitutto d'accordo con Lei, è un segnale senza dubbio molto positivo, lo dico da europeista convinto, da italiano e da ambasciatore che è stato in passato anche ambasciatore dell'Unione Europea. Vorrei anche ricordare che il ruolo dell'Italia, da questo punto di vista, è fondamentale. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea, il Paese che ha lanciato con la Cina un partenariato strategico nel 2003, nel momento in cui il presidente della Commissione era un italiano, il Presidente Prodi, e nel momento in cui l'Italia aveva la presidenza dell'Unione Europea. Su queste basi le considerazioni del presidente Xi Jinping sono dunque molto importanti. Io credo che l'Europa e la Cina hanno una strada comune da percorrere, noi siamo certamente a favore come italiani che questa strada sia accelerata il più possibile. Lavoreremo certamente perché gli accordi tra Unione Europea e Cina, soprattutto negli investimenti, possano essere conclusi rapidamente, e questo nel rispetto degli interessi di entrambe le parti. Abbiamo entrambi l'interesse ad avere mercati più grandi, con un accesso reciproco e più facile. L'Italia farà quindi certamente del suo meglio, e non bisogna dimenticare che l'attuale ministro degli esteri dell'Unione Europea è un italiano, anzi un'italiana, un altro buon segnale per questi rapporti. L'attuale ministro, Federica Mogherini, chi mi ha detto di aver riportato dalla Cina un'impressione straordinaria, per questo affermo che l'Italia lavora anche dentro l'Unione Europea e non sollo a livello bilaterale.

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