Ambasciatore Ettore Francesco Sequi: intervista in occasione del 45esimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia
  2015-11-06 16:26:31  cri






Il 6 novembre del 1970 la Cina e l'Italia allacciarono ufficialmente le relazioni diplomatiche. Nell'arco di questi 45 anni, i due paesi hanno percorso insieme la strada che ha condotto allo sviluppo, ottenendo buoni risultati nella cooperazione in vari settori, e costituendo un rapporto di profonda amicizia. In occasione del 45esimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, l'ambasciatore italiano a Beijing, Ettore Francesco Sequi ha concesso a Radio Cina Internazionale un'intervista, nel corso della quale ha espresso la sua opinione sullo stato delle relazioni sino-italiane.

Quest'anno ricorre il 45esimo anniversario dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia. Potrebbe illustrarci le sue opinioni sui rapporti tra i due paesi negli ultimi 45 anni?

Si tratta di rapporti iniziati nel 1970 che da allora si sono sviluppati con grandissima amicizia, ma che in realtà erano già esistenti da secoli. Si dice che già dai tempi dell'impero romano ci fossero relazioni che poi si sono sviluppate attraverso i secoli, con Marco Polo, la Via della Seta, eccetera. Dopo lo stabilimento delle relazioni diplomatiche abbiamo continuato a lavorare insieme, abbiamo una sintonia sui molti temi internazionali e condividiamo molte idee, cito ad esempio soltanto la presenza di entrambi i Paesi alle Nazioni Unite. E' un rapporto che si sta sviluppando sempre più, come ne sono la prova anche le recenti visite di primi ministri e di ministri degli Esteri. Ricordo soltanto che il Ministro degli Esteri Gentiloni nel giro di pochi mesi ha visitato due volte la Cina, ad aprile in occasione della riunione del comitato governativo, e il 2 e 3 settembre in occasione della parata del 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Asia. Ma stiamo lavorando anche per il futuro.

Durante il suo recente viaggio in Regno Unito, il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che la Cina vuole vedere un'Europa unita, forte e sviluppata, un segnale secondo me senza dubbio positivo per lo sviluppo delle relazioni tra Cina ed Europa. Secondo Lei , quale ruolo s svolgerà l'Italia nel prossimo sviluppo delle relazioni tra l'Europa e la Cina?

Sono innanzitutto d'accordo con Lei, è un segnale senza dubbio molto positivo, lo dico da europeista convinto, da italiano e da ambasciatore che è stato in passato anche ambasciatore dell'Unione Europea. Vorrei anche ricordare che il ruolo dell'Italia, da questo punto di vista, è fondamentale. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea, il Paese che ha lanciato con la Cina un partenariato strategico nel 2003, nel momento in cui il presidente della Commissione era un italiano, il Presidente Prodi, e nel momento in cui l'Italia aveva la presidenza dell'Unione Europea. Su queste basi le considerazioni del presidente Xi Jinping sono dunque molto importanti. Io credo che l'Europa e la Cina hanno una strada comune da percorrere, noi siamo certamente a favore come italiani che questa strada sia accelerata il più possibile. Lavoreremo certamente perché gli accordi tra Unione Europea e Cina, soprattutto negli investimenti, possano essere conclusi rapidamente, e questo nel rispetto degli interessi di entrambe le parti. Abbiamo entrambi l'interesse ad avere mercati più grandi, con un accesso reciproco e più facile. L'Italia farà quindi certamente del suo meglio, e non bisogna dimenticare che l'attuale ministro degli esteri dell'Unione Europea è un italiano, anzi un'italiana, un altro buon segnale per questi rapporti. L'attuale ministro, Federica Mogherini, chi mi ha detto di aver riportato dalla Cina un'impressione straordinaria, per questo affermo che l'Italia lavora anche dentro l'Unione Europea e non sollo a livello bilaterale.
Negli ultimi 45 anni, in vari settori quali il commercio, la tecnologia, l'agricoltura, la cultura, l'istruzione, la sanità e la sicurezza alimentare, gli scambi e la cooperazione tra Italia e Cina sono iniziati da zero fino a raggiungere l'attuale "stato vivace". In futuro, secondo Lei, quali settori saranno prioritari nello sviluppo delle cooperazioni e scambi tra Italia e Cina?

Stiamo già lavorando molto bene in vari settori, esiste un piano di cooperazione triennali 2014-2016 sono state individuati alcuni settori specifici. Ma io credo che l'economia italiana e quella cinese possono avere ancora una collaborazione più stretta considerando lo sviluppo dell'economia cinese secondo la linee di favorire progressivamente i consumi e di svilupparsi nel settore dei servizi. Allora noi crediamo che l'italia possa offrire moltissimo, ad esempio nei servizi di carattere medico, sanitario, vorrei ricordare che l'italia è il secondo paese al mondo come lunghezza della vita, questo significa che non solo l'alimentazione italiana e il modo di vita allungano la vita, ma vuol dire anche che i servizi sanitari italiani sono di primissima qualità. Abbiamo altri settori, il settore dell'assistenza agli anziani, dell'aviazione civile; possiamo certamente lavorare meglio di più nel settore importantissimo per entrambi della sicurezza alimentare che è un settore sicuramente prioritario per la cina e per l'italia, quindi abbiamo certamente molto da fare insieme.

La sicurezza alimentare è attualmente un tema focale sia per la Cina che per l'Italia. In ottobre, l'Ambasciata d'Italia in Cina ha organizzato il secondo Dialogo sino-italiano sulla sicurezza alimentare. Quali sono i progetti concreti da realizzare tra i due paesi in futuro?

Stiamo Lavorando insieme alle autorità cinesi per sviluppare anche questo settore. Alcune settimane fa abbiamo organizzato un importantissimo forum congiunto a cui hanno partecipato operatori economici ed istituzioni di tutti e due i paesi . Il settore della sicurezza alimentare è un settore importante anche perché presuppone conoscenze scientifiche tecnologiche molto elevate, che possiamo mettere in comune che l'italia possiede e che può mettere in comune con la cina. Inoltre, presuppone un attenzione al consumatore quindi alla salute della popolazione quindi,  è chiaro che anche per questo è un settore importantissimo. Vogliamo insieme sviluppare un maggiore accesso delle esportazioni di alcuni tipi di carne italiani in cina sapendo che la qualità elevatissima e la sicurezza di questi prodotti è massima. Lo stiamo già facendo con la carne di maiale vorremmo farlo anche con la carne bovina; prossimamente avremmo degli ispettori cinesi che verranno a visitare delle aziende italiane per verificare il livelli di qualità di trattamento di questa carne e speriamo che tra breve le esportazioni possano senz'altro aumentare. Infine, non è un caso che abbiamo organizzato questo forum congiunto fra italia e cina il sedici ottobre che era la giornata mondiale della alimentazione, un giorno importantissimo ed insieme abbiamo pensato di dare questo segnale di collaborazione in un  settore importante per tutti e due.

Al giorno d'oggi, Internet+ sta rendendo più vari i canali di scambio tra Cina e Italia. A settembre, durante la sua visita presso la nostra Radio, il sottosegretario Antonello Giacomelli ha consigliato di rafforzare le cooperazioni mediatiche tra i due Paesi. Signor Ambasciatore, Lei come valuta il contributo dell'era Internet+ agli scambi e cooperazioni tra Cina e Italia? Quali sono le sue opinioni sulle cooperazioni dei media dei due paesi?

La visita da lei menzionata è stata molto importante è stato una visita che ha permesso di rafforzare in modo sostanziale non solo le relazioni del settore media ed audiovisivi ma, anche le prospettive, che sono importantissime.
Ci sono stati incontri importanti con il vice ministro presso la vostra radio, e si è parlato di iniziative congiunte che possono essere di coproduzioni sia nel settore televisivo sia in quello del cinema, di attività di scambio di programmai e coproduzione di programmi per la televisione, su questo stiamo lavorando e credo che possiamo veramente avviare delle collaborazioni e  dei risultati importantissimi. Su Internet +, io credo che sia certamente una prospettiva importantissima, lo stesso sottosegretario Giacomelli è rimasto molto colpito dalla  visione di questo programma che è chiamato l'internet delle cose, che presuppone l'integrazione di diverse piattaforme e l'utilizzo per lo sviluppo del business e-commerce. Credo che da questo punto di vista ci siamo molte possibilità per scambiare le nostre esperienze, dal mio punto di vista un modello importantissimo e molto interessante che sta attraendo l'attenzione delle banche italiane è quello di uso di internet nel settore finanziario in cui la cina certamente è molto avanti. Per cui io credo che anche su questo terreno ci sia possibilità di sviluppare delle collaborazioni importanti.

Nella Cina di oggi gli elementi "Italia" stanno diventando sempre più popolari, e so che anche in Italia la popolazione sta approfondendo la propria conoscenza sulla Cina.  Potrebbe parlare dei cambiamenti dell'opinione pubblica italiana sulla Cina e di come il popolo italiano giudica la Cina? 
La ringrazio per questa domanda che è molto importante. La comunità cinese in Italia è la quarta comunità ed è molto numerosa distribuita in alcune zone particolare del territorio al Nord e Centro, sopratutto una comunità molto attiva molto operoso. È la terza comunità come numero di imprenditori, cioè in altre parole molto attiva nel settore del business. Questa livello di conoscenza del fare sta certamente aumentando, esiste una percezione sempre più informata della Cina ma, dobbiamo lavorare perché questa reciproca conoscenza  aumenti ancora di più. Come si può fare? Beh certamente lo si può fare con lo studio delle lingue, dove gli studenti italiani sono sempre più numerosi nello studio del cinese, sta anche crescendo il numero di cinesi che  studiano l'italiano. Allora, dovremmo cercare di legare lo studio delle lingue anche con le prospettive del mercato e le prospettive del business. Alcuni imprenditori italiani mi diceva che sarebbero molto interessati a poter contare su laureati cinesi in italia, quindi offrire del lavoro, e la stessa cosa so che può succedere per i giovani italiani che conoscono il cinese. Quindi, attraverso l'integrazione della cultura e del business certamente potremmo fare molto di più. Sono anche convinto che quelle collaborazioni di carattere televisivo, nel settore dell'informazione aiuterebbero moltissimo. Un intellettuale italiano diceva che conoscersi vuol dire comprendersi ed alla fine collaborare quindi, noi abbiamo anche attraverso l'azione della vostra rete che io apprezzo moltissimo, la possibilità di contribuire a questo scambio sempre più forte di esperienze, cultura e popolazione.

Il 29 scorso si è conclusa la quinta sessione plenaria del 18esimo comitato centrale del PCC, con cui sono state approvate le "Proposte sull'elaborazione del 13esimo piano quinquennale sull'economia nazionale e sullo sviluppo sociale della Cina", chiamate in cinese "Shi San Wu". Potrebbe illustrarci le sue aspettative in merito al contributo del 13 esimo Piano quinquennale ai rapporti Cina-Italia?

Il piano quinquennale è di estremo interesse soprattutto per gli obiettivi che si pone, obiettivi particolarmente interessanti soprattutto nel settore della sanità, dell'ambiente, della sicurezza alimentare, dell'assistenza agli anziani, tutti settori nei quali, come ho menzionato prima, l'Italia ha una grandissima competenza e in cui è certamente all'avanguardia. Io credo che dovremmo cercare di focalizzare delle collaborazioni molto specifiche in alcuni di questi settori. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro molto importante col business italiano ed effettivamente abbiamo parlato proprio delle prospettive di collaborazione che il piano quinquennale può offrire ai nostri due Paesi. I settori di maggiore interesse sono proprio quelli di cui ho parlato, quindi sono sicuro che il piano quinquennale ci potrà offrire un incentivo, un incoraggiamento molto forte a rafforzare la nostra collaborazione.

Per l'occasione della Giornata commemorativa di questa 45esimo anniverasio, potrebbe dare degli auguri alle relazioni tra Cina e Italia?

Io sono particolarmente felice  di poter essere qui a celebrare questo giorno, questa ricorrenza molto significativa dei  nostri rapporti ma, credo che aver festeggiato i 45 anni sia un incoraggiamento per guardare al futuro ed andare verso i 50 insieme con la certezza che noi dobbiamo avere grande fiducia nel nostro futuro insieme perché conosciamo il nostro passato comune e lo gestiamo nel presente lavorando per la prosperità dei nostri due popoli.

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