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L'Italia vanta una lunga storia di studi tibetani, e il pomeriggio del 20 febbraio, ora locale, è stato pubblicato ufficialmente il libro dello studioso italiano Marco Costa "Tibet, crocevia tra passato e futuro". Tramite una minuziosa analisi dei documenti storici tibetani e adottando come filo conduttore lo sviluppo del Tibet, il libro fornisce sotto quattro punti di vista, storico, religioso, culturale ed economico, una chiara spiegazione sul malinteso e sul pregiudizio della comunità internazionale nei confronti del Tibet. Costa, nato negli anni'70, attraverso un linguaggio immediato e succinto fa rivivere ai lettori italiani un Tibet vero e autentico. Costa ha dato la seguente spiegazione sui motivi che l'hanno spinto a pubblicare il libro:
" E' un tema di cui si parla spesso nei canali d'informazione radiofonici, giornalistici e televisivi in Italia, ma che purtroppo non è affrontato nella giusta maniera e molte volte la propaganda politica anti cinese prevale su quella che è la conoscenza vera ed effettiva della storia."
Le parole di Marco risuonano fortemente. Il giornalista Matteo Bressan, che ha presenziato alla conferenza stampa del nuovo libro in qualità di presentatore, data la sua professione è più sensibile ai dati e alla storia presentati nel libro. Egli ha anche fornito spiegazioni da un altro punto di vista su quei fattori politici che rimangono all'ombra e che sono alla base dei pregiudizi della società occidentale nei confronti del Tibet.
"In questo libro, una serie di dati precisi e informazioni ben documentate, ci spiegano qual è il ruolo della Cina e qual è il ruolo che in questo momento la Cina sta svolgendo per modernizzare la regione del Tibet, una regione che in passato non godeva di una particolare e benevola situazione economica, un Paese che era arretrato per molti aspetti, dove c'era un po' la schiavitù. Quindi temi che spesso sfuggono al grande pubblico, e che però vengono in questo libro minuziosamente spiegati, non sono soltanto la storia del Tibet, sono la storia dei rapporti del Tibet con la Cina, e le importanti iniziative economiche che la Cina sta portando avanti. Non solo: parliamo di una regione che ha una grandissima valenza strategica per la Cina, strategica anche per i gasdotti, chiaramente una regione dove c'è spesso interesse da parte di alcuni governi occidentali di creare tensione, perché è ovvio che se per questa regione passano degli snodi importanti, in una competizione mondiale molto forte ci sono degli attori che già in passato hanno cercato di dividere e soprattutto di enfatizzare i rancori interetnici e interreligiosi."
Nell'affrontare il futuro è inevitabile far ritorno al passato. L'autore del libro ci ha illustrato che l'Italia è parte importante del settore degli studi tibetani, settore in cui ha ottenuto risultati evidenti. Ippolito Desideri, Giuseppe Tucci sono stati tutti importanti studiosi italiani. Nonostante la ricerca dell'Italia sul Tibet abbia avuto delle mancanze, tuttavia il punto di vista del paese sul Tibet sta cambiando. Egli ha detto:
"Intanto c'è da dire che molti più italiani visitano la Cina in generale e qualcuno anche il Tibet quindi coloro che si sono recati là hanno visto gli enormi progressi che ha fatto questa regione della Cina. Devo dire che mi viene in mente un fatto recente avvenuto qualche settimana fa, quando il Papa si è rifiutato di incontrare il Dalai Lama. Questo soprattutto nella comunità cattolica italiana ma non soltanto, anche nell'opinione pubblica, ha fatto riflettere tanto, ha fatto sì che tante persone si chiedessero perché ci fossero questi problemi, e ha capito che il Dalai Lama non era rappresentativo di nulla se non di sé stesso e della sua piccola comunità di autoesiliati, e che non è assolutamente rappresentativi del Tibet, che è una cosa diversa e molto più ampia."
Nello scambio tra i due Paesi, la cultura detiene una posizione prioritaria. Le due parti alimentano uno spirito di comprensione reciproca, ponendo una solida base per scambi in altri settori.