天佑这个名字是意大利名字意译过来的,徐是我中国干爸爸的姓。我17岁的时候去了北京,一眨眼,13年就过去了。
2002年,AFS国际青年文化交流组织第一次开通中国项目,在意大利选拔学生。我以综合测试最高分成为意大利唯一被"分配"到中国的学生——那是被组织者视为文化交流上最有挑战的地区,只有最独立、最成熟、思想最包容开放的孩子才能获得这个机会。
17岁的我到达北京。后来的12年中已经记不清有多少次往返于这条航线上,然而2002年夏末的那第一次必然最难以忘怀,从未想象到的世界在我眼前徐徐展开。
我住进了位于通州的"接待家庭"。到北京以后,开始了新生活,新的一家人收养了我。那时候我还不会中文,但自然而然,叫一声爸,一声妈,叫我弟弟'徐鸡球'(徐知秋,当时还发不准这两个音),就有了家庭生活的默契。早上妈妈准备早餐给我们吃,我和弟弟一起骑自行车上学,中午跟同学吃食堂,下课了回家,跑到厨房帮妈妈做饭,陪她聊天,给她讲我一天都做了些什么。爸爸是副校长,又是物理老师,总是忙得要命,经常值班。管学生高考又管老师的工作安排,只能累成这样儿。这样点点滴滴的小日子持续了一年,我多了一个家,这个家多了一个儿子。没有为什么,就是一种生活。"
当时的通州还算非常偏远的地方,去市中心不太方便。我对北京的认知,是从938路公交车延伸出去的。每个周末,我自己跳上938,去探索一两个新地方,兜一大圈子,最后再坐938回家。坐到陶然亭附近时我发现了中国戏曲学院,里面正好有周末兴趣班。我走进去探头探脑地看,然后找到校长,用结结巴巴的中文说我也想学。校长看看我说:那你交点儿学费,插到儿童京剧班一起听课吧。于是,在老家意大利学了十年舞蹈和音乐的我就夹在一群五六岁的中国孩子中间,一本正经学起了唱念做打。
那一年在北京无比"接地气"的生活让我从此走上了和别的孩子迥异的成长道路。也许时间上没那么长,但感情上来讲,我把半个青春献给了北京。北京有我所有的宝贵记忆。我在北京的生活完全可以拿一张地图来讲:刚开始很陌生,除了几个点就是一片空白。12年里,这个地图慢慢变大了,空白的地方不再空白了。路都通了,我也有方向感了,记忆充满了整个城市;无论是大道还是小角落,大商场或小茶馆,哪里都有我过去的影子,有喜怒哀乐的故事。
从潞河中学回到意大利之后,我几乎每年夏天都回北京继续学语言,冬天则回去陪"爸爸妈妈"一起过年。
Cari Insegnanti, il mio nome e' Jacopo Maria Lasala (XuTianyou), 30 anni, vengo da Latina. In questi giorni mi trovo a Cambridge, in Inghilterra, sto lavorando con la Hunan TV per la realizzazione di un programma chiamato "Divas hit the road", mi occupo del reportage fortografico. L'anno scorso ho svolto lo stesso lavoro per la prima edizione lungo tutto l'itinerario in Italia e in Spagna, quest'anno ho seguito solo la prima meta' del percorso, tornando in anticipo in Italia per partecipare al Chinese Bridge.
Il mio nome in Cinese (Tianyou) e' la traduzione del significato originale di Jacopo, mentre il Cognome Xue' quello del mio Papa' cinese. La prima volta che sono andato a Pechino avevo solo 17 anni, e in un battito di ciglia ne sono passati 13.
AFS, un organizzazione per gli scambi culturali giovanili, apri' per la prima volta nel 2002 il programma annuale in Cina, io partecipai alle selezioni italiane. Avendo raggiunto un buon punteggio, risultai come candidato ideale per questo programma, che era considerato come uno dei piu' difficili e che presentava le maggiori sfide.I candidati per l'anno in Cina dovevano dimostrare di possedere la maturita', l'indipendenza e l'elasticita' giuste per affrontare il programma.
Cosi', a 17 anni, arrivai a Pechino. Nei 12 anni seguenti, non sono piu' tanto sicuro di quante volte abbia volato su e giu' lungo questa rotta, ma l'estate del 2002 e' sicuramente la piu' indimenticabile, quando un mondo completamente sconosciuto mi si presento' per la prima volta davanti agli occhi.
Fui accolto dalla mia famiglia ospitante, nel distretto di Tongzhou. Una volta arrivato iniziai una nuova vita, accolto in una nuova famiglia. All'epoca non conoscevo nenache una parola di cinese, ma col tempo, ripetendo "Ba" (Papa'), "Ma" (Mamma), chiamando il mio fratello minore cinese "XuJiqiu" (La pronuncia corretta e'Zhiqiu, ma all'epoca non ci riuscivo), si ricreo' un clima familiare sereno. La mattina, mamma ci preparava al colazione, io e mio fratello andavamo a scuola in bicicletta, a mezzogiorno andavo a pranzo con i compagni di classe alla mensa, finite le lezioni, tornavo a casa e aiutavo mamma in cucina, raccontandole tutto quello che avevo fatto durante la giornata. Papa' era il vice-preside della scuola dove studiavo, nonche' insegnante di fisica. Era sempre impegnatissimo e lo vedevamo poco, specie per via di tutti gli straordinari che faceva. Era responsabile dei risultati scolastici degli studenti all'esame di stato, nonche' dell'organizzazione del lavoro degli insegnati, non poteva fare altro che faticare in quel modo. I giorni cominciarono a passare lentamente, per un anno intero, ritrovandomicon un'altra famiglia, e loro con un'altro figlio. Non e' nulla di speciale in realta', e' solo un modo di vivere.
All'epoca Tongzhou era' lontana e isolata, andare al centro di Pechino era un affare complicato. La mia conoscenza della citta'e' iniziata sull'autobus 938. Ogni fine settimana prendevo da solo la corriera 938, andando a esplorare uno o due posti che prima non conoscevo.Finito il giro, risalivo sul 938 e tornavo a casa. Una volta arrivai al parco di Taoranting, scoprendo la Scuola di Teatro dellOperaTradizionale Cinese, e il fatto che facessero lezione anche nei fine settimana. Entrai incuriosito, riuscendo con il mio cinese improbabile a parlare con il Preside e spiegargli che mi sarebbe piaciuto fare delle lezioni con loro. Il preside mi guardo' e mi disse: "Allora possiamo fare cosi', puoi pagare una piccola retta per le lezioni", e mi infilo' in una classe di ragazzini di 5 o 6 anni a fare gli esercizi per il Teatro dell'Opera di Pechino.
Dopo un anno di esperienza cosi' profonda e cosi' vera, il mio percorso era ormai cambiato per sempre rispetto a quello degli altri ragazzi della mia eta'. Probabilmente il tempo speso a Pechino non e' stato poi cosi' lungo, ma sentimentalmente ho lasciato letteralmente "meta' della mia gioventu'" in questa citta'. A Pechino ci sono tutti i miei ricordi piu' importanti. La mia vita a Pechino puo' essere paragonata ad una mappa: all'inizio completamente bianca, fatta eccezione per qualche punto segnato, il resto era un vuoto completo. In 12 anni questa mappa e' cresciuta e gli spazi vuoti si sono riempiti. Le varie strade si sono ricollegate, io ho trovato il mio senso di orientamento, e i ricordi si sono sparsi per tutta la citta', non importa se lungo una grande arteria di Pechino o un piccolo viale, in un grosso centro commerciale o in una piccola sala da te', l'ombra dei ricordi si e' stesa ovunque, storie belle e tristi, esperienze spiacevoli o meravigliose.
Dopo aver lasciato la LU HE High School, sono tornato in Cina ogni estate per studiare la lingua, e d'inverno per passare il Capodanno Cinese con la famiglia.
Nel 2006 arrivo' la seconda occasione di tornare a vivere in Cina per un lungo periodo. Ricevetti una borsa di studio del governo cinese, dopo essere stato selezionato dal Ministero degli Affari esteri italiano. In genere gli studenti selezionati per questo programma vanno in Cina per imparare meglio la lingua, fortunatamente all'epoca avevo imparato il cinese sufficientemente bene per studiare anche altre materie, cosi' ebbi l'opportunita' di andare a studiare nell'Universita' dei miei sogni: l'Universita' di Pechino.
Essere entrato all'universita' di Pechino, in particolare nel College di Studi Internazionali, e' una delle cose di cui mi sento piu' orgoglioso. Il mio sogno non era diverso diverso da quello di tanti altri studenti cinesi che desiderano di entrare in una Univesita' cosi' prestigiosa. Cosi', una volta divenuto realta', ho deciso di vivere a pieno quest'esperienza: sono andato a lezione, mi sono fidanzato, ho fatto le nottate a prepare gli esami, alcuni li ho falliti, mi sono iscritto ai club studenteschi, ho fatto sport, organizzato eventi internazionli… tutto quello che c'era da fare l'ho fatto.
Ho conosciuto tantissimi amici. Dopo 8 anni, ogni voltaache torno a Pechino i compagni di Universita' ancora mi fanno una festa di accoglienza, cosi' ci ritroviamo, condividiamo le nostre vite, giochiamo a carte e beviamo alla salute, facciamo il filo alle ragazze e giochiamo a "San GuoSha". Tutte queste cose diventano nuovi ricordi, i ricordi della "generazione ottanta del College di Studi Internazionali" dell'Universita' di Pechino.