2018 Sino-Foreign Audiovisual Translation & Dubbing Cooperation Workshop
  2018-06-20 08:56:10  cri

 

Lost in translation...and more

Nel corso dei festival del cinema, quando si incontrano, attori e registi di paesi diversi sentono ciò che dice l'interprete, nascosto alle loro spalle, e non la persona che hanno di fronte. Senza rispetto per il traduttore, un regista produce un film del tutto nuovo, senza saperlo! Senza traduttori, non esiste il cinema internazionale, solo quello locale. Il rispetto per i traduttori si misura in termini di compensi adeguati, tempi ragionevoli, testi chiari e completi e rapporti diretti con registi e autori dei testi, così da penetrare lo spirito delle opere a cui lavorano. Il rispetto per i traduttori è una forma di rispetto per il fruitore finale, il pubblico.

Così si è espresso Markus Nornes, professore di cinema dell'Asia presso la Michigan University, nel corso della giornata di apertura del 2018 Sino-Foreign Audiovisual Translation &Dubbing Cooperation Workshop, tenutosi dal 12 al 18 giugno a Shanghai, uno degli eventi affiancati al 2018 Shanghai International Film&TV Festival. Autore di "Cinema Babel: Translating Global Cinema", Nornes ha messo in risalto un problema comune alla maggior parte dei paesi del mondo, ivi compresi l'Italia, la Cina, il Giappone e gli Usa, che intacca la qualità del materiale audiovisivo nel suo complesso. Da ciò emerge l'importanza del workshop di Shanghai, organizzato dall'Ufficio relazioni culturali con l'estero del Ministero della Cultura e del Turismo cinese e dal Dipartimento per la cooperazione internazionale dell'Amministrazione statale cinese del Radio e della TV, affiancati dall'Assessorato alla Cultura, Radio, TV e Cinema del governo di Shanghai, dal Shanghai Media Group e dall'Amministrazione dell'area dell'Expo della Zona sperimentale di libero scambio di Shanghai.

Shanghai è stata, insieme a Beijing, la culla del cinema cinese. Una metropoli con 24 milioni di abitanti (2017), Shanghai è il centro cinese del cinema, dei video e della TV, considerati nel 2014 dal governo locale come un punto di crescita fondamentale. SMG (Shanghai Media Group) è uno dei maggiori gruppi cinesi di radio, TV e materiali audiovisivi.

Il 2018 Sino-Foreign Audiovisual Translation &Dubbing Cooperation Workshop, giunto alla quarta edizione, ha visto la partecipazione di CEO e responsabili di TV e compagnie di distribuzione di audiovisivi, di professori universitari e di esperti in traduzione di Spagna, Regno Unito, Irlanda, Grecia, Italia, Ungheria, Bulgaria, Polonia, Russia, Belarus, Ucraina, Marocco, Turchia, Afghanistan, Mongolia, Indonesia, Malaysia, Nepal, Pakistan, Nigeria, Sudafrica, Uruguay, Messico, Cuba, Argentina e Nuova Zelanda. Nel corso dell'intensa settimana di lavori, è emerso il quadro di grande vivacità della produzione cinese di materiale audiovisivo (documentari, sceneggiati TV e film), che ha attirato l'attenzione degli ospiti stranieri sia per l'alto livello tecnologico raggiunto sia per la varietà dei temi trattati. Di conseguenza, il documentario prodotto dal Documentary Channel di SMG "Shanghai Memory: The Growth of the Financial Industry", in otto puntate, è stato acquistato da Orange TV-Genflix (Indonesia), mentre la cable TV ATV (Ungheria), membro della Silk Road Media Alliance, ha avanzato nuove proposte di cooperazione con la Cina per la produzione di materiale audiovisivo. Sono in fase di definizione anche accordi con altri paesi.

La sera del 12 giugno si è tenuto il Gala del 60mo anniversario della nascita del dramma TV cinese, che ha visto la partecipazione degli attori di famosi sceneggiati, come "Il sogno della camera rossa", "Il viaggio verso occidente", "Storie sul bordo dell'acqua", "Il romanzo dei tre regni", "Speranza" e così via, molto amati dal pubblico cinese. 

"Lost in translation": il messaggio lanciato dal film di Sofia Coppola (2003) continua a essere pienamente valido. Traduttore, traditore... Traduzioni errate e frettolose, affidate a persone incompetenti e insensibili, possono annullare una cooperazione pianificata con fatica nel tempo. Per risparmiare, si ricorre spesso a studenti di lingue alle prime armi, con scarsa comprensione della cultura della controparte. Come risultato, la pivot translation (in inglese), fondamentale per la traduzione in altre lingue, è spesso carente, un problema citato dalla massima autorità europea nel settore della traduzione di audiovisi, Jorge Diaz-Cintas, direttore del Centro Studi sulla Traduzione della Scuola di Lingue, Cultura e Società dell'Europa dello University College di Londra. Nel suo intervento dal titolo "Going Global: Breaking Language Barriers on the Screen", Diaz- Cintas ha citato la moltiplicazione dei media in atto e l'enorme appetito per i contenuti video nel mondo intero, con 300 ore di video scaricati ogni minuto da Youtube. Un fenomeno valido anche per la Cina, secondo Zhang Yanli, responsabile del sito www.docucn.cn, che, nel suo intervento presso la sede dell'Associazione dei produttori radio, cinema e TV di Shanghai, ha ricordato il successo in rete di documentari passati inosservati alla TV cinese e l'alto livello tecnologico raggiunto dagli audiovisivi in Cina.

La traduzione è alla base dell'internazionalizzazione, ha osservato Henry Liu (Nuova Zelanda), ex direttore della Federazione Internazionale dei Traduttori (il primo esperto di origine cinese a ricoprire l'incarico). La Corea del Sud investe molto nella traduzione, così da far conoscere i suoi scrittori all'estero, unico canale in vista del Premio Nobel, e ha anche girato film sulla figura del traduttore. Quanto al tema scottante della traduzione automatica, provvista da robot nel corso del Forum Asiatico di Bo'ao 2018, Liu e altri esperti ribadiscono che la comunicazione è superiore alla macchina tecnologica, e che la componente umana sarà sempre fondamentale nel settore. Il contenuto va privilegiato e non i soli effetti tecnologici, come, purtroppo, avviene spesso nel cinema. Liu ha anche comunicato che il 2019 è stato fissato dall'UNESCO come anno delle lingue delle minoranze. In questo senso, la Cina sta traducendo e doppiando nelle lingue delle minoranze i più recenti documentari sui progressi del paese e parte della sua produzione audiovisiva.

Alcune cifre offerte da Panagiota Georgakopoulou, responsabile per la Grecia di Deluxe Entertainment Services Group, sono rivelatrici della portata mondiale dell'industria della localizzazione di audiovisivi: secondo una ricerca del MESA Europe Content Localization Council, nel 2017 il valore dei servizi nell'area EMEA è stato di 2 miliardi di USD, con una crescita annuale prevista dell'8-10% e un valore previsto per il 2020 superiore a 2,5 miliardi di USD. L'OTT video streaming, che recentemente fa impazzire Hollywood, è la tendenza prevalente. Panagiota ha aggiunto che la Grecia, posta all'estermità occidentale della via della seta, sta vivendo un periodo di intensa apertura verso la Cina, con l'introduzione di materiale sia scritto sia audiovisivo, per soddisfare l'interesse dei locali. Dal canto loro, già più di duemila anni fa gli antichi greci raggiunsero l'Asia centrale, esercitando una profonda influenza sull'arte e sul pensiero locale.

La traduzione deve avvalersi dell'analisi transculturale, che implica differenze, ha fatto notare Keyan Tomaselli, professore emerito dell'Università di Johannesburg. L'identità si costruisce socialmente, ma spesso la marketization danneggia il buon senso e la sensibilità culturale. Se la Cina intende tradurre la propria narrativa in contesti culturali multipli, il suo investimento in programmi di traduzione di temi culturali sensibili e in workshop sul doppiaggio va visto come una componente chiave del suo soft power e del suo going global.

Il cinema cinese è amato nel mondo intero, la Cina è seconda nel mondo, dopo l'Italia, per il patrimonio culturale, da cui la ricchezza dei contenuti proposti. In Spagna, registi come Feng Xiaogang e attrici come Fang Bingbing sono conosciuti e apprezzati, secondo Carlos Penalosa, CEO del Groupo International de Medios (Spagna) e famoso presentatore TV. Tuttavia, in Spagna, l'alto livello raggiunto dal doppiaggio non vale per il cinema cinese, per cui, secondo l'intento del governo spagnolo, occorre mobilitare la vasta comunità cinese nel paese, in modo da utilizzarne le capacità e favorirne l'integrazione. La Spagna offre anche una detrazione fiscale del 20% a chi gira film al suo interno, e le prospettive di cooperazione in materia con la Cina sono molto ampie.

Nel corso degli interventi degli esperti cinesi, è stato messo in risalto come il diverso background storico e culturale e le difficoltà della traduzione ostacolino la diffusione del materiale audiovisivo cinese nel resto del mondo. Troppa "commozione" e temi avulsi dalla sensibilità occidentale, come le arti marziali e i drammi storici, sono i problemi maggiori. Di conseguenza, mentre la Cina ha la maggiore audience mondiale di film stranieri, pochissimi film cinesi vengono acquistati all'estero. Ciò si spiega con la teoria del "cultural discount", secondo cui, nel paese di origine, il cinema, la TV e i documentari sono apprezzati per la base radicata nella cultura locale. Da questo punto di vista, il cinema cinese ha maggiori possibilità di essere compreso nei paesi del sudest asiatico e dell'Asia in generale, più recettivi ai valori tradizionali e alle problematiche avanzate dagli audiovisivi cinesi. In questo contesto, Gabriel Rojze, New Media director della Casa editrice dell'Università di Buenos Aires, propone la produzione congiunta di storie locali di carattere universale, tradotte in maniera tale che lo spettatore vi si possa riconoscere. In questo senso, il rispetto verso la figura del traduttore, avanzato da Nornes, risulta fondamentale.

In conclusione, risportiamo l'osservazione di Berenice Reynaud, curatrice del Festival del Cinema di San Sebastian (Donostia, Spagna): la presentazione di film stranieri necessita un'accurata preparazione del terreno, con simposi nelle università e negli ambienti del cinema, e un'infinita pazienza. Se il terreno non è pronto, occorre aspettare. E, secondo i critici cinesi, non bisogna mirare solo al guadagno. Farsi conoscere è la cosa più importante.

(Bonino Gabriella, sinologa, autrice de "Alla scoperta della Via della Seta: dalle carovane all'alta velocità".

Attualmente insegnante presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione del Wenzhou Business College.)

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