Esclusiva CRI a Cristiano Bortone: vi racconto Caffè, primo film coprodotto tra Cina e Italia
  2016-10-04 21:08:23  cri

Durante l'ultima edizione del Festival del cinema di Venezia, si è tenuto il China Film Forum 2016, in cui si è discussa approfonditamente la coproduzione tra Cina e Italia. Uno dei casi importanti in merito è stato il Film Caffè, considerato la prima coproduzione ufficiale tra Cina e Italia. Al proposito, Radio Cina Internazionale ha intervistato esclusivamente il regista del film, Cristiano Bortone, che ha raccontato il film, le sue esperienze con la Cina e le sue opinioni sulla coproduzione sino-italiana.

Dott. Cristiano Bortone, visto che parla benissimo il cinese, ci racconta le sue esperienze con la Cina?

Io ho iniziato a studiare il cinese quando ero ancora molto giovane, quando non era ancora chiaro lo sviluppo del potenziale della Cina, infatti allora mi prendevano tutti in giro, dicendomi ma perchè studi il cinese, nel 1984, ho iniziato a studiarlo perché avevo una grande curiosità come film maker verso la cultura orientale, una cultura quella della Cina di 5000 anni, quindi antichissima che porta con sé tantissimi valori veramente molto importanti. I tempi poi mi hanno dato ragione, perchè oggi vediamo appunto tutti il grande sviluppo della Cina che e' protagonista del prossimo millennio. Quindi qualche anno fa un mio film, che si chiama Tingjian tiantang, Rosso come il cielo in italiano, è stato distribuito in tanti paesi del mondo e quindi anche a Taiwan e Hong Kong, e tramite Taiwan e Hong Kong e' arrivato anche nella Cina continentale, online in Cina sul portale Douban e su tante piattaforme ha avuto un grande apprezzamento, 8.9 di voto, e quindi grazie a questo film mi ha chiamato l'Accademia del Cinema di Pechino, che ha iniziato a chiamarmi e chiedermi di insegnare corsi di regia e produzione lì. Ho quindi iniziato a venire in Cina e da lì è nata quest'avventura cinese. Ho iniziato a pensare a collaborare e lavorare a delle coproduzioni con la Cina e il film che ho realizzato adesso è Caffè, Kafeifengbao è il titolo cinese, il primo film di coproduzione ufficiale tra l'Italia e la Cina. Questo è un risultato molto importante ed e' il primo di tanti esempi che spero possano continuare.

Il film è stato bene accolto durante il Festival di Venezia, giusto?

Sì, il film è stato presentato a Venezia come evento speciale, in virtu' di questo fatto della coproduzione. Sono stati quindi invitati quest'anno a Venezia anche il signor Miao, del Coproduction Office cinese, è stato organizzato un forum presso Venice Days, un China Day, proprio dedicato alle coproduzioni tra Italia e Cina, e quindi in questo contesto, all'interno del Festival, il Caffè ha avuto uno spazio particolare che appunto rappresentava questo primo evento di successo. Il film racconta tre storie, è un po' un film tipo Babel, questo tipo di film che raccontano il nostro mondo sempre più piccolo, un mondo grande ma sempre più collegato, e le tre storie passano dall'Italia, il nord Europa e l'Estremo Oriente, la Cina, e questi tre destini sono legati dall'elemento poetico del caffè, che è una bevanda sempre più internazionale, anche in Cina in grande crescita, soprattutto nelle grandi città, e che in qualche modo rappresenta tanti aspetti della nostra cultura sia antica che moderna.

Ci può illustrare un po' le tre storie nel film?

Il film e' molto emozionante, un po' come Tingjian Tiantang, e' un mio stile di film che racconta delle grandi tematiche attraverso delle storie molto personali e molto umane. Poi in questo caso gli esperti di caffè dicono che il caffè abbia tre gusti, uno ovviamente amaro, il primo, poi un sapore aspro, e infine se si fa attenzione anche una nota profumata. E quindi le tre storie in qualche modo si ispirano a questi tre sapori del caffè, c'è un aspetto di questo film molto duro, molto drammatico, di dramma sociale, c'è un aspetto molto di scontro, di lotta, di azione, e c'è una parte, soprattutto quella cinese, più poetica e romantica, legata un pò più alle cose speciali della vita, cioè riscoprire quanto la vita abbia anche di speciale da offrire. Come si dice nel film, ognuna delle nostre vite ha dei momenti difficili, in cui uno reagisce e dice ce la posso fare, posso lottare, e poi anche dei momenti meravigliosi in cui dici, la vita è bella, come diceva Benigni.

Durante il China Film Forum di questa edizione del Festival di Venezia, si è parlato molto della coproduzione sino-italiana, quali sono le Sue esperienze in merito?

Come film maker, spero che in futuro ci saranno anche altri film tra l'Italia e la Cina, perchè l'Italia è un grande paese che può offrire tanto alla Cina in materia di gusto, di bellezza, di tante cose meravigliose. Poi io personalmente sono anche animatore di un'associazione che si chiama Bridging the Dragon, Long Yue in cinese, un'associazione sino-europea di produttori cinematografici, che cerca di coordinare tutte le iniziative di collaborazione tra i vari paesi europei e i produttori cinesi. L'idea è che il mercato cinese è in grande sviluppo e sta cambiando ogni giorno, come un bambino che sta crescendo molto rapidamente, e all'inizio il mercato cinese ha guardato a Hollywood, al cinema americano, ma attenzione perchè anche l'Europa ha una tradizione antica e fantastica di cinema, l'Europa è fatta di tanti paesi e ognuno ha una ricchezza culturale, quindi noi crediamo che la Cina debba lavorare sempre di più con l'Europa, con il cinema europeo, scambiandosi talenti, idee, location, e anche mezzi finanziari, e quindi questa piattaforma, Bridging the Dragon, che collabora ufficialmente con il Festival di Cannes, di Berlino, quest'anno ha collaborato anche con Venezia con il China Day dei Venice days, proprio per creare dei momenti di incontro e di scambio che possano renderci più forti.

Secondo Lei, quali dovrebbero essere i temi adatti per la coproduzione sino-europea?

Come tutte le cose nuove, della vita e del mondo, è un territorio da esplorare, e quindi bisogna essere curiosi e aperti a cose che non avevamo pensato prima. Per esempio, la classica storia di coproduzione ha due ragazzi cinesi che vanno in vacanza in Italia, di queste ne abbiamo lette centinaia. Però ci sono tanti altri modelli, per esempio Wolf's Totem, il Totem del Lupo, è un esperimento molto interessante, perchè è una storia cinese, spettacolare, diretta da un regista francese, quindi è un mix molto interessante. Altri film di Luc Besson che stanno venendo fatti oggi in Cina, sono molti interessanti, scritti da lui, dalla Francia, ma diretti da registi cinesi con attori cinesi. Il mio film Caffè è un'altra cosa, perchè sono tre storie. La storia cinese è completamente cinese, con cast cinese, Tan Zhuo è l'attrice protagonista, ed è in cinese, quindi ci sono tre storie che si intrecciano e c'è la possibilità dell'animazione poi, che è universale perchè senza attori, quindi ci sono tante possibilità di collaborazione. L'unico punto è la curiosità e ricordare sempre che chi va al cinema e paga il biglietto, esce e va al cinema per vedere un film che non ha visto prima. Spesso i miei colleghi cinesi si dimenticano questo, rimangono troppo legati alle ricerche di mercato, studiamo cosa vuole il pubblico, c'è tutta una cosa scientifica, che va bene, però si dimentica che c'è nel cinema un elemento di imprevedibilità. Se tu un film lo hai già' visto dieci volte, non sarai molto interessato a vederlo undici, ma vai al cinema per vedere un film che non hai mai visto e che ti sorprende, e questo cinema non lo può inventare nessuna statistica, è la creatività umana.

Come giudica l'andamento dell'industria cinematografica cinese?

L'industria cinese attuale sta esplodendo assieme all'esplosione della società, e quindi ha un pubblico molto giovanile, un pubblico delle città, un pubblico che vuole intrattenimento. Però, ripeto, la società cinese si sta evolvendo in maniera molto veloce, e spesso credo che si evolve più velocemente di quello che credo i professionisti cinesi del cinema immaginano. Quindi per esempio si dice che il pubblico cinese ha dai 15 ai 25 anni, ma in pochi anni chi ha 25 anni ce ne ha 30, ha una famiglia, fa dei figli, quindi vorrà vedere immediatamente dei film diversi. Per esempio negli ultimi due anni è sorprendente l'aumento dei film fantasy, dei film family. Molte persone che fanno cinema oggi non hanno molti anni d'esperienza, sono persone che sono cresciute molto velocemente, molti vengono dalla finanza e non dal cinema. Però bisogna ricordare che il cinema è sempre legato in parte all'industria ma in parte alla fantasia, alla creatività, alle emozioni, quindi se si dimentica questo aspetto non si faranno dei film di successo perchè il pubblico vuole comunque emozionarsi, vivere delle forti emozioni. Infatti quest'anno c'è un fenomeno interessante su cui riflettere, molti si chiedono: il box office cinese quest'anno sta andando giù, come mai? Per la prima volta dall'inizio del 2016 il box office cinese è sceso, perchè i film che vengono proposti probabilmente non sono abbastanza di qualità, non sono abbastanza sorprendenti, non sono abbastanza emozionanti.

Possiamo dire che gli spettatori cinesi stanno diventando sempre più esigenti?

Sì, gli spettatori cinesi stanno assolutamente diventando più esigenti. All'inizio va bene tutto perche' il cinema è un'esperienza nuova, a livello sociale, pensa alle città più piccole, dove stanno costruendo adesso i cinema, lì è un'esperienza nuova. Dopodichè quando inizi ad avere più esperienza inizi a diventare più pignolo e inizi a scegliere, questo film è fatto male, non mi piace, non mi emoziona, quell'altro invece mi piace. E attenzione, poi si andranno a vedere soltanto film americani perchè gli americani hanno tanta esperienza. Quindi bisogna puntare in Cina meno soltanto alle considerazioni finanziarie e bisogna puntare di più all'investimento dell'educazione, dei talenti, dello sviluppo delle storie, e anche alla collaborazione con l'Europa, che ha tanto da offrire.

Ritorniamo al suo ultimo film "Caffè", quando lo vedremo in Cina?

Tra due settimane il film esce in distribuzione in Italia,il 13 di ottobre, e al momento stiamo negoziando con la Cina dove l'uscita è molto più costosa, e stiamo cercando di capire come costruire l'uscita in Cina, ma io spero che forse all'inizio del 2017, tra qualche mese, riusciamo a fare l'uscita anche in Cina. Nel frattempo il film sta venendo visto in tutto il mondo, per cui per esempio adesso è stato invitato al concorso ufficiale del Festival Internazionale di Cinema di San Paolo, che è il concorso più grande in America del Sud, e quindi ci sarà la première anche a fine ottobre in Brasile, e seguiranno anche altri festival in giro per il mondo.

Dopo questo film, vedremo altri suoi film con la Cina?

Al momento sto sviluppando dei progetti nuovi proprio con la Cina, perchè è la cosa che mi interessa di più, e quindi spero nell'anno prossimo, cioè 2017, di realizzare nuove opere: ci sarà una commedia romantica, un remake di una grossa commedia italiana, ci sarà un film non di animazione ma di effetti speciali, su un personaggio di cui non posso dire il nome ma molto famoso, e ci sarà anche una serie televisiva di fantasy che sto sviluppando, che credo sarà la prima serie televisiva di fantascienza completamente cinese.

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