Huang Fan: la mia memorabile esperienza di assistenza medica in Sud Sudan
  2015-09-30 10:38:09  cri

Lui è un eccellente chirurgo dell'ospedale annesso all'Università di medicina dell'Anhui e anche padre di due gemelle. A 30 anni, ha deciso di andare in Sud Sudan, paese più povero nel mondo, per procedere con i suoi lavori di assistenza medica, e sormontando grandi difficoltà è riuscito infine a dar vita a un miracolo nella cooperazione medica tra la Cina e il Sud Sudan. Con lo scoppio dei feroci conflitti militari in Sud Sudan, egli si è comunque attenuto ai suoi lavori, mettendo a rischio la propria vita sotto la pioggia di proiettili.

Lui si chiama Huang Fan, ed è il più giovane membro della prima squadra cinese in Sud Sudan.

Nel luglio 2011, con la fondazione ufficiale della Repubblica del Sud Sudan, la Cina ha messo in programma di inviare la prima squadra medica in Sud Sudan. Di fronte alla missione, Huang Fan ha fatto una scelta difficle: salvare la vita dei pazienti è il compito di un medico e aiutare la popolazione povera a districarsi dal dolore è l'onore di un medico. Stando in pensiero per suo vecchio padre, per sua madre inferma e per le figlie gemelle di meno di un anno, Huang Fan aveva rimorsi di coscienza, perchè in quel momento scegliere i lavori di assistenza all'estero avrebbe significato per sua moglie maggiori fatiche.

Dopo una lotta ideologica, Huang Fan ha deciso di registrarsi per prendere parte alla prima squadra di assistenza medica, ritenendo che fin quanto era giovane doveva fare esercizio e crescere nella missione di assistenza medica, volontà che è stata compresa dai suoi familiari.

"Mio padre era soldato dell'esercito con esperienza di assistenza medica all'estero, e la mia famiglia aveva una tradizione di assistenza all'estero. D'altro canto, per me l'assistenza all'estero è un modo per fare esperienza, formarmi e crescere, e soprattutto questa decisione arrivava in una fase cruciale.

Alla fine di dicembre 2012, dopo aver detto addio alla sua famiglia, Huang Fan, con sentimenti contrastanti, ha intrapreso il suo viaggio di assistenza all'estero.

In qualità di prima squadra cinese in Sud Sudan, i membri della squadra hanno trovato difficoltà maggiori di quanto avrebbero potuto immaginare. Inizialmente, i medici e abitanti locali mancavano di comprensione e fiducia nella competenza medica cinese, e se a ciò si aggiungono le barriere di comunicazione linguistica, si può ben comprendere che non risultò affatto facile fondersi rapidamente nell'ambiente locale per svolgere il proprio lavoro.

"All'inizio, era difficile trovare modi per fondersi con i medici locali. Con in mano una lettera di presentazione, abbiamo incontrato, insieme all'ambasciata, la dirigenza dell'ospedale, e il giorno dopo l'incontro, siamo andati a lavorare all'ospedale, senza conoscere alcun infermiere e medico in quanto lì non vi erano mai stati medici cinesi. La conoscenza tra i nostri due gruppi procedeva molto lentamente, era una situazione difficile.

Così Huang Fan e i suoi compagni di squadra hanno iniziato a lavorare partendo dalle cose quotidiane, partecipando ogni giorno ai lavori di visita nelle corsie ospedaliere, nei servizi ambulatoriali, alle operazioni e ai soccorsi, e a poco a poco si sono fusi con il personale medico locale. Grazie al successo conseguito con alcuni interventi chirurgici, finalmente Huang Fan e i suoi compagni hanno vinto la fiducia dei medici locali.

Il successo degli interventi chirurgici della squadra cinese ha eliminato del tutto ogni dubbio sulla loro capacità di medici, e anche prodotto un forte impatto sulla popolazione locale, attirando i pazienti locali per ricevere i trattamenti.

"La pressione di eseguire interventi chirurgici all'estero era grande, perché siamo la prima squadra in rappresentanza del paese, e non solo singoli medici. Dal nostro arrivo fino al nostro ritorno in Cina, nessuno dei pazienti da noi trattato ha avuto complicanze né vi è stato alcun caso di morte, tutti sono stati riabilitati di successo. L'assistenza medica all'estero è una carriera onorevole e il nostro paese ha fatto tanti sforzi per svolgere al meglio questo lavoro, per noi è quindi stato un orgoglio poter svolgere all'estero il nostro ruolo.

La squadra ha tuttavia dovuto affrontare situazioni che hanno messo a rischio la propria vita. Non solo si è trovata a dover affrontare rischi legati all'ambiente naturale molto caldo, alle condizioni economiche di povertà e arretratezza, alle infezioni di malaria, febbre emorragica, epatite e altre malattie infettive, la loro vita è stata messa in pericolo anche dalla pioggia di proiettili dei conflitti militari.

Il 15 dicembre 2013, solo dieci giorni prima del ritorno dalle squadre in Cina, a Juba, capitale del Sud Sudan, è scoppiato un grave conflitto militare, in cui si sono verificati numerosi incidenti con grande spargimento di sangue e vittime, e nella città c'era spesso l'eco delle armi da fuoco. Il momento più pericoloso per la squadra è stato quando si è verificato uno scontro a colpi di arma da fuoco nel cortile dell'ospedale, e Huang Fan e i suoi compagni sono si sono dovuti nascondere dietro alle sottili pareti della stanza e usare gli armadi per bloccare le finestre e la porta, ascoltando il crepitio dei proiettili fuori.

Pur sapendo quanto fosse pericoloso rimanere, Huang Fan e i suoi compagni di squadra hanno difeso il loro posto di lavoro nella pioggia di proiettili e sono riusciti a salvare oltre dieci abitanti locali e cinesi. Il ministro della Sanità del Sud Sudan Riak Gai Kok ha apprezzato i loro lavori nel paese. Parlando dell'esperienza in Sud Sudan, Huang Fan ha detto:

"Come squadra medica, dovremmo avere uno spirito di soldati. Quando è scoppiata la guerra, siamo andati in auto all'ospedale per visitare i pazienti, il popolo del Sud Sudan ci ricorderà sicuramente. Si tratta di un senso di realizzazione, e non si dimentica in tutta la vita".

Huang Fan, chirurgo giovane nato negli anni 80', si è impegnato nella missione di assistenza medica, che gli ha permesso di crescere molto. Per quest'esperienza, egli ha detto

"E' la mia più grande esperienza, ho attraversato grandi difficoltà, sono cresciuto molto, si tratta di un grande aiuto per il mio lavoro e per la mia vita. Se possibile, mi piacerebbe tornare a lavorare in Sud Sudan". 

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