Nella tutela del patrimonio naturale e culturale del Monte Emei, menzionare la grande quantitàd'investimenti del governo è superfluo, tuttavia contare solo sugli investimenti governativi non è sufficiente. E così, anche i monaci che vivono sulla montagna tutto l'anno hanno assunto volontariamente il ruolo di protettori. Il vice presidente dell'Accademia del Buddhismo del Monte Emei, il maestro Fayuan, ha citato l'esempio della scimmia.
"I monasteri si sono anche fatti carico della tutela di alcune specie animali rare, ad esempio delle più famose scimmie del Monte Emei. D'inverno quando la neve copre tutto, le scimmie non possono uscire in cerca di cibo. Tuttavia parte dei monasteri che si trovano nella zona delle scimmie, ogni anno all'arrivo dell'inverno preparano per loro dei cereali e le nutrono ogni giorno alla stessa ora, e fanno ciò volontariamente. E' diventata un'abitudine presa dai vecchi monaci ed é stata trasmessa fino a oggi. "
Gli antichi complessi architettonici dei templi del Monte Emei sono stati stabiliti durante le dinastie Song e Ming, giungendo fino ai giorni nostri. La perfetta fusione dell'architettura dei templi e dei paesaggi naturali del Monte Emei fanno sussultare per l'ammirazione. Nel parlare di come i templi buddhisti siano in grado di fondersi perfettamente con l'ambiente naturale del posto, il vice presidente dell'Accademia del Buddhismo del Monte Emei, il maestro Longzang, ha affermato che in realtà non c'è da sorprendersi. Ha detto che dove ci sono monasteri buddisti, lo sviluppo dell'ambiente naturale circostante è sempre molto armonioso.
"Dove ci sono templi buddisti, si fa il possibile perché la loro costruzione non distrugga le risorse naturali e si presta grande attenzione alla salvaguardia delle risorse. Molti dei precetti buddisti richiedono la salvaguardia di piante e animali e possono essere applicati anche dal punto di vista oggettivo, ovvero nei luoghi buddhisti c'è sempre uno sviluppo armonioso tra ecologia naturale e ambiente culturale. Possiamo osservare un fatto, ovvero si va in molti posti e molta della vegetazione circostante é stata distrutta a causa di ogni possibile motivo, ma quando si arriva al tempio si possono vedere vecchi alberi che si innalzano fino al cielo in grado di crescere in tempi molto brevi, ve ne sono di centenari e addirittura di millenari."
Oltre a donare tutta la protezione che é in proprio potere nei confronti di flora e fauna, i monaci del Monte Emei prestano piena attenzione alla salvaguardia della cultura buddista. Il tempio Wannian, considerato il "cuore" del Monte Emei, è uno dei più antichi templi del Monte risalente all'epoca dei Jin Orientali, in esso sono conservate non solo molte immagini di Budda preservate dalla dinastia Ming fino ai giorni nostri, ma anche il "Dente di Budda", il "Timbro Imperiale", il "Manoscritto su foglie di Borassus flabelliformis", onorati nei circoli buddisti come i "Tre Gioielli buddisti del Monte Emei". Il "Manoscritto su foglie di Borassus flabelliformis" conta in totale 246 fette composte da foglie di Borassus flabelliformis e consiste nel "Sutra del Loto", integralmente preservato e riconducibile agli anni 1590 della dinastia Ming. Il protettore del Tempio Wannian, il maestro Benbao, ha così illustrato:
"Questo è il "Manoscritto su foglie di Borassus flabelliformis", si tratta di un "Sutra del Loto" completo, che ha un totale di 246 fette. Queste sono le foglie. Quest'albero é chiamato Borassus flabelliformis, é una pianta subtropicale alta una decina di metri con foglie larghe alcuni metri. Dopo aver raccolto le foglie, si rimuovono gli steli delle foglie e si bollono le foglie in una pentola assieme ad alcune erbe, e dopo averle bollite si incidono con una penna di ferro le scritture. Terminata l'incisione, si pennella una sostanza simile al fumo prodotto dal tabacco sulla superficie che diventa di colore nero, la sostanza ha una qualità anti-tarme, anti-umidità e preserva la carta dalla facile rottura. Così in un luogo umido come il Sichuan il fatto che si sia potuto conservare per alcune centinaia di anni e che sia ancora in questo stato, é molto buono, é davvero straordinario."
I manoscritti scritti sulle foglie possono essere ben conservati per centinaia di anni, e nonostante le caratteristiche di difficile rottura delle foglie stesse, l'impegno dei monaci attraverso molti secoli per ereditarli e proteggerli è davvero ammirevole.
Ogni anno l'Associazione del Buddismo del Monte Emei effettua lavori di protezione e riparazione delle reliquie culturali e delle costruzioni del monastero, e attraverso la gestione unificata di tutti i monasteri buddisti del Monte Emei ha realizzato lo sviluppo armonioso del Monte. Il presidente dell'Associazione del Buddismo della provincia del Sichuan, il grande monaco Yongshou, ha diviso il Monte Emei in tre zone: Jinding (Cima d'oro) funge da centro di pellegrinaggio; il tempio Wannian da centro di auto-coltivazione; il Tempio del grande Budda da centro culturale ed educativo del buddismo.
"Ci sono 28 Tempi sul Monte Emei e il Monte é gestito in modo unificato. Ora con lo sviluppo del turismo, alcuni posti sono ben collegati e i templi qui sono molto visitati, qui si recano molte persone e gli introiti sono alti; tuttavia poiché molti templi non sono ben collegati e poco visitati, non vi sono introiti, ma abbiamo gestito la cosa. In quanto nei templi vivono persone e quindi possono svolgere il ruolo di protezione. Il Monte Emei appartiene all'eredità sia naturale che storica, la cultura indica principalmente quella buddhista e i templi sono dotati di quest'atmosfera. Ogni tempio é venuto specialmente a esistere ed ha in realtà assunto il ruolo di supervisore, e quando sorge un problema ci sarà subito un feedback e verrà fatto rapporto all'Associazione del Buddismo, che invierà staff pagato a visionare la situazione e procedere al mantenimento."
Secondo la presentazione del maestro Fayuan, quando si incontrano problemi delicati riguardante la riparazione, l'Associazione invita anche esperti per fungere da guida, per far tornare le cose vecchie come erano e preservare le informazioni e i simboli culturali e storici originari.
Il 27 marzo 2014, quando il presidente cinese Xi Jinping ha pronunciato il suo intervento presso la sede generale dell'UNESCO, ha indicato che bisogna far rivivere le reliquie storiche conservate nei musei, le eredità di cui fa sfoggio il vasto mondo e i caratteri scritti negli antichi libri, facendo sì che la civiltà cinese insieme alle altre civiltà ricche e colorate create dai popoli di diversi paesi, possano offrire all'umanità una corretta guida spirituale e una forte motivazione. I monaci che vivono sul Monte Emei hanno fatto tutto quello che è in loro potere per la protezione dei patrimoni culturali e naturali, così da permettergli di essere conosciuti da tutto il mondo, e far vivere a lungo la cultura cinese tramite questi vettori.