Il secondo giorno all'Università di Xiamen: la visita al campus Xiang'an
  2015-05-23 18:19:04  cri

Il campus Xiangan dell'università di Xiamen si trova a 40 minuti dal campus principale. Inaugurata nel 2012, la struttura si estende su una superficie di 2,43 km quadrati e, quando entrerà completamente in funzione, ospiterà 30mila studenti. Attualmente ve ne sono solo 8mila che seguono le lezioni delle facoltà di farmacia, medicina e oceanografia.

Il primo edificio che si incontra all'ingresso è l'imponente biblioteca che si compone di 9 piani e dispone di un sistema self-service di prestito con lettura del codice magnetico associato a ciascun volume, spazi per riunioni e una piccola sala proiezioni 3D. Un detto cinese dice: "Per quanto si è poveri, non si può impoverire l'istruzione". E in effetti, oltre alle sue dimensioni e alla modernità delle apparecchiature di cui è stata dotata, ciò che colpisce di questa biblioteca è l'abbondante uso di marmo che ricopre le scalinate e alcune pareti, un ornamento che, benché non sia direttamente funzionale alla didattica, ricorda come in Cina la formazione sia tradizionalmente un ambito in cui non si bada a spese.

Per incentivare l'iscrizione alla facoltà di medicina, l'università esenta tutte le matricole che superino l'esame di ammissione dal pagamento delle tasse universitarie del primo anno.

Il campus Xiangan ospita inoltre due facoltà di punta dell'intero ateneo: l'Istituto di Biologia e quello di Oceanografia, entrambi fondati nei primissimi anni di vita dell'università.

Il primo cura la formazione di 800 studenti di laurea e 200 dottorandi e i suoi 93 docenti hanno già pubblicato diversi articoli su riviste internazionali come Science e Cell. Ogni anno vi si iscrivono circa 150 studenti che vengono divisi in tre classi in modo che ciascuno di essi possa usufruire delle apparecchiature che la facoltà dedica alla didattica. Le matricole seguono un semestre presso la facoltà, cui segue un periodo che va dai 6 ai 12 mesi e che si svolge presso laboratori pubblici o privati. Questi ultimi ricevono inoltre sovvenzioni per accogliere gli iscritti della facoltà e affinché il loro lavoro venga adeguatamente valorizzato. Il 7% dei laureati prosegue gli studi per conseguire un dottorato. L'università si incarica inoltre di addestrare i propri studenti all'analisi critica e all'esposizione scientifica attraverso due incontri settimanali obbligatori in cui tre studenti espongono a turno, davanti alla platea dei loro colleghi, un articolo recentemente pubblicato su una rivista scientifica e suggerito da un tutor, indicandone gli aspetti più rilevanti e i punti di debolezza.

Oltre alla didattica, l'Istituto ha acquistato macchinari all'avanguardia destinati alla ricerca con cui realizza anche analisi commissionate da privati o amministrazioni pubbliche. Un'oculata gestione delle risorse ha spinto inoltre le autorità accademiche a concedere in locazione l'utilizzo di questi macchinari attraverso un sistema di prenotazione su internet, il che permette non solo di ammortizzarne i costi di acquisto, ma anche di autofinanziare quelli di manutenzione.

La facoltà di Oceanografia si occupa di diversi progetti di ricerca su antibiotici e antiintossicanti finanziati dallo stato e anch'esso dispone di apparecchiature di ultima generazione, una delle quali è costata circa 489mila dollari. Ma l'iniziativa più avveniristica di questo istituto è senz'altro una nave di ricerca oceanica lunga 78 metri e costata ben 65 milioni di dollari il cui varo è previsto nell'aprile del 2016. Nella progettazione dell'imbarcazione si è prestata particolare attenzione a limitare le emissioni inquinanti e quelle sonore che potrebbero spaventare la fauna marina. La struttura ospiterà numerosi tipi di laboratori di analisi e solcherà gli oceani misurando la qualità delle acque e la loro popolazione animale. Anche in questo caso, questo enorme impianto scientifico galleggiante verrà messo a disposizione di altre istituzioni scientifiche cinesi e straniere che vi vogliano realizzare i propri progetti di ricerca.

 

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