Il sito di Zhoukoudian è un insieme di caverne nei pressi della capitale cinese, Beijing, che contiene i più ricchi e sistematici resti dell'uomo primitivo nella fase iniziale del Paleolitico. Le ere geologiche dei 27 punti interessati coprono alcuni milioni di anni. Per esempio, nel primo, guardando verso l'alto, gli strati geologici di epoche diverse sono pressoché completi. In un accumulo alto più di 40 metri sono emerse decine di migliaia di fossili, composti da resti, impronte di piedi e utensili di pietra, per un totale di 13 strati, ognuno rappresentante un'era geologica diversa che varia da decine di migliaia a centinaia di migliaia di anni. Gli strati distano tra loro meno di 2 metri, ma gli scavi di questi 2 metri hanno tenuto occupati gli archeologi cinesi e stranieri per decenni. Questo accumulo è un doppio specchio che permette di vedere le centinaia di migliaia d'anni di evoluzione dell'uomo e i 90 anni di storia degli scavi di Zhoukoudian.
Dal sito, possiamo immaginare una scena del genere:
Dopo aver attraversato desolati terreni rocciosi e sabbiosi alla ricerca di un posto adatto alla sopravvivenza, pieno di speranza in una vita migliore, il pitecantropo trovò finalmente delle foreste e un clima mite e umido, e si stabilì in caverne.
Nello stesso tempo, anche il peggior nemico del pitecantropo, la tigre dai denti a sciabola (Machairodus), si aggirava all'alba nelle foreste.
Una tragedia colpì però Zhoukoudian: il monte crollò, la terra si spaccò, e il fuoco divampò ovunque. Cosa poteva fare il pitecantropo? Ai suoi occhi, il fuoco era un mostro impossibile da avvicinare. Un profumo venuto da chissà dove lo attirò, e con timore si mise un pezzo di carne cotta in bocca, scoprendo un gusto delizioso, mai provato prima. Così si ricordò questo gusto. Per mangiare del cibo del genere, aveva bisogno di un materiale magico: il fuoco.
Dopo più di centomila anni, la tigre dai denti a sciabola si aggirava ancora nei dintorni del pitecantropo, che considerava ancora la preda migliore, ma questa volta comparve il fuoco. La cosa interessante è che tranne il pitecantropo, tutti gli animali temevano il fuoco, che così diventò lo spirito protettore delle caverne dove abitava. Con l'aiuto del fuoco, l'uomo completò rapidamente il suo processo di evoluzione.
La selezione naturale e la sopravvivenza del più forte sono le leggi del mondo degli esseri viventi.
Nel marzo del 1918, nelle pianure del nord della Cina faceva ancora un freddo rigido. "Seguendo il fiume, la pianura scompare all'improvviso. Procedendo ancora verso ovest, si entra nelle propaggini della catena dei monti Taihang." Così scrisse lo svedese Johann Gunnar Andersson. Quando vide un monte di pietra calcarea, egli fu sconvolto. In qualità di geologo speciale del governo Beiyang, Andersson viveva già da 4 anni in Cina. Per caso, un vecchio amico gli portò delle ossa fossili rinvenute alla periferia di Beiping. Lo svedese si accorse subito che questi fossili di mammiferi non erano comuni.
Anche l'uomo è un mammifero, quindi le ricerche sui mammiferi sono la fonte degli studi sulla sua origine. Di conseguenza, gli studiosi sono sempre stati pieni di entusiasmo circa le ricerche sui mammiferi. I fossili erano stati rinvenuti a Zhoukoudian, per cui Andersson iniziò a prestare attenzione al luogo.
Il viaggio di Andersson dell'inizio della primavera del 1918 fu l'inizio della scoperta e dell'esplorazione di Zhoukoudian. In seguito, Andersson incaricò lo studioso austriaco Otto Zdansky di effettuare delle ricerche e degli scavi sul monte Jigu.
Tre anni passarono in un attimo. In questo periodo essi scoprirono nell'accumulo dei frammenti di quarzo dal bordo affilato, quindi con tracce di intervento umano. Da ciò Andersson pensò con coraggio: "Ho la sensazione che i resti degli antenati dell'uomo giacciano qui, l'unico problema è trovarli!"
Nell'estate del 1926, tra i fossili rinvenuti, Zdansky scoprì un molare sporgente in avanti sulla sinistra, che egli stabilì che potesse appartenere al pitecantropo. La scoperta attirò l'attenzione di non pochi studiosi e fondazioni internazionali.
Nel 1927, grazie all'impegno dello studioso canadese Black Davidson, e con il sostegno del Peking Union Medical College, fondato dagli americani, venne creato l'Istituto di ricerche di antropologia fisica. Inoltre venne raggiunto un accordo di cooperazione con l'Istituto Nazionale di Ricerche geologiche per l'esplorazione congiunta del sito di Zhoukoudian. Si tratta del primo intervento ufficiale degli studiosi cinesi negli scavi archeologici a Zhoukoudian. L'ampia cooperazione internazionale aveva un unico obiettivo, ossia trovare tracce degli antenati dell'uomo nell'area di Zhoukoudian. La cosa più eccitante per gli studiosi cinesi e stranieri era che la zona è ricca di caverne di varie dimensioni contenenti dei depositi di fossili, così ricchi che nessuno avrebbe mai immaginato.
La prima grande scoperta a Zhoukoudian risale all'ottobre del 1927. Davidson, responsabile degli scavi, annunciò: "Il 16 ottobre, abbiamo finalmente trovato un bellissimo dente umano". Era davvero una magnifica notizia. Dopo una verifica, Davidson avanzò per la prima volta una nuova specie di paleantropo: la varietà di Pechino del paleantropo cinese, abbreviato in "uomo di Pechino", vissuto nel Terziario, circa 500 mila anni fa. Al tempo nel continente asiatico non erano ancora stati scoperti dei fossili umani così antichi. La notizia scosse l'intero mondo scientifico, al pari di una bomba. Da allora, si è tramandata la dizione di "uomo di Pechino".
Il 1928 e il 1929 passarono in fretta, e nonostante la scoperta di una grande quantità di fossili di animali, non comparve alcun fossile di pitecantropo, così atteso dal mondo accademico.
Nel 1929, Pei Wenzhong, laureato in geologia all'Università di Beiping, venne nominato responsabile generale degli scavi di Zhoukoudian. Nel suo diario, egli scrisse: "Dopo la partenza degli esperti stranieri, il monte, prima affollato, si è fatto solitario. Gli scavi continuano di giorno in giorno, ma nonostante i risultati, non ci sono state scoperte eccitanti". Il 2 dicembre 1929, mentre Pei Wenzhong stava osservando la stratificazione fuori di una caverna, qualcuno lo chiamò dal basso: "C'è qualcosa di grosso, forse il femore di un rinoceronte!" Pei Wenzhong, che non si fidava, si allacciò la corda in vita e scese a vedere di persona. Fuori era buio, ma nella grotta c'era una pace perpetua, insensibile ai cambiamenti del tempo, mentre la luce traballante della candela illuminava frammenti di pietre e polvere. Con le mani tremanti, il giovane studioso palpò la curva di una calotta: poteva essere un osso schiacciato dalle pressione delle pietre e dell'acqua e seppellito per centinaia di migliaia di anni? Era nerastro, fragile e umido. Il giovane non osava credere ai propri occhi. Sulla fiamma, il fossile perse la sua componente acquea. In seguito, presentò il suo aspetto al nuovo mondo.
Il 28 dicembre 1929 si tenne una solenne conferenza speciale di geologia, nel corso della quale Pei Wenzhong presentò agli scienziati e ai giornalisti cinesi e stranieri il primo cranio completo di uomo di Pechino, il che fece una gran sensazione, e tutti applaudirono a lungo.
Da allora, il mondo accedemico iniziò una costante ricerca e sperimentazione sulla riproduzione di fossili umani, per rivelare il vero aspetto dei nostri antenati.
All'inizio del 20° secolo, nella debole e povera Cina, la scoperta di Pei Wenzhong fu un risultato scientifico di portata universale.
Il 18 settembre 1931 le truppe giapponesi invasero il nord-est della Cina. Nonostante il quadro di instabilità e le dure condizioni di lavoro, gli scavi a Zhoukoudian continuarono. Al tempo a dirigere gli scavi era Jia Lanpo, che, anche se aveva solo il diploma delle superiori, in seguito diventò un importante antropologo, al punto da essere considerato un "tesoro di Stato".
Sempre dal primo punto degli scavi arrivò un'altra notizia eccitante: la mattina del 15 novembre 1936, venne scoperto il lato sinistro della parte inferiore di una mandibola, e di seguito le ossa occipitale, della fronte e dell'orecchio, ossia il primo cranio, e nel pomeriggio un altro cranio, ma sempre frammentato. In serata, Jia Lanpo li fece rimettere insieme, ottenendo due crani completi. Mentre tutti stavano ancora celebrando, 11 giorni dopo, il 26 novembre, fu rinvenuto il terzo cranio. La notizia della scoperta contemporanea di tre calotte craniche dell'uomo di Pechino tornò così a sconvolgere il mondo.
Negli 11 anni dal 1927 all'inizio del 1937, nel primo punto vennero scoperti 5 crani, 9 frammenti di cranio e una grande quantità di fossili di ossa di una quarantina di persone, uomini, donne, anziani e bambini, in rappresentanza di una comunità piuttosto completa di paleantropi. Nel frattempo a Zhoukoudian vennero alla luce quasi 10 mila utensili di pietra e fossili di animali e piante. La continua scoperta di crani di uomo di Pechino e di molti utensili in pietra dimostrò l'esistenza della fase intermedia nel processo di evoluzione del pitecantropo, offrendo una solida prova alla teoria dell'origine dell'uomo e dell'evoluzione di Darwin. Da allora, sempre più persone iniziarono ad accettare la realtà scientifica che l'uomo si è evoluto dal pitecantropo.
Il 7 luglio 1937 scoppiò del tutto la guerra d'invasione giapponese in Cina. Beiping cadde, e Zhoukoudian diventò parte dell'area occupata. Gli scavi vennero interrotti, e l'uomo di Pechino pareva destinato a subire una tragedia insieme agli abitanti della città.
Alla fine del 1937, lo studioso dell'Università Imperiale di Tokyo Kotondo Hasebe e un suo assistente cercarono Pei Wenzhong, e con il pretesto di ricerche accademiche, gli chiesero di vedere le originali dei crani dell'uomo di Pechino, il che lo insospettì. Temendo che finissero nelle mani dei giapponesi, Pei Wenzhong rifiutò con varie scuse. Il motivo per cui i crani dell'uomo di Pechino erano ancora sotto il controllo dei dipartimenti cinesi è che si trovavano in casseforti nel seminterrato del dipartimento di anatomia del Peking Union Medical College, e che il Giappone non era ancora in guerra con gli Usa, per cui i giapponesi non osavano entrare in territorio americano. Tuttavia, con il continuo deterioramento del quadro internazionale, il trasferimento dei crani era ormai indispensabile. Franz Weidenreich, un tedesco che si occupava di ricerche sui fossili dell'uomo di Pechino, propose di portare tutti i fossili umani al Museo di Storia Naturale di New York, così da poter continuare gli studi. Tuttavia, secondo l'accordo tra Cina e Usa, "tutti i reperti degli scavi di Zhoukoudian sono di proprietà della Cina, e non possono essere trasportati fuori dalla Cina". Allora c'erano tre opzioni: primo, trasportarli nella capitale secondaria Chongqing, attraversando le zone occupate; secondo, nasconderle a Beiping; terzo, trasportarli negli Usa dal porto di Qinhuangdao, in veste temporanea. Tutti ritennero fattibile la terza opzione. Il 5 dicembre 1941, i crani dell'uomo di Pechino vennero messi in casse del Consolato Usa, e spediti a Qinghuangdao su un treno speciale dei marines, e poi trasferiti via mare negli Usa. L'8 dicembre il convoglio arrivò a Qinhuangdao, tuttavia il 7 i giapponesi attaccarono Pearl Harbour, il che dette inizio alla Guerra del Pacifico. Subito dopo le truppe giapponesi sbarcarono al passo di Shanhaiguan, attaccando improvvisamente le truppe Usa, e il treno dei marines diventò preda dei giapponesi.
L'imballaggio al Peking Union Medical College alla fine del novembre 1941 è l'ultima chiara traccia dei crani. In dicembre questi vennero davvero portati al Consolato Usa? Il 5 dicembre le due casse di fossili partirono davvero con il treno speciale dei marines? Cosa accadde davvero alle casse al porto di Tianjin? L'8 dicembre, quando il treno arrivò a Qinhuangdao, la caserma americana era già occupata dai giapponesi; nel caos, i crani finirono nelle mani di chi? In apparenza, il trasferimento dei crani si interruppe qui. Ma le cose non andarono affatto così: 6 mesi dopo la parte giapponese rivelò il furto dei crani conservati al Peking Union Medical College. Il comando delle truppe giapponesi a Beiping dette l'ordinò di cercare i fossili scomparsi dell'uomo di Pechino.
Alla fine del 1942, un giapponese dal nome inglese Goargia bussò alle porte di tutti gli studiosi e del personale interessato cinesi, dicendosi un agente del comando delle truppe giapponesi a Beiping, incaricato di cercare i fossili dell'uomo di Pechino. Nel contempo Goargia scandagliò i luoghi dove potevano essere finiti. Dopo aver percorso in lungo e in largo Beiping e Tianjin, non ottenne alcun risultato. Un anno dopo, disperato, senza il coraggio di presentarsi ai capi dell'esercito, Goargia fece karakiri in una casa del distretto Xicheng di Beiping
I fossili dell'uomo di Pechino erano del tutto scomparsi. Se alla fine siano andati distrutti in guerra o siano finiti nelle mani di Cina, Usa o Giappone, diventò uno dei più complessi misteri dell'archeologia del 20° secolo.
Nel 1953, il governo cinese eresse un museo permanente nel sito dell'uomo di Pechino a Zhoukoudian.
L'uomo si è evoluto dalla scimmia, ma questa realtà che oggi pare semplicissima, all'inizio era soltanto un'ipotesi scientifica, ed è stata la scoperta del sito dell'uomo di Pechino a Zhoukoudian a rendere indubbia questa verità. Si può dire che al momento della scoperta del primo cranio dell'uomo di Pechino avvenuta il 2 dicembre 1929, l'umanità abbia iniziato davvero a conoscere il proprio passato.
In questo secolo e più di storia dell'archeologia, non possiamo dimenticare gli scienziati cinesi e stranieri che hanno contribuito alla scoperta, agli scavi e alle ricerche nel sito di Zhoukoudian. Essi sono:
Johann Gunnar Andersson, geologo svedese, il primo a scoprire il sito di Zhoukoudian;
Black Davidson, esperto di anatomia canadese, il primo a studiare i fossili dell'uomo di Pechino;
Li Jie, geologo cinese, il primo responsabile degli scavi sistematici a Zhoukoudian;
Yan Jianzhong, studioso cinese di paleontologia dei vertebrati, il primo a studiare gli strati e i fossili di mammiferi del sito di Zhoukoudian;
Pei Wenzhong, paleontologo cinese, il primo a scoprire un fossile di cranio dell'uomo di Pechino;
Jia Lanpo, antropologo cinese, il primo a scoprire successivamente tre fossili di cranio dell'uomo di Pechino;
Wei Dunrui, esperto di anatomia tedesco, il primo a studiare in modo sistematico i fossili dell'uomo di Pechino.
Attraverso l'accumulo del tempo, possiamo vedere il passato e il futuro.
Camminando eretto verso il sole, i passi avanti dell'uomo non si sono mai interrotti.